La campagna per le Amministrative di Messina continua a riservare sorprese e l’uomo della strada si chiede dove abbiano la testa gli uomini della politica. Dove siano finiti lo stile, il semplice buon senso.
Caro lettore, quante cose vorrei raccontarti per tenerti informato su come si preparano i candidati al voto del 10 giugno ma errare è urbano. Partiamo dalla notizia di giornata: abbiamo gridato allo scandalo perché due candidati a sindaco, Dino Bramanti e Cateno De Luca si dichiarano pronti a non farsi le scarpe (uniti per quanto tempo?) ma abbiamo fatto spallucce che un altro candidato, Pippo Trischitta, annuncia come suo eventuale assessore l’avvocato Maria Grazia Saccà – moglie di un fedelissimo di De Luca, il commercialista Franco Vito – a cui andrebbero le deleghe al Contenzioso, Patrimonio e Pari Opportunità. Da notare che la Saccà, attuale consigliere comunale di minoranza del comune di Roccalumera è stata eletta in una lista vicina a De Luca. E’ la politica bellezza! E ancora non abbiamo visto nulla. Episodi grandi e piccoli mostrano la filosofia che muove certe discese in campo. Faccende che certo non mancano di riflessi politici, anche pesanti, ma oltre a provocare furibonde e giustificate reazioni hanno il vizio micidiale di prestarsi alla satira, quando non al dileggio.
Messina e la sua comunità meritano di meglio: non certo i cambi di casacca che tra una fila dietro la porta di Bramanti o di Pietro Navarra stanno nutrendo la campagna elettorale per le Amministrative. Ci piacerebbe conoscere il parere di quei cittadini che ieri hanno votato, per esempio, per un candidato che si presentava con l’immagine di Rosario Crocetta sul santino e oggi, si ripresenterà con quello di Silvio Berlusconi: dove era l’errore nella precedente candidatura oppure ora? E come si può essere d’accordo ieri con la filosofia di Crocetta e oggi abbracciare quella di Berlusconi? Ci pare un gran casino. E a voi? La verità è che ci sono cose che, semplicemente, non si fanno. Il candidato sia che corra per la poltrona di primo cittadino o del Consiglio comunale non può avere l’aria del postulante, che sbaglia insieme momento e argomento. Come diceva Totò: ma ci facciano il piacere!
Purtroppo, oggi di sincero non c’è più nulla. Durante la corsa al voto si mostrano tutti onesti, bravi, ecocompatibili, antimafiosi, amici degli ultimi, d’improvviso, cambia tutto. Spuntano qua e là zone d’ombra, inciuci, business, incarichi, favori personali. Comunque non è il caso di scusarsi per la colpa. Un po’ di pazienza e il giochetto ricomincia da capo, oggi la vergogna e domani la ri – candidatura. Come direbbe qualcuno: esci la menzogna da questo candidato… esci la menzogna da questo corpo.