Come l’UE sta coprendo il genocidio in atto in medio oriente e cosa possiamo fare affinché queste elezioni europee possano trasformarsi in un cambio di paradigma per l’Europa e la geopolitica mondiale.
Da Atene, città simbolo per la lotta a quelle politiche europee che mandano in sofferenza molti dei cittadini dell’unione, i candidati italiani di MERA25 Elettra Stamboulis e Federico Dolce lanciano la campagna per le elezioni europee con la lista Pace, Terra e Dignità.
Con loro l’europarlamentare irlandese Clare Daly, il leader del MeRA25 Grecia Yanis Varoufakis, il candidato del MeRA25 Grecia Faizal Zacharia El Masr, l’attivista pacifista ebrea Iris Hefets e i candidati dei partiti politici MERA25 in Germania (Karin De Rigo e Johannes Fehr) perché un movimento transnazionale gioca di squadra anche e soprattutto durante queste elezioni europee cruciali per stabilire il nuovo assetto di potere che determinerà gli equilibri per i prossimi 5 anni.
Dal 7 ottobre, DiEM25 e i suoi partiti politici MERA25 sono stati strenui sostenitori dei diritti dei palestinesi. Due petizioni lanciate hanno attirato oltre 175.000 sostenitori a livello globale e i membri hanno partecipato attivamente a proteste ed eventi per chiedere la fine del genocidio a Gaza. In particolare, il leader del MeRA25 greco Yanis Varoufakis è stato di recente escluso dalle autorità tedesche dalla partecipazione a un livestream del Congresso sulla Palestina e gli è stato vietato di entrare nel Paese.
I partiti MERA25 di Italia, Grecia e Germania si stanno presentando alle elezioni europee con un fermo impegno per la pace e la fine del coinvolgimento dell’Europa nei crimini di guerra di Israele. Condividono la convinzione che la sofferenza di Gaza riecheggi la nostra: la sua lotta è la nostra lotta, la sua speranza è la nostra speranza. Il 15 maggio è un grido d’allarme per coloro che sognano un’Europa indipendente, pacifica, giusta e sostenibile, dove ogni cittadino possa condurre una vita dignitosa.
Federico Dolce:
“La sfida per una nuova Europa comincia oggi.
Passa per un nuovo progetto di appartenenza politica che esprime una nuova idea di Europa del futuro, una lotta transnazionale, coerente, comune a tutti i cittadini di tutti i Paesi Europei che hanno vissuto sulla propria pelle i fallimenti di un’ideologia del santo libero mercato e che sperimentano ogni giorno l’autoritarismo di un establishment che per non subire le conseguenze delle proprie azioni sta rilanciando con una deriva militaresca, identitaria e repressiva. Passa per il vano sacrificio di decine di migliaia di soldati mandati al fronte a morire per una guerra voluta per pigrizia, incompetenza e per calcolo. Passa per il riconoscere l’incredibile ipocrisia di un’oligarchia di poteri a cui è caduta la maschera, e con il ritrovare un minimo di umanità nel sentirsi partecipi del massacro decennale del popolo Palestinese. Passa per una visione chiara di cosa debbano essere il lavoro, la formazione, la transizione ecologica, la parità dei diritti e la dignità umana di ogni persona, in un programma pragmatico quanto rivoluzionario che possa farci ritrovare la speranza in un futuro degno di questo nome.”
Elettra Stamboulis:
“C’è non solo una pace da fare, ma c’è anche una soluzione di giustizia riparativa da pensare. I vecchi strumenti della diplomazia dei poteri che ogni volta rinegoziano le colpe non sono più utilizzabili. Bisogna cambiare gli occhiali e sostituire le forme patriarcali della proprietà e della restituzione del danno, dell’esempio e della colpa, con una civiltà e delle pratiche politiche che riconoscano l’alterità come condizione esclusiva e umana. Le colpe dell’Europa cosiddetta occidentale sono state lavate in Israele e Palestina, e trovare una soluzione perché in quel lembo di terra si conviva è proprio compito dell’Europa.
In Sudan un colonialismo neanche troppo velato sta tenendo un milione di persone in ostaggio della carestia e della deportazione. C’è un nuovo colonialismo, ed è quello del visto sul passaporto. Solo pochi hanno libertà di movimento, tra cui noi europei dell’Unione. È ora di accettare che non siamo soli. E che anche il resto dell’umanità non è fatto di alberi”.
Elettra Stamboulis (nata il 31 dicembre 1969) a Bologna, Italia, è una curatrice d’arte, preside di liceo, scrittrice e fumettista. Dal 2008 al 2011 è stata assessore all’Istruzione della città di Ravenna. Membro di lunga data di DiEM25, suo marito Gianluca Costantini è l’artista che ha collaborato a lungo con DiEM fornendo la grafica, ora è membro del Collettivo Nazionale Italiano.
Federico Dolce è laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università di Torino. Campaign manager e political strategist, socio partner dell’agenzia di comunicazione Instant Love srl dal 2018, conta 15 anni di esperienza lavorativa nell’informatica e comunicazione a livello internazionale. È presidente e socio fondatore del Centro Studi Argo, dove riveste il ruolo di presidente dalla fondazione, membro del direttivo nazionale di DiEM25, contributore su temi come mercato del lavoro, geografia politica, Europa e democrazia informatica per entrambi. Svolge il ruolo di portavoce nazionale e segretario di Mera 25. Europeista convinto, ma fermo oppositore di queste istituzioni e di questo impianto antidemocratico,, crede che per realizzare un nuovo futuro occorra introdurre azioni che mirano a tutelare la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale. Con MERA25 ha aderito al progetto di Pace Terra e Dignità per portare a tutti l’idea che l’Europa debba lavorare per la pace, perché questo è il primo passo da compiere per riconquistare la fiducia dei cittadini.
MERA25 Italia
Il primo vero partito transnazionale progressista europeo! Finalmente una proposta politica radicale ma realista, affidabile e coerente, con una visione per il futuro che va ben oltre le prossime elezioni, una visione europea, solidale, internazionale. Un partito con un grande movimento europeo alle spalle, finalmente in grado di portare con forza la proposta politica innovativa necessaria per scuotere le fondamenta dello status quo.