È un film e non un documentario. È significativo, perché attraverso una biografia si racconta un leader, un capo, il suo carisma e le sue prepotenze, la sua capacità ispirativa: padre non certo padrone, marito ed anche amante senza più energia.
#Gianni_Amelio non finge con l’immaginazione, ma ne ritrae una personalità vera, senza edulcorazioni, complessa. #Amelio propone una personalità che ha esercitato potere, facendo storia. Ed il cameo ordito mediante l’amico di sempre, Vincenzo, impersonato da #Antonio_Cederna, suggella la percezione del socialista di base tradito dalla leadership di nani e ballerine.
Un grillo parlante che parlava a nome della coscienza socialista e non certo in nome degli arrampicatori sociali. In un’Italia che annegava nella corruzione Craxi fu un uomo politico patinato, fiero, autentico, vissuto, che è stato in grado di squarciare i tanti veli che ipocritamente venivano utilizzati per coprire le verità. Il film traccia l’umanità di un #uomo_sconfitto che coraggiosamente tentava di difendere la sua dignità individuale e di gruppo, politica e culturale, socialista ed #anticomunista. Io spettatore, come me, con i miei vent’anni vissuti scopertamente a #destra, nutrito per anni con onnivora curiosità, anche con riviste come #Mondoperaio di Giugni, Federico Coen, Rodotà e #Pagina con Aldo Canale, Paolo mieli, Massimo Fini, Ernesto Galli della Loggia.
Insomma io che entusiasticamente leggevo di tutto in quegli anni su e di Craxi, in cui l’Italia si scopriva non più bipartistista imperfetta (come la definiva #Giorgio_Galli), ma più aperta e plurale consegnava una dimensione reale in cui albergava la speranza di vedere una #Repubblica_Italiana riformata e non irredimibile, non più figlia del dopoguerra (si veda: l’episodio, racontato romanticamente dal nipote sulla spiaggia di #Hammamet, ovvero l’insubordinazione agli USA di Sigonella).
Certo la fine della corsa #spense entusiasmi e velleità divenute illusioni ed il suo esilio, poco dignitoso e poco democratico, affermó la dignità di un uomo che aveva perso la battaglia di una vita: quella di dare senso e valore ad una politica che non era stata pulita, nè lungimirante, nè visionaria. #Favino nella interpretazione di #Craxi è strepitoso, e non accade la prima volta.