A volte su facebook si trovano delle riflessioni interessanti. Oggi nella pagina di Giuseppe Pino, un “amico”, ho trovato una specie di messa in guardia (a carattere ironico) dall’allestire il nostro principale segno religioso del Santo Natale: il Presepe.
“OCCHIO AL PRESEPE!”, scrive, l’amico. A scuola non si può fare, s’offendono i musulmani. Ma se proprio insistete e volete realizzare il vostro presepe, magari solo a casa, ricordate di togliere il bue, l’asinello e le pecorelle, perché s’offendono gli animalisti.
Le fontanelle con l’acqua devono essere abolite per la lotta agli sprechi, la capanna di legno incentiva la deforestazione, meglio la grotta, le luci autorizzate sono esclusivamente quelle crepuscolari, per via del risparmio energetico.
Il pane non si può fare all’aperto per le norme igieniche, il fabbro deve avere la maschera da carrozziere, il forno a legna è sconsigliato perché cancerogeno, il tornitore deve tenere sul tavolo la partita Iva, la donna che fila la lana deve possedere il registro di cassa.
I re Magi sono portatori neri di doni a un bambino bianco, un chiaro segno di razzismo, e poi sfruttano i cammelli come il peggiore dei circhi di provincia.
Su Maria e San Giuseppe ci affidiamo al vostro buon cuore, potrebbero urtare la sensibilità degli omosessuali.
Meglio due falegnami o due Madonne oppure due numeri, 1 e 2, quelli facili ed economici delle candeline di cera in uso nei compleanni: nascondono bene le differenze sessuali. Scusate, volevo dire ‘di genere’.
Se siete in ansia andate sicuri sull’albero di Natale. Le palle ancora non le hanno vietate (ma ci stiamo vicini). Auguri di cuore a chi ha il CORAGGIO DI CREDERE.
Ecco l’unico punto dove non concordo con l’amico è di “non offendere i musulmani”.
Dopo tante esperienze vissute, in particolare nelle scuole, dove presidi e insegnanti, sostenitori di un presunto “multiculturalismo”, ripetono lo stupido e ridicolo rituale di cancellare le nostre tradizioni natalizie, in particolare quello più caratteristico: il presepe. Nessuno crede più che il motivo sia di non offendere i musulmani. Sono convinto che si tratta di una provocazione, nei confronti dei credenti, dei cattolici. Si ripete nelle scuole, quello che Benedetto XVI, dice convintamente: l’Occidente odia sé stesso. Il loro furore iconoclasta impedisce ai propri studenti anche a quelli non cattolici, di poter conoscere quel messaggio universale di pace che è il Santo Natale. Alla fine, la scusa è quella di non “offendere” lo “zero-virgola” di alunni islamici presenti nelle scuole.
Pertanto, il problema, in verità non viene creato da chi ha altre fedi religiose, ma da quei laicisti, dai nuovi pagani, che non hanno nessuna religione o fede, che non credono più in Dio. L’ho scritto altre volte, in pratica cancellando le nostre tradizioni natalizie stiamo censurando il nostro modo di essere e di vivere, pensando di educare i nostri ragazzi alla tolleranza. Di questo passo arriveremo ad abolire Dante, Manzoni, i dipinti dei grandi artisti, i musei, le chiese ricche di statue e di affreschi, città intere che in ogni edificio, non solo religioso ma anche pubblico, parlano di fede. Finiremo per censurarli tutti, ma così certamente non saremo più colti, più intelligenti, né più accoglienti, soltanto più aridi e infelici.
E se proprio vogliamo utilizzare la scusa che sia un bene spogliarsi delle nostre tradizioni, dei nostri segni per favorire il “dialogo” (parola-talismano dell’Occidente liquido) con i lontani, in particolare con gli islamici. Attenzione, non credo che riusciamo a dialogare meglio rendendoci nudi, attaccandoci a “niente”, soprattutto di fronte al credente in Maometto, erede consapevole di una grande religione come l’islam. Anzi è probabile che ci disprezzerà perchè ci siamo spogliati della nostra fede, della nostra cultura. È una pia illusione credere che gli islamici si possano convertire alla nostra cultura occidentale, impregnata di relativismo religioso, libertà sessuale, edonismo, aborto, disordine familiare, omosessualismo, ideologia del gender e tanto altro.
O forse pensiamo di corrompere o di integrare i musulmani, con il sex-shopping olandese, o il “nulla” dei Paesi del Nord Europa, ex protestanti, che ormai si sono adagiati su un paganesimo vissuto.
Non sarà forse che il problema siamo noi e non i diversi? È proprio così “Siamo noi che non sappiamo rendere ragione del bimbo nella mangiatoria”.
DOMENICO BONVEGNA
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