E’ il leitmotiv di tutte la cosiddetta Terza Repubblica, l’altra faccia del quasi cambiamento rivoluzionario: ma si stava davvero peggio nella Prima? Lo confesso, ogni tanto mi viene da chiudere gli occhi e ricordare tutte le occasioni in cui ho già vissuto questa situazione, da Tangentopoli, al colpo di spugna, al ricambio generazionale fino ai giorni nostri. E’ sempre uguale, con la gente che protesta e il potente che spaccia per democrazia e novità provvedimenti su misura per amici e potenti.
Dalla casa all’acqua; dalla riqualificazione del territorio ai servizi sociali. E’ sempre uguale, magari oggi è molto peggio di ieri e di trent’anni fa. Il Comune di Messina è al centro del circolo vizioso e la sfida prosegue per procurarsi posti e favori alla Regione. L’emergenza covid 19 arriva in un momento cruciale per la squadra di Cateno De Luca. E per squadra non mi riferisco di certo agli assessori. La sua squadra è composta da altri giocatori. Il sindaco sceriffo continua a combattere non per garantire i diritti dei messinesi ma bensì per la sua sopravvivenza politica e imprenditoriale. Quanto a governare, quella è un’altra cosa. La messinscena dell’emergenza Covid, utilizzata da De Luca con uso sconsiderato del ridicolo, ha riempito i telegiornali italiani e i social. Ne abbiamo sentito di tutti i colori, non ultimo il pericolo del contagio, giocando a tennis, usando il topspin e la voleè.
Trasformare ogni scusa in emergenza è un tic caratteristico dei governanti insicuri e privi di visione strategica. Ecco perché ho voluto incontrare Emilio Fragale, avvocato e politico per capire meglio cosa accade. Non c’è dubbio che la Sicilia e la stessa Messina, devono fronteggiare una situazione non felicissima. Ma soprattutto mi chiedo perché non si apra una riflessione tra tutti i nostri cosiddetti leader politici su come uscirne seriamente. Davvero siamo diventati così ignoranti e senza pudore come qualcuno vuol farci credere?
Emilio Fragale di professione avvocato. Ma andiamo indietro nel tempo e ricordiamo la tua militanza nella Democrazia cristiana accanto a figli d’arte, giovani promettenti… Cosa ricordi?
A diciotto anni e un giorno era già tesserato. Titolare di tessera della DC. Ricordo tutto. Ricordo tutti. Non rinnego niente. Non rinnego nessuno. Porto nel cuore tutto. Porto nel cuore tutti … figli d’arte e figli di nessuno di quel movimento giovanile. Tutti qualcuno.
Di quei rampolli di nobile casata chi ti ha sorpreso in positivo e chi ti ha deluso?
Mi hanno sorpreso tutti. Tutti in positivo. Perché? Perché la loro strada, la loro carriera, la loro crescita non è stata decisa dai loro cognomi. Anzi … hanno fatto la differenza proprio quando le loro scelte non hanno incontrato il favore e l’assenso dei genitori.
La politica è stato il tuo pane quotidiano poi diventi grande e Francantonio Genovese ti nomina direttore generale del Comune di Messina. Un posto tutt’altro che comodo…
Confesso che ho vissuto … di studio e di professione, di impegno civico e politico, di assemblee accese e di fuochi “ppi rrustiri”. Quella nomina mi ha onorato. Non mi ha onerato. Mi aveva incupito la mancata indicazione come assessore. Non immaginavo di assumere quella responsabilità di “cerniera” e se si vuole di … “alter ego”. Tuttavia, occorreva dare coerenza e declinare il programma votato dagli elettori nel rapporto con i segmenti della amministrazione. Conoscevo poco il Comune. Conoscevo … diciamo discretamente … quel programma.
Ricordo una tua lettera ai dirigenti di Palazzo Zanca per invogliarli a remare dalla stessa parte: qualcuno però ci rimase male. E’ così difficile far accettare le regole ai dipendenti della pubblica amministrazione?
Vi è un dogma … la continuità della azione amministrativa. Vi è un limite … la separazione tra prerogative della dirigenza e quelle della politica. Vi è una vertenza … il ben-essere organizzativo. Vi è un problema … la grafomania defaticante di compartimenti (dipartimenti e staff) stagni. Vi è un valore … la consapevolezza nei funzionari che valgono di non avere bisogno di essere o apparire filo-governativi.
Cosa rimpiangi della vecchia classe politica e cosa contesti?
Contesto, avendola sempre contestata, la deficitaria formazione e selezione della classe dirigente … nella vecchia e nella nuova classe politica. Si è andata aggiungendo da Tangentopoli in poi la delusione per la resa nei confronti di accademie, procure, derive supplenti … peraltro, divise … in correnti. Fa anche rima. Vi erano politici di classe … non hanno voluto, saputo, potuto … fare scuola. Vi erano e vi sono imbelli e imbecilli … sempre ottimi nella monta e nella fecondità.
Ma questa Isola è davvero destinata a essere terra di conquista dei barbari?
La Sicilia è destinata agli indigeni. Le prossime regionali saranno una partita tra Trinacria contro resto dei simboli, dei loghi e delle logorree dei partiti e dei leader nazionali.
Oggi, Messina ha un sindaco atipico: Cateno De Luca, tu lo conosci bene: è l’uomo giusto per la città?
Lo conosco. Non lo conosco bene. Ha vinto al ballottaggio. Non sarebbe neppure andato al ballottaggio se nel giorno del confronto … il prof. Bramanti non lo avesse atteso per un quarto d’ora e lo avesse piantato in asso allo sfoggio della attillata maglietta con la scritta “a ciascuno il suo mestiere”. Il sindaco sarebbe oggi … Antonio Saitta. Cateno De Luca è … giusto un uomo. Non è un uomo giusto quando scivola nella caricatura che fa di sé stesso. Dicono … “sa leggere le carte”. Che significa? Deve saperle dare. Non è il DG. Non è il Ragioniere Generale. Non è il Segretario Generale. Non è il Generale Comandante dei VV.UU. Non è l’Ingegnere Capo (che non esiste più). È il Sindaco. Lo sguardo va posato in basso per scorgere iniquità e nefandezze ma deve essere anche alto, lontano, profondo per offrire speranza al bisogno e fiato alla energia positiva. Potrebbe essere il prossimo Governatore della Regione? Con bacetti e ducetti, droni e troni, beccate e imbeccate, archivisti e pacchisti, pacchiu e spacchiu …NO. Senza? Forse … se tutte le liste a sostegno richiamano identità.
A Palermo governa Musumeci: tu hai recentemente contestato la nomina del nuovo assessore ai Beni culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà. Eppure la Sicilia ha avuto come Assessore Regionale al Turismo, sport e spettacolo, Michela Stancheris, nata ad Alzano Lombardo…
Non ho contestato la nomina del nuovo assessore. Ho contestato la delega alla Cultura e alla Identità Siciliana ad un esponente della Lega. È una contraddizione, un ossimoro, una barzelletta, un insulto, un tradimento.
Polemiche a parte, come uscirne da questa crisi politico – economica?
Non se ne può uscire con ricette di impiegati e scienziati della P.A a contatto con catapultati e scalatori, orecchianti e mestieranti della politica (“p” … minuscola). Non comprendono le esigenze e le istanze dei lavoratori autonomi, delle partite Iva, delle attività economiche private, degli esercenti, dei commercianti, degli artigiani, delle p.m.i. delle nicchie di eccellenza che avevano connotato il Made. La ricchezza deriva dalla immissione di beni materiali e immateriali sul mercato. L’unico ammortizzatore sociale è l’intrapresa. Questa è soffocata, imprigionata, paralizzata da lacci e laccioli, sospetti e alibi, codici e codicilli. È negata da … Basilea 1, 2, 3, 3 bis. Ritorna in mente la domanda … chi fa le leggi? I parlamentari! Questi parlamentari … No! Sono prigionieri e ostaggi … della pigrizia e del grigiore dei ventisettisti … dei percettori del 27 più o meno lauto. Tuttavia … un inciso. Per me gli unici stipendiati … mortificati dallo stipendio … sono i maestri e gli insegnanti. Sarebbe facile dire medici e paramedici, tutori delle forze dell’ordine, divise varie … etc. etc. … No. Sono sono i maestri e gli insegnanti … ridotti ancora come ai tempi del Maestro di Vigevano (film del 1963).
Siamo a ridosso dell’anniversario della strage di Capaci: quanti hanno calpestato il nome di martiri come Falcone e Borsellino?
Molti. Soprattutto i professionisti dell’antimafia. Questo in ogni caso è il Bel Paese delle opportunità offerte … dal letto e dal lutto.