E bravo Giuseppe Conte. Riesce ancora una volta a rimanere in sella con l’aiuto del virus Covid 19. La paura, il bene di tutti, la poltrona restano gli argomenti giusti per evitare il ritorno alle urne. Ma al di là degli slogan l’ennesimo teatrino politico ci fa sprofondare nel ridicolo. Come appunto scrivono, indignati, un po’ tutti i giornali. Ma cosa nasconde questo varietà che da Roma a Messina ci rende prigionieri del Palazzo?
L’immagine che più si addice alla politica attuale è il proverbiale campo di Agramante di ariostesca memoria, dove regna una discordia confusionaria e suicida, mentre il nemico (il virus) è dentro le nostre case, miete vittime, provoca dolori. Veleni e schizzi di fango volano ovunque. Con politici lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Ma un conto è sfottere la dittatura dei dibattiti pallosi di questa classe politica e un altro è capire cosa nasconde questo caos provocato ad arte per tenersi stretta la poltrona. Per analizzare il difficile momento abbiamo intervistato Ennio Antoci che con lucidità spiega cosa attendersi da Giuseppe Conte e, a cascata, dal nostro sindaco Cateno De Luca.
Una cosa l’abbiamo imparata sulla nostra pelle: perché dovrebbero voler governare (con decenza il popolo) quando possono godersela?
Oggi Lello Ciampolillo, ieri Sergio De Gregorio, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi. E’ questa la vera faccia della politica italiana?
Oggi a malincuore mi tocca risponderle di si, cambiano gli attori ma non il copione; ciò che spiace di più è che sia stato il centro-destra ad avviare anni fa la stagione di questa pseudo-politica, per questo, personalmente, sorrido nel sentire la Meloni o Salvini lanciare strali e anatemi all’indirizzo del governo Conte, dimentichi del fatto che i precursori di queste “tecniche” sono stati i governi di cui loro stessi facevano parte o che da loro erano sostenuti. Preferisco passare per impopolare, anche suscitando le antipatie e le critiche di chi sta dalla mia stessa parte politica, ma non ho ragione per negare l’evidenza, anche perché credo che, se nel corso degli anni, questo come tanti altri fatti eclatanti fossero stati sbattuti in faccia ai leader o ai capetti di turno del centrodestra dai loro stessi sostenitori magari la musica oggi sarebbe diversa. Rode, e non poco, sentire la senatrice Lonardo, la cui azione politica si caratterizza semplicemente per il fatto di essere la signora Mastella, ridicolizzare la Meloni accusata di “….aver volato con Scilipoti….” ma è una verità, anzi è LA VERITA’; peraltro questo centro destra attuale, ha una credibilità parecchio minata, non ha una vera leadership, ha già perso pezzi nel corso di questi due giorni di dibattito parlamentare e, come sta nella logica delle cose, ne perderà inevitabilmente altri nel corso dei prossimi giorni.
La gente continua a non capire questa crisi di governo e nemmeno le sue cause profonde, in un momento così tragico della lotta alla pandemia
Di fatto non c’è stata alcuna crisi politica, ma solo una squallida sceneggiata. Renzi non aveva alcuna intenzione di aprire una crisi, sa bene di essere un gigante rispetto a questi inutili idioti che seggono in Parlamento, ancor meglio sa che questo governo è in affanno e sta affondando per cui ha pensato bene di chiamare fuori i suoi ministri prima che la nave affondi. Contemporaneamente, però, la torta da spartire è troppo appetitosa per cui ha voluto fare una prova di forza per dimostrare a Conte e compagni che la torta o la dividono anche con lui, è sarà lui a decidere come tagliare le fette e fare le porzioni, altrimenti di questa torta non ne mangia nessuno.
Il cardinale Martini sosteneva che distinguere gli elementi di una crisi è principio di libertà, fonderli è l’inizio di ogni schiavitù. Siamo in questa seconda ipotesi?
È un monito che dovrebbe far riflettere e preoccupare, forse l’affermazione è poco calzante se riferita alla situazione verificatasi appena qualche giorno addietro, perché di fatto non ci si è trovati di fronte ad una crisi politica reale, bensì ad una semplice sceneggiata finalizzata ad alzare il prezzo del consenso parlamentare. Certo il rischio di ridursi in schiavitù oggi è più che mai è concreto e di questo una grossa parte di colpa è da imputare alla mancanza di partiti che siano degni di tal nome; una volta la politica si fondava su parti che erano, sia pur con le loro diversità, ben radicati nel territorio, che avevano un’idea concreta di società, che ascoltavano i bisogni della gente, oggi questo è scomparso, o è stato fatto volutamente scomparire, e gli effetti catastrofici sono sotto gli occhi di tutti.
Nel merito Italia Viva ha rivendicato punti concreti per il rilancio dell’economia. Eppure si fa fatica a vedere Matteo Renzi come un salvatore della Patria. Che ne pensi?
Italia Viva con le sue dichiarazioni ha posto sul tavolo delle questioni nodali e vitali per lo sviluppo della nostra Nazione per i prossimi 20/30 anni, peccato che queste enunciazioni di principio siano rimaste tali e nulla più. Vede direttore quando si fanno delle osservazioni, o meglio delle critiche, pesanti e concrete come quelle che il sen. Renzi ha mosso al Governo del quale sino a ad paio di giorni prima faceva parte, coerenza vuole che alle parole si facciano seguire i fatti. Ma in realtà a Renzi non interessava questo, troppo facile giocare a tirare la pietra e nascondere la mano, se effettivamente Italia Viva avesse avuto a cuore le sorti del Paese, se realmente riteneva incapace questo Governo e voleva spazzarlo via con i fatti, faceva rimanere in aula i suoi esponenti e votava contro, l’astensione o l’uscita, come nel caso del Senato, dimostrano che le intenzioni reali erano ben diverse.
Ognuno deve fare bene il proprio mestiere. Anche se in politica molti vi sono stati catapultati per “sistemarsi”, mettersi al riparo da guai giudiziari o per sbarcare il lunario. A cosa bisogna aggrapparsi per non cadere nello sconforto?
Il sistema politico ormai è incancrenito e la storia recente dimostra che il cambiamento si può cercare solo a seguito di uno shock traumatico proveniente dall’esterno; non dimentichiamo la caduta di quella che si definiva “Prima Repubblica” avvenne per un fatto traumatico esterno al mondo della politica, vi fu un’azione giudiziaria che scosse tutto il Paese, che riguardò tutta Italia, da nord a sud, e che demolì un sistema al tempo anch’esso incancrenito. Per cui oggi o questo shock parte dal popolo oppure al popolo tocca continuare ad essere spettatore passivo in attesa che sia una forza estranea ed esterna rispetto alla politica a provocarlo; dal canto mio non credo che la politica abbia la forza, né tantomeno la volontà o l’interesse a provocarselo da sola questo shock.
Sant’Agostino afferma che lo Stato che non pratica la giustizia e il diritto è in mano a bande di briganti… Lo condividi questo pensiero?
Lo condivido ma non credo fotografi l’attuale situazione dell’Italia, i briganti hanno comunque un codice d’onore, per quanto non condivisibile, hanno un loro perverso sistema di regole, regole non scritte che loro però rispettano, oggi a tutti i livelli le regole non esistono, si inventano o si cambiano in corso d’opera a tutela di questa o di quella parte, a seconda della convenienza del momento.
Da Roma a Messina. Avversari da polverizzare, con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra bruciata contro chi canta fuori dal coro. Perché una persona onesta dovrebbe candidarsi se questo è lo scenario?
Guardi direttore io voglio continuare a mantenere la mia visione romantica della politica, consapevole di come ormai sia una visione fuori dalla realtà. La politica oggi a tutti livelli, da quello locale a quello nazionale, ha capito che deve quotidianamente alimentare l’odio tra le parti, deve ogni giorno soffiare su questa fiamma che alimenta l’odio tra diverse parti, perché così facendo si sposta l’attenzione delle masse impegnandole in falsi conflitti in modo che nessuno si soffermi ad osservare le malefatte e il cattivo modo di amministrare la cosa pubblica. Qualcuno, in buona fede, potrebbe fare una similitudine con il clima di vero e proprio odio che si respirava negli anni 70, ma la realtà è completamente diversa; l’odio non è mai giustificabile, ma quell’odio che ha generato gli anni bui della nostra Repubblica era un odio generato da sentimenti nobili, si scendeva in piazza, si rischiava la vita ed a volte si lasciva la vita in una piazza o in una strada per difendere degli ideali veri, nobili per l’una e per l’altra parte. Oggi di quegli ideali non è rimasto più nulla, come non è rimasto più nulla degli ideali e dei valori su cui la nostra grande Italia è stata costruita.
Noi di IMG Press sosteniamo che per far ripartire a macchina amministrativa di Messina c’è solo una strada: non più comparse da soap opera, ma persone di provata competenza e rigore morale. Vale per Palazzo Zanca come per gli altri Palazzi istituzionali.
Messina non fa eccezione alle brevi considerazioni che mi sono permesso di argomentare in precedenza; il sindaco De Luca, certamente censurabile per i suoi atteggiamenti e modi di fare, ha dalla sua il fatto di essere persona cresciuta a pane e politica, questo gli permette di giganteggiare al cospetto di una politica locale di opposizione che tra le sue fila annovera solo piccoli nanetti, e che si esprime in un consiglio comunale inesistente. De Luca fa quel che vuole dei consiglieri comunali, o li arruola tra le sue fila, in modo più o meno ufficiale, o li fa abboccare all’amo come e quando vuole; pensiamo al teatrino inscenato ormai da tempo contro l’ASP lui si scaglia da giorni contro i vertici dell’ASP, i consiglieri comunali cercando di non restare indietro tirano fuori dal cilindro l’idea di una commissione d’inchiesta sull’operato dell’ASP, e si arriva al paradosso di immaginare una commissione che dovrebbe valutare e giudicare l’operato di un ente che nulla a che spartire con il comune e sul cui operato di certo i consiglieri comunali non possono metter lingua. Bravo De Luca che tiene sempre in mano il pallino del gioco, è lui che sceglie il terreno dello scontro, facendo si che sia sempre un terreno a lui favorevole, distogliendo così l’attenzione dai problemi reali della città ed evitando il confronto su un piano che andrebbe a ledere la sua azione amministrativa. Non è, almeno dal mio punto di vista, un problema di rigore morale, quello voglio continuare a illudermi che sia scontato in chi siede nelle Istituzioni, quanto piuttosto la mancanza totale di azione politica, ognuno tira a campare preoccupandosi di piccoli favori di bottega e di vedersi accreditato a fine mese il gettone di presenza.