Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico, il prezzo medio nazionale della benzina al self-service è salito nell’ultima settimana a 1,366 euro al litro da 1,356 euro della settimana chiusa il 18 aprile. Ci dicono che questo sia dovuto alla ripresa delle quotazioni del petrolio che, da qualche giorno, è andato oltre i 30 dollari al barile e, di conseguenza, all’aumento dei prodotti della raffinazione.
Come sempre in questi casi, i consumatori vengono presi per i fondelli, facendo loro credere che la percezione sia la stessa cosa della realtà.
E’ innegabile, infatti, che se il petrolio aumenta in questi giorni le proprie quotazioni, siccome dentro le nostre auto non mettiamo petrolio ma benzina, e che quest’ultima è frutto di una raffinazione che non si fa in pochi giorni… è innegabile che il prezzo aumentato della benzina è solo una speculazione di mercato.
Tutto in regola, quindi. In regola con gli aumenti che vengono applicati quando il mercato ha una maggiore domanda.
Certo, in periodo pandemico ci si sarebbe aspettati un comportamento più collaborativo, invece no. A noi consumatori ci si chiede, per il bene nostro e di chiunque altro, di limitarci nelle libertà personali, a rinunciare a molte delle nostre abitudini… tutto nel nome del bene collettivo. E sembra che tutti abbiano rispettato queste limitazioni visto che i risultati ci sono nel calo della diffusione del virus. Ci si sarebbe aspettato che agire in nome del bene collettivo riguardasse non solo l’ultimo anello della catena produttiva, il consumatore… invece no.
Pazienza, vorrà dire che sarà per la prossima volta.
Intanto, però, sarà bene che ognuno faccia tesoro che questi sistemi di mercato esistevano, esistono ed esisteranno. E come si lottava prima contro l’essere considerati degli imbecilli da parte dei “padroni della benzina”, occorre continuare a farlo. Oggi con il vantaggio del green deal europeo, quello italiano e le politiche e gli incentivi che vengono riconosciuti per una mobilità sempre meno legata al consumo della benzina… vantaggio che per ora è nelle parole e che auspichiamo passi presto ai fatti.
E, di conseguenza, che tutti questi mercanti della percezione che credono di avere a che fare con consumatori imbecilli, guadagnino sempre meno … potendo, ovviamente, prima di fallire, convertire i loro tipi di produzione in direzione ecologica… ma, al momento, sembra che su questo siano abbastanza tonti e continuino ad accontentarsi, per il momento, a pagare le cosiddette tasse per inquinare.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc