Messina. «Positiva la scelta della Prefettura di voler lavorare su tavoli tematici, ma in ciascuno di essi ci sia la presenza di esperti scientifici e sanitari che diano le dovute indicazioni tenendo conto dell’emergenza in corso». A dirlo sono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Messina, Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi, dopo la videoconferenza del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza organizzata dalla Prefettura di Messina nella giornata di oggi.
«I dati sanitari locali – sostengono – ci dicono che ancora l’emergenza non è finita e non bisogna pensare che il pericolo sia passato. Serve non avere fretta nella ripresa delle attività, serve responsabilità, senza fughe in avanti o ricerca di protagonismo individuale nel tentativo di forzare i tempi. La salute dei lavoratori viene prima di tutto, di qualsiasi aspetto economico».
Per Cgil, Cisl e Uil occorre fare fronte comune per strutturare un piano graduale di ripartenza dei diversi settori. «Non bisogna vanificare i sacrifici fatti da tutti, dai lavoratori impegnati nei servizi essenziali a chi è rimasto a casa rispettando le indicazioni del Governo al quale, insieme alla Regione e al Comune, adesso, chiediamo l’annullamento dei tributi regionali e locali e concreti aiuti per gli affitti. Abbiamo chiesto una forte azione ispettiva per verificare il rispetto delle norme di sicurezza in tutti i posti di lavoro (garanzia del distanziamento, distribuzione dei DPI, sanificazione dei locali e dei mezzi) e riteniamo indispensabile un importante attività di monitoraggio, insieme a tutti i soggetti preposti, al fine di prevenire il rischio di abusi e speculazioni sull’emergenza coronavirus».
Il sindacato ha chiesto al prefetto di farsi portavoce con il livello nazionale per una ulteriore proroga dopo le nove settimane di cassa integrazione e per l’aumento del bonus da destinare ai lavoratori stagionali del turismo e del commercio, pagato anche per i mesi di aprile e maggio.
I sindacati condividono la preoccupazione della Prefettura per le possibili infiltrazioni della criminalità nel sistema economico, ma evidenziano come «ci sia un substrato attorno ad esso che non si percepisce appieno. C’è il lavoro nero, ci sono gli stranieri che operano come colf e badanti e che sono le categorie più a rischio di povertà assoluta e, per la necessità di sopravvivere, essere avvicinati dalle organizzazioni mafiose».
Mastroeni, Alibrandi e Tripodi chiedono, infine, un’accelerata perché «siamo ancora in un contesto emergenziale seppur alle porte della “fase due” e questi tavoli tematici devono affrontare la delicata realtà che, a breve, affronteranno imprese e lavoratori».