La rabbia dei cittadini in seguito alle denunce a carico di chi ha tentato di salvaguardare la propria incolumità: «Non permetteremo che venga mortificata ulteriormente la popolazione. Pronti a portare avanti la nostra battaglia in tutte le sedi»
MESSINA. «Oltre il danno, la beffa». Dopo il grido d’allarme lanciato a più riprese negli scorsi mesi per portare all’attenzione dell’opinione pubblica i danni subiti dalle abitazioni a causa delle mareggiate, l’ultima delle quali si è verificata lo scorso 25 marzo, i membri del Comitato “Salviamo Galati Marina” chiamano in causa l’Amministrazione comunale in merito alle recenti ordinanze di sgombero e alle denunce a carico dei residenti del villaggio marino, annunciando di essere pronti a portare avanti la loro battaglia in tutte le opportune sedi.
«Ieri – spiegano – mentre gli uomini della Polizia Municipale notificavano un’ordinanza di sgombero, un malcapitato cittadino, adesso difeso dall’Avv. Luigi Giacobbe, è stato denunciato per aver tentato di salvaguardare la propria incolumità con la riparazione del proprio muro perimetrale. Tutto ciò dopo aver dovuto subire i danni del mare dovuti all’incapacità delle istituzioni di attuare una tempestiva messa in sicurezza. Come se ciò non bastasse, siamo venuti a conoscenza che giorno 27 Marzo un altro cittadino è stato denunciato per innovazione di terreno demaniale marittimo. Mentre noi cercavamo di capire le dinamiche e non eravamo nelle condizioni di smentire subito i fatti, su questa vicenda è stata costruita una narrazione surreale secondo la quale sarebbero stati i cittadini a manomettere la barriera. Non permetteremo che passi questa ricostruzione artificiosa dei fatti, che mortifica ulteriormente una popolazione già vessata da anni, né che si cerchino capri espiatori per tentare di scaricare responsabilità riconducibili prevalentemente a una cattiva gestione», proseguono i rappresentanti del Comitato, che già a partire dallo scorso dicembre avevano specificato come la barriera esistente non fosse più sufficientemente protettiva. Infatti il Comitato aveva fatto presente la situazione attraverso la stampa, pec e non per ultime nelle audizioni delle Commissioni Comunali e dell’ARS.
«Apprendiamo – proseguono – che qualcosa finalmente inizia a muoversi, alla luce dell’ordinanza sindacale, datata 10 aprile, con la quale si dà disposizione, come da noi richiesto già da dicembre, di procedere con immediatezza all’esecuzione dei lavori per rafforzare la barriera e mitigare la situazione di pericolo, quindi si interviene con estremo ritardo e senza dare piena risposta alle nostre richieste, pertanto chiediamo all’amministrazione quali ulteriori soluzioni intende mettere in atto per tutelare le persone rimaste senza casa e i tanti cittadini che si sono visti invadere le proprietà da montagne di sabbia in quelli che una volta erano giardini e cortili esterni».