Calo bollette energia e le promesse del governo. Sirene?

Il ministro del Tesoro ha detto che troverà una qualche soluzione sul caro bollette…e politica ed economia sono in fremente attesa del coniglio che Giorgetti tirerà fuori dal cappello. Non è chiaro se sia realmente in arrivo un provvedimento o il nostro ministro si sia speso per prendere tempo, calmare le acque e valorizzare una funzione del governo che, invece, fino ad oggi è stata  assente (a parte i bonus che, è bene ricordarlo, sono solo per i meno abbienti e eredità di tutti i governi che, non sapendo che fare, fanno pagare, in forma visibile o meno, tutti i contribuenti).

Le ipotesi sono diverse e, sicuramente la peggiore, è quella della sospensione delle tasse sulle emissioni di CO2, che si applica ai produttori energetici da fonti fossili come forma di compensazione, con l’obiettivo di far scendere i costi di generazione  e di conseguenza i prezzi delle bollette. Conseguenza che parte da un presupposto sbagliato: che i produttori abbiano un senso civico diffuso e siano benefattori e, spendendo meno, questo meno lo applichino di conseguenza ai propri prodotti finali. Non funziona così. L’esperienza della volontarietà a cui si è ricorso perché le banche devolvessero i cosiddetti extra-profitti, evidentemente non è servita a nulla: le banche hanno solo prestato i soldi che dovranno essere restituiti. Perché i produttori energetici dovrebbero essere diversi dalle banche? L’economia di mercato non è come dicono che dovrebbe essere il collettivismo, ma è dare/avere e, più è precisa in principi e regole, meglio funziona e più rende le persone e le società libere e ricche.

Allo stato dei fatti crediamo che il metodo migliore sia tornare a quanto fu fatto dal governo Draghi nel 2021: eliminazione degli oneri di sistema (spese per gestire infrastrutture energetiche e l’incentivazione delle rinnovabili… tutte spese slegate dai consumi) e riduzione dell’Iva. Draghi portò l’Iva al 5%, ma si dovrebbe valutare una percentuale ancora più bassa se non la sua eliminazione.

Sarebbero provvedimenti temporanei in prospettiva di un cambio della situazione politica che, com l’invasione russa dell’Ucraina, ha scombussolato il mercato. Cambio che, almeno a parole (che fino ad oggi non c’erano neanche), sembra che sia nell’aria e meriterebbe un credito economico e politico, potendo anche contare sulla presenza del nostro governo (vicepresidente Fitto in commissione von der Leyen) nell’esecutivo dell’Ue.

Rimarrebbe la mancanza di incentivi per le rinnovabili. A parte che stiamo parlando di provvedimenti temporanei, la produzione di energie alternative oggi ha molto bisogno di sburocratizzazione per sbloccare quanto già in essere e, al netto dei sogni sul nucleare pulito e dietro l’angolo, è un settore, anche qui al netto di sovvenzioni e facilità di ingresso nel mercato, che non ne risentirebbe più di tanto, potendosi anche ingegnare verso una propria totale autonomia.

E’ questo un libro dei sogni?

Dipende. Se il ministro Giorgetti fa solo politica politichese, con altre priorità (si pensi ai dazi Usa) che sgominano e distraggono da questa dell’energia, oppure… ce lo dica lei, signor ministro….

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc