Messina – Sulla questione delle consulenze di De Luca, per un importo complessivo di circa tre milioni di euro, negli ultimi tre anni, come si evince dalle relative Dichiarazioni dei Redditi, altri soggetti, anche se in ritardo, durante questa campagna elettorale, stanno sollevando questo tema spinoso e imbarazzante per l’ex Sindaco.
La banale giustificazione, fornita dallo stesso in passato, che tali emolumenti farebbero riferimento ad “indennità arretrate” contraddice con quanto scritto sulla dichiarazione dei redditi, anche perché non si capisce quante sarebbero queste rate di arretrati e per quanti anni ancora le dovrebbe percepire.
La verità inconfutabile è che Cateno De Luca, direttore generale della FENAPI in aspettativa non retribuita, continua ad essere il dominus assoluto della stessa organizzazione e da ciò ne ricaverebbe guadagni assolutamente difficili da giustificare.
Non si comprende infatti come l’ex Sindaco che dichiarava ai quattro venti di lavorare per il Comune di Messina 24 ore al giorno, tranne qualche lasso di tempo da dedicare la mattina alle sue logorroiche dirette Facebook spesso vergognose e piene di insulti, abbia avuto il tempo di maturare compensi per le consulenze, non si sa se orali o scritte, per cifre cosi esorbitanti.
A questo si aggiunga che lo stesso De Luca ha percepito regolarmente l’indennità di Sindaco che non ha avuto la sensibilità ne’ di rinuciarvi ne’ di dimezzarsi. Inoltre va tenuto conto che il Comune di Messina, sull’orlo del dissesto finanziario, ha dovuto versare circa 30 mila euro l’anno di contributi alla FENAPI, in quanto collocato in aspettativa.
Ci chiediamo, per una questione di trasparenza, se Cateno De Luca non ritenga di dover dare spiegazioni esaurienti ai cittadini per le attività svolte che gli hanno fatto maturare tali compensi che supponiamo debbano essere suffragate da una considerevole quantità di lavoro e, quindi, da una adeguata documentazione tecnica e contabile che li giustifichi ampiamente. Siamo certi che tutto sia lecito e neanche lontanamente possa supporsi un’attività di autoriciclaggio e quindi che De Luca possa mostrare alla città tutte carte in modo tale da eliminare qualunque dubbio o per perplessità.
Tale argomento sta assumendo rilievo in questa campagna elettorale anche perché l’origine dei compensi del De Luca è in larga misura proveniente da fondi pubblici, cioè soldi di tutti i cittadini, che lo Stato versa al patronato INAPI per l’espletamento delle attività di sua competenza.
È possibile, che in relazione a tali contributi pubblici, il Ministero del Lavoro, a cui spetta il compito del controllo delle attività dei patronati, possa avviare un’ispezione per approfondire tale questione.
Se non perverranno adeguati chiarimenti da parte dello stesso De Luca non sono da escludersi iniziative parlamentari, attraverso interrogazioni al Ministro del Lavoro, perché si faccia chiarezza.
La disponibilità di ingenti risorse economiche nelle campagne elettorali determina un evidente squilibrio tra chi dispone di molte risorse e tra chi dispone di poco o nulla e pone in tutta evidenza una questione democratica. Schiticchi, focacce, arancini e pitoni a go go sono sempre stati nello stile delle campagne elettorali di De Luca – per la verità i rustici sono nello stile di qualcun altro – perché non gli ha mai fatto difetto avere disponibilità finanziarie significative mentre altre forze con grande difficoltà, e attraverso la sottoscrizione delle proprie attiviste e dei propri attivisti, riescono a mala pena a garantirsi manifesti e santini.
Con De Domenico Sindaco sarà un’altra storia.