Messina – La provvisorietà è ormai un’abitudine diffusa, il suo corollario automatico è lo scaricabarile: c’è sempre un assessore precedente a cui accollare tutti i disastri che fanno infuriare i cittadini.
Con chi lamentarsi se l’acqua non arriva, a chi dare la colpa se la città è una bolgia e le strade pattumiere? All’assessore competente, è ovvio. Ma l’assessore con l’era “Cateno De Luca” è un’entità quanto mai astratta ed evanescente. De Luca comanda, ordina, amministra, gestisce, ma tutto questo avviene perché aiutato dalla complicità di molti, compresi certi imprenditori che si sono prostrati al suo servizio.
Con le cosiddette società di servizio (da Messina Social City a Messinaservizi bene comune, tanto per citarne due non a caso…) ha concluso il suo cerchio perfetto: entra ed esce da Palazzo Zanca come se tutto fosse cosa sua. La carica di assessori, presidenti, consiglieri resta ma le facce con Federico “Cateno” Basile invece cambiano con una velocità sorprendente. Al posto dell’ottimismo, la speranza, la fede nel futuro, i sentimenti che circolano in sui media, sono invece il disagio, l’impotenza, la malinconia. Ciononostante si continua a sperare, forza che ce la fai, ce la faremo, e non ci si vergogna di un sentimento primitivo e forse un po’ volgare per i padroni dei palazzi, che è la purezza.
Purtroppo, nella nostra città, gli onesti li fanno fuori a calci nel sedere e i giovani con qualità li fanno scappare all’estero: che pazienza ci vuole nel vedere tanto talento sprecato… Non si tratta di permalosità o simpatia (sono notoriamente schietto), si tratta della verità. Chiaro? Il prossimo che mi chiede perché non ho stima per Scateno e la sua squadra lo mando a quel paese.