CONTE BIS: comincio da una conversazione al telefono con un amico. Secondo lui Matteo Salvini ha fatto il grosso errore di“staccare la spina”, sostanzialmente doveva resistere dentro al governo, uscire soltanto quando lo buttavano fuori dall’esecutivo. Ho ricordato all’amico che da tempo negli ambienti del centrodestra consigliavano al ministro degli interni di abbandonare il governo. Anche se per la verità lo stesso Salvini ha chiarito di essere stato un po’ ingenuo in questa sua scelta. Tuttavia adesso i giochi sono fatti e il problema non è Salvini, ma la nuova ammucchiata creata artificialmente dai giochi di Palazzo.
La questione grave è che il presidente della Repubblica forte della Costituzione ha avvallato un’ammucchiata di Palazzo che ha come collante la poltrona. «È nato il bimbo, deforme e malato come era prevedibile, e la più incallita delle prostitute esce a testa alta dal confronto con i signori che da oggi guideranno le sorti della nostra povera Italia, che sembrava, seppur un po’ a zig-zag, essere finalmente sulla buona strada» (Paolo Deotto, Governo Conte-bis. La morte del pudore, 5.9.19, Il Nuovo Arengario)
Con questo governo si dissolve la leggenda del moralismo dei grillini. Ha ragione Giorgia Meloni nello spot, quando afferma che i grillini dovevano aprire il parlamento come una scatola di tonno, invece sono rimasti dei tonni in scatola. I grillini pronti a tagliare poltrone e stipendi, ma solo per quelli che siederanno dopo di loro in parlamento. Loro che dovevano rivoluzionare il sistema, adesso, pur di restare al potere, si alleano con il Pd, il partito sistema. Ciò che li tiene insieme è l’odio viscerale contro la Lega e il suo segretario.
I poteri forti esultano, c’è la benedizione dell’Unione Europea. Ci sono i “mercati”, questa divinità onnipotente e oscura, che hanno ben accolto la novità. Lo “spread”, indice senza il quale abbiamo vissuto per anni e anni felici e contenti, miracolosamente scende. Esultano i bempensanti, i giornali, i magistrati democratici, gli attori di Hollywood.
E se non tutti, certamente anche non pochi esponenti di quel che rimane del mondo cattolico, plaudenti a chi fa della politica la contraffazione della carità, così rinunciando alla forza scandalosa e salvifica del messaggio cristiano.
Allegria, l’Italia dopo il rischio di diventare populista e sovranista, guidata dell’uomo nero Salvini, adesso è salva e l’Europa benedice. Pertanto l’Italia provincia disciplinata ritorna a far parte del Triangolo della Morte Bruxelles-Parigi-Berlino.
Per quanto riguarda la lista dei ministri, per lo più sono tutti illustri sconosciuti, o perlomeno si tratta di politici di seconda o terza fila. Questa volta Mattarella tutto accogliente, felice e contento, non ha avuto niente da dire sui nomi, non c’era un Savona di turno. «È perfettamente inutile nascondersi dietro la foglia di fico della maggioranza parlamentare, quando anche l’ultimo dei deficienti sa che questo Parlamento non rappresenta più il popolo italiano. Su Sergio Mattarella grava la più pesante responsabilità per la formazione di questo governo. Aveva lui il pallino in mano e l’ha tirato secondo le esplicite indicazioni dei potentati UE & affini […]Aveva la possibilità di fare qualcosa di buono per l’Italia, non ne ha avuto il coraggio. Ne risponderà davanti alla Storia, ma soprattutto davanti a Dio».(Ibidem)
Questo governo sta nascendo puntellato con le solite frasi vuote, e con una forti dosi di ipocrisia, la più utilizzata: “stiamo lavorando per il bene del Paese”. Ce lo hanno detto con il governo Monti, poi con Letta, quindi con Renzi infine con Gentiloni. Peraltro, tutti governi che non hanno avuto il consenso elettorale. Guarda caso, tutti agiscono per il bene del Paese, soprattutto quando c’è da sostenere un esecutivo artificiale come questo del Conte bis. «Perché è ridicolo far finta di ignorare che ci sono intere schiere di parlamentari che, in misura sempre maggiore di legislatura in legislatura, vengono catapultati sugli scranni della Camera e del Senato letteralmente dal nulla. Da qualche decina di voti su una piattaforma online, per fare un esempio concreto. Gente che, dall’oggi al domani e senza un’adeguata preparazione politico-culturale, si trova seduta su una comoda poltrona parlamentare in pelle rossa». (C. Puglisi, “Per il bene del Paese? Basta scemenze! E ipocrisie…”, 5.9.19, Il Nuovo Arengario.it)
Non solo in questo mondo dove si esalta il guadagno, l’arricchimento, l’avere al posto dell’essere, criticare il comportamento del parlamentare «è non solo infantile, ma anche un tantino ipocrita». E’ molto difficile rifiutare un posto sicuro e ben retribuito. «E, anzi, la si smetta di dire che il problema è solo degli sfaccendati. Anche chi, nella vita civile, percepisse un normale stipendio da dipendente o da quadro non potrebbe che fare fatica ad accettare di abbandonare un seggio parlamentare». (Ibidem)
In questi giorni molto si è dibattuto sui mandanti di questo governo. Complotto o non complotto, certamente ci sono state delle convergenze ricercate o occasionali. Non occorre leggere chissà quali carte, «basta osservare quanto accaduto in questi ultimi mesi per rendersi conto di come la nuova compagine governativa sia stata voluta, ricercata, costruita da tutte quelle forze che rappresentano la cosiddetta post-modernità: post-comunisti, europeisti M&M’s (che non hanno nulla a che vedere con i gustosi confetti di cioccolato, ma molto con Merkel e Macron), post-democristiani e nichilisti ingialliti. Tutti accomunati, più che dall’anti-Salvinismo, dal desiderio di salvare sé stessi e di rivitalizzare tutto ciò che ha condotto l’Italia e l’Europa nella condizione di civiltà agonizzante. Insomma, una crisi tutt’altro che imprevista, come ha scritto anche Francesco Verderami sul Corriere della Sera. E forse anche nei fatti favorita da chi, troppo concentrato sugli “Interni”, ha trascurato quel che stava accadendo – o tramando – oltre confine». (Domenico Airoma, Tutti insieme appassionatamente, 6.9.19 alleanzacattolica.org)
Si forma un nuovo governo dove non contano gli uomini, ma sembra un’idea quella del nuovo umanesimo, che poi non è che la vecchia utopia diabolica tesa a creare «“l’uomo nuovo” nonostante il sangue versato e le macerie ancora fumanti. È come pretendere di salvare un uomo ridotto in fin di vita fornendo all’assassino, che ha esaurito le munizioni, l’ennesima pallottola». (Ibidem)
In questi giorni dai microfoni di Radio Maria, padre Livio Fanzaga, novello “Microfono di Dio”, molto simile a quel grande apostolo missionario, padre Riccardo Lombardi, sta spiegando bene quale sia il substrato ideologico filosofico su cui si basa il premier Conte. Un nuovo umanesimo targato Edgar Morin, vecchio filosofo francese, che non ha niente a che fare con il cristianesimo. Anzi si tratta di «una netta rottura con la prospettiva di un umanesimo cristiano, che vede nel suo fondamento l’apertura dell’uomo alla trascendenza, che in termini etici e, quindi successivamente politici, nel senso ampio del termine, vuol dire apertura alla legge morale naturale, quale regola fondativa delle relazioni tra gli uomini». (Daniele Fazio, Il “nuovo umanesimo di Giuseppe Conte (e non solo),
2.9.19, in alleanzacattolica.org).
Questo umanesimo si coniuga facilmente con il multiculturalismo, l’ambientalismo, i nuovi diritti civili, il laicismo. «Tutte tematiche che sono emerse nel breve discorso programmatico del premier Conte. Vale poco, in questa cornice, il pur citato primato della persona in riferimento al dettato costituzionale». E attenzione scrive Fazio, «Non si tratta semplicemente di vagheggiamenti filosofici, ma della possibilità reale che tutto questo si concretizzi in dispositivi di legge con forze di governo (M5S e PD) la cui storia chiaramente risponde a questi criteri ideologici». (Ibidem)
Di fronte a questi scenari non bisogna disperare, abbiamo superato le prospettive degli anni 60, 70, «quando le élite progressiste avevano scommesso sulla vittoria “inevitabile” del comunismo e si prostravano di fronte al vincitore venturo. Non andò così, grazie a Dio, e grazie agli eroi e ai santi che hanno saputo resistere. Sono stati eroi realisti poiché umili e hanno accettato la sfida della realtà, lavorando dentro le situazioni anche più difficili per cambiarle con costanza e con pazienza. San Giovanni Paolo II (1920-2005) ne è l’esempio più fulgido, ma tanti illustri sconosciuti hanno in quegli anni animato, appunto eroicamente, la resistenza contro il totalitarismo rosso». (Marco Invernizzi, Costruire ambienti dove far vivere la speranza, 2.9.19 in alleanzacattolica.org)
Domenico Bonvegna
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