Dopo qualche mese dal suo insediamento lo possiamo pure dire: l’elezione di un nuovo sindaco può e dovrebbe voler dire, significare un cambio di passo e fornire qualche soluzione migliorativa. Un simile atteggiamento potrebbe rappresentare un nuovo inizio ed invece pare che oggi a Barcellona Pozzo di Gotto non ci sia nulla di nuovo.
Quando in consiglio comunale si presenta il rendiconto e/o problematiche relative al bilancio l’ex assessore oggi comunque esperto tecnico, non certo a titolo gratuito, Paterniti, continua a prendersela con la vecchia amministrazione con una critica aspra rivolta a chi oggi gli sta accanto, ovvero l’assessore Filippo Sottile, già assessore al bilancio nella giunta guidata da Roberto Materia. Ed ancora pare che lo stesso sindaco si assuma la responsabilità di far quadrare i conti sì da ricoprire come sostituto del dimissionato Paterniti, con l’assistenza sotto mentite spoglie del Dr. Paterniti, a cui è stato conferito l’incarico di consulente esterno per la stessa materia.
Appare così in tutta la sua plastica evidenza la sciatteria politica, che continua ad imperversare nell’azione amministrativa della cittadina ed a farla da padrone mutando inopinatamente regole e declinazioni senza immaginare l’effetto che fa, in termini di credibilità e di serietà. Si ripropone così nella nuova esperienza ammnistrativa quel modo di gestire occasionale e si ripete con i telecomandati di adesso. Ebbene diciamola tutta: la gestione amministrativa di ritrova in cassa pochi soldi insufficienti per poter liquidare prestazioni, forniture e lavori.
Col piano regolatore generale, in fase di revisione, non si riesce a immaginare un rilancio paesistico di Barcellona P.G.. il teatro Mandanici più tempo passa e più appare come un’occasione mancata. I contratti in essere afferiscono a servizi gestiti malissimo e che fanno sopportare ai cittadini costi insostenibili. Si assiste in questa maniera ad un’amministrazione senza sensibilità politica, di coloro che non comprendono cosa significa la buona gestione risolutiva delle presenti e numerose criticità.
Insomma se al peggio non c’è mai fine, allora il piano inclinato su cui siede questo personale dirigente non dà modo di arrestare la corsa verso il basso per tentare di dare dimostrazione di una diversa dignità. Tuttavia, nonostante questo clima e questi fatti, nessuno sembra reagire, nessuno sembra avere un sussulto orgoglioso per affrancarsi da questo indecoroso destino. Se un tempo Barcellona Pozzo di Gotto per l’intero comprensorio era e fungeva da laboratorio di novità, di ricchezza, di attrattiva commerciale, oggi non è più così.
Se molti servizi sovracomunali erano collocati qui, adesso non vi è più nulla che possa ricordare i tempi migliori e per ritrovare i servizi essenziali, come per la sanità e per la pianificazione integrata e per i finanziamenti europei e nazionali, bisogna portare avanti lotte sociali perché le istituzioni cittadine o sono inconsapevoli o sono distratte da impegni privati.
E allora non è una bella esperienza quella che si sta vivendo qui, in cui si vede una diffusa assuefazione al peggio ed una opposizione che si presenta acquietata e si dimostra impaurita e silenziosa, trascinata in questa involuzione mediocre, che sembra condurre la cittadina tirrenica in un vicolo cieco e ad una improvvida rassegnazione.
Nino Genovese