La Banca centrale europea (Bce) ha deciso che il tasso di riferimento standard scenda, dall’attuale 3 a 2,75%. L’inflazione sta scendendo, dicono, e quindi è giusto che il denaro costi meno. L’obiettivo Bce è del 2% entro la fine dell’anno ma, al momento – dati ultimo trimestre 2024 – a dicembre la percentuale nell’Eurozona era a 2,4 (1% in Italia – 1).
A questo punto il denaro che costa meno dovrebbe servire ad usare più soldi in prestito, visto che i redditi medi (tra i più bassi d’Europa) non crescono di conseguenza. Spese maggiori per beni più o meno stabili (la casa per esempio) e volatili (gli acquisti di piccoli prodotti e servizi con prestiti sono diffusi in molti ambiti).
Questa maggiore disponibilità di spesa per i consumatori è possibile che faccia crescere l’inflazione, dopo che nei periodi passati era calata perché con meno soldi i consumatori spendevano meno e per invogliare a farlo i prezzi erano calati.
Per le aziende dovrebbe essere più facile investire in contesti che, in teoria, dovrebbero dare maggiore ricchezza a loro e, più in generale, al mercato.
Perché questo accada occorre stabilità politica, nazionale ed europea, in modo che gli esecutori possano agire con maggiore serenità e determinazione.
In Italia sembra esserci sul lato della maggioranza politica (capitolo a parte – da verificare – è quello della qualità esecutiva) anche se i livelli inflattivi italiani riescono ad essere bassi non tanto per le capacità nazionali ma per il continuo calo dei prodotti energetici, dovuto solo alle politiche europee e non nazionali (2).
In Ue la stabilità politica è tutta da dimostrare, visto che la Commissione è composta (commissario e vicepresidente Raffaele Fitto, per esempio) anche da forze politiche (FdI della premier italiana) che hanno votato contro la maggioranza che ha espresso la stessa Commissione; forze politiche che – ancora e non solo – sono in lista d’attesa col cappello in mano per la realizzazione delle politiche antieuropee del neo presidente Usa Donald Trump.
Ci sarà quindi da capire quali saranno i risvolti di questo denaro meno costoso su consumatori che si indebiteranno di più. In un contesto per il quale non si sa come l’economia europea potrà aiutare (si pensi all’attuale buco sui veicoli elettrici e non solo – 3).
Insomma, il cerino continuerà a essere in mano a consumatori che dovranno fare molta attenzione a non scottarsi, anche perché è sempre meno chiaro l’intento dei politici – nazionali ed europei – a operare per gli stessi consumatori piuttosto che per procrastinare il proprio potere.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
1 – https://www.aduc.it/articolo/inflazione+fuori+controllo+governo+non+siamo+messi_38684.php
2 – https://www.aduc.it/articolo/inflazione+tutti+giorni+sempre+crescita+oltre+media_38697.php
3 – https://www.aduc.it/editoriale/deepseek+veicoli+elettrici+consumatori+cina_38731.php