Era nato come misura eccezionale, con l’intento di prorogare o posticipare misure urgenti; di fatto, è diventato una appendice alla legge di bilancio e di approvazione di norme che troverebbero la naturale collocazione in apposite proposte di legge o di modifica di quelle esistenti.
E’ il decreto Milleproroghe.
C’è di tutto e di più. E’ partito con 43 articoli e 166 commi, ora i commi sono lievitati a 434. C’è la norma sulle concessioni autostradali, sul bonus verde, sui monopattini, sull’assicurazione dei veicoli, ecc.
Il Milleproroghe è stato approvato dalla Camera dei Deputati e ora passerà al Senato, seguendo lo stesso percorso legislativo, in attuazione del bicameralismo perfetto. Si preferisce diminuire il numero dei parlamentari ma non incidere sulla funzionalità del Parlamento.
Di modifiche del bicameralismo perfetto non v’è traccia nelle proposte del Governo.
Non si vogliono neanche modificare le procedure, prendendo ad esempio quelle del Parlamento europeo: molto lavoro in commissione e, una settimana al mese, la plenaria in aula, con tempi definiti.
Si preferisce, insomma, la rappresentazione teatrale nell’aula; sceneggiate utili per essere trasmesse dai media a godimento dei citrulli del momento.
A questa sceneggiata non si sottraggono le forze politiche, neanche il M5S che, a loro dire, doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ma i tonni sono diventati loro, auto isolati nel comodo involucro, a ripresentare liturgie muffose.
Nel frattempo, siamo stati, e siamo, gli ultimi in Europa per crescita del Pil.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc