I correttivi alla Riforma Cartabia, entrati in vigore il 26 Novembre, relativi al diritto di famiglia destano preoccupazione poiché alle consuete domande sulla richiesta di separazione, divorzio, disciplina dell’affidamento dei minori, si aggiungono quelle di risarcimento danni per violazione dei doveri familiari.
Il danno endofamiliare, ovvero tutti quei danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti dalle condotte di un familiare, assumono un ruolo centrale ed una rilevanza finora sconosciuta.
Questa tipologia di danni esiste da tempo ed aveva trovato una difficile e minimale applicazione.
Chi ha diritto a chiedere questi danni e per quali condotte?
Possono chiedere, anche se per motivi diversi, il risarcimento del danno sia il partner che i figli.
Il partner può chiedere il risarcimento in caso di abbandono o maltrattamenti mentre aveva bisogno di assistenza, se viene ostacolato nelle relazioni con gli altri, se la privacy viene costantemente violata, se nel corso del rapporto è stato disprezzato e svillaneggiato innanzi a terze persone.
La casistica è ampia tanto da ricomprendere anche le ipotesi di umiliazioni davanti ai figli, la ridicolizzazione, la frustrazione delle ambizioni, il vivere in un ambiente tossico, soffocante etc.
I figli, invece, possono chiedere risarcimento per il disinteresse mostrato da un genitore nei loro confronti o anche se lo stesso, al pari del partner, è vittima di atteggiamenti svilenti la propria personalità.
Cosa si vuole tutelare?
Sicuramente dei diritti costituzionalmente garantiti derivanti da violazioni dei doveri familiari intesi in senso ampio.
Che tipo di danno si risarcisce?
Quello non patrimoniale o morale derivante dalla perdita dell’opportunità di crescita alla quale avrebbe potuto aspirare se avesse avuto le disponibilità economiche che gli sono state negate, oppure se fosse stato sostenuto o coadiuvato dal partner o dal genitore. E’ inoltre dovuto il danno da carenza affettiva.
Perché è sorta questa preoccupazione?
Nella nozione di «danno endofamiliare» rientrano forme di danno variegate e complesse.
Questa nozione volutamente ampia consente oggi, che anche le domande risarcitorie per illeciti endofamiliari, rientrino nel nuovo processo di competenza del giudice della famiglia..
In precedenza, invece, per ottenere tutela occorreva introdurre un giudizio autonomo innanzi ad un giudice non competente in materia famiglia.
Oggi tali danni si potranno richiedere e ottenere nello stesso processo nel cui ambito si richiede la separazione giudiziale o il divorzio.
Quando si verifica il danno? Come si può provarlo?
Siamo di fronte ad un danno endofamiliare se si verificano queste due condizioni.
1) Il danno è ingiusto e la sua valutazione verrà effettuata in base agli atti acquisiti al processo e quantificato, tenuto conto della gravità e della durata delle violazioni e delle ricadute negative sulla vita e sulla salute;
2) quando si viola un diritto fondamentale di rango costituzionale.
Esiste la prescrizione?
Sì, la prescrizione è quinquennale e per il calcolo della stessa si tiene conto se siamo di fronte ad una singola condotta (danno istantaneo), oppure ad una condotta reiterata nel tempo.
Quando la condotta è singola il termine decorrerà da quando l’evento si è verificato. Se, invece, le condotte sono reiterate nel tempo, la prescrizione ricorrerà da quando il soggetto danneggiato acquisisce consapevolezza della lesività del comportamento del genitore o del partner.
Sara Astorino, legale, consulente Aduc