Neppure la Santa Pasqua aiuta il sindaco di Messina a riflettere. Certi politici devono essere deboli di prostata: sempre più sovente gli scappa la volgarità. E’ un bisogno atavico, esistenziale che Cateno De Luca non riesce a trattenere. Eppure, ci sarebbero una gran quantità di motivi per tacere e soprattutto lavorare in silenzio per il bene della città. Non ultimo il numero dei morti per Coronavirus.
L’ultima perla di De Luca nel lanciare l’ashtag in dialetto siciliano #iorustuacasa è la parolaccia che detta nei panni di sindaco fa a pugni con la buona decenza. E, andando oltre, una volgarità è una volgarità. Così il paladino di se stesso chiedendo ai messinesi per il prossimo lunedì di Pasqua di «arrostire» la carne sui barbecue non in campagna ma magari in terrazza, balcone o nel giardino della propria abitazione ne approfitta per dare di matto. Una volta di più.
De Luca si sforza, ci gira intorno, cerca di pensare ad altro, ma poi la natura ha il sopravvento e allora perde ogni freno inibitore, E si libera. Salvo poi vergognarsene subito dopo: perché certe cosacce si pensano, magari si fanno, ma non si dicono.
D’accordo De Luca è quello delle mutande, degli spogliarelli, delle leggende metropolitane, degli insulti ai giudici che lo indagavano fino al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. De Luca è quello che scimmiotta Mussolini con la scusa di proteggere la Sicilia dal Coronavirus e dimentica il 25 aprile con le sue tantissime vittime, da una parte e dall’altra.
Ricapitolando, per chi non avesse ancora capito. A Messina ci sono 354 persone positive al Coronavirus e ben 34 morti: vi pare che sia tempo di scherzare o usare il dolore della gente per farsi la campagna elettorale? Un sindaco normale avrebbe speso il suo prezioso tempo ad aiutare la comunità lavorando in silenzio e soprattutto collaborando con le altre istituzioni preposte alla salvaguardia della salute e della sicurezza.
Invece di girare per i salotti delle televisioni nazionali De Luca dovrebbe farsi un giro in qualcuno dei reparti dove ci sono coraggiosi medici e infermieri che fanno di tutto e di più per salvare vite umane. Altro che #iorustuacasa o volgarità da osteria. Si accorgerebbe come sono ridotti gli ospedali anche se non soprattutto per colpa della propaganda politica alla Cateno De Luca: gag, insulti e varietà invece di concretezza e lungimiranza.
La verità cari lettori è che oggi più di ieri stiamo vivendo una stagione politica di nani e ballerine: non c’è grandezza neppure nell’insolenza.
La propaganda avrebbe detto qualcuno per essere efficace, deve adeguare il suo livello a quello del più stupido dei suoi destinatari. E quel qualcuno che risponde al nome di Paul Joseph Goebbels non conosceva Cateno De Luca né il suo equipaggio. Beato lui!