Italiani più “affezionati” all’Europa di quanto si possa immaginare: negli ultimi due anni è, infatti, aumentata di oltre 12 punti la percentuale di coloro che sono convinti che il nostro Paese debba rimanere all’interno dell’Unione, passando dal 48,8% del 2017 al 60,9% di oggi. Tanto che la “carta” dell’Italexit è quasi scomparsa dall’agenda politica e neppure i partiti più “sovranisti” l’hanno giocata durante la campagna elettorale che si conclude con il voto di domenica 26 maggio.
Sono i dati che emergono dall’ultimo Rapporto Italia 2019 dell’Eurispes dall’ultima rilevazione realizzata sul tema dall’Eurispes (gennaio 2019). Negli ultimi due anni, sono cresciute le posizioni più “equilibrate” a scapito di quelle “estreme”.
Un italiano su cinque (19,2%) pensa che far parte dell’Europa rappresenti per l’Italia un vantaggio (-5,5% rispetto all’ultima rilevazione del 2017), contro il 13,4% di chi ritiene sia uno svantaggio (-4,4%). Per la metà dei cittadini italiani (49,5%), invece, far parte dell’Unione europea comporta sia vantaggi che svantaggi (+7,1%).
I più ottimisti sono i giovani: il 23% dei 18-24enni e il 23,4% dei 25-34enni considerano stare in Europa un vantaggio per l’Italia, contro il 17,9% dei 45-64enni e il 15,2% degli over 65.
Ad appoggiare la posizione dell’Italia all’interno dell’Unione europea sono soprattutto coloro i quali si riconoscono nel centro-sinistra (40,6%) e nella sinistra (23%), seguiti dal 22,2% di chi non si sente politicamente rappresentato e dal 17,7% dell’elettorato del Movimento 5 Stelle. A pensare, invece, che per l’Italia far parte dell’Unione europea rappresenti uno svantaggio è maggiormente l’elettorato di destra (18,4% di chi è schierato a destra, 17,6% di chi si riconosce nel centro-destra), seguito da chi appoggia il Movimento 5 Stelle (15,4%). A condividere, infine, l’idea che l’appartenenza all’Europa comporti per l’Italia aspetti favorevoli e sfavorevoli è soprattutto la parte di popolazione che si schiera politicamente al centro (64,3%), seguono il 55,7% di coloro che si schierano a sinistra, il 54,7% che condivide gli ideali politici della destra, il 53,9% di coloro che si riconoscono nel centro-destra, il 49,6% dei pentastellati, il 45,6% di chi non ha appartenenza politica e il 39,6% degli elettori del centro-sinistra.
Cosa fare se una regola europea va contro gli interessi dell’Italia? Secondo la rilevazione dell’Eurispes, il 39,2% dei cittadini afferma che dovremmo accettare e rispettare la regola ma, al contempo, dovremmo impegnarci affinché possa essere modificata, in modo tale da consentire anche al nostro Paese, come ad altri, di giovarne. Il 20,5% suggerisce di non rispettare regole che ledono i nostri interessi e il 12,4% afferma che, anche se non condivisa, una regola va comunque rispettata. Il 27,9% non ha voluto o saputo rispondere alla domanda.
Sul futuro dell’Europa, tuttavia, gli ottimisti sono solo 4 su 10: secondo il 39,3% degli italiani l’Unione europea resisterà nonostante le difficoltà, il 19,3% è convinto che dopo la Brexit si verificherà nuovamente l’uscita di un paese membro dall’Unione e il 16,3% crede che l’Unione europea non sia destinata a durare e che, pertanto, finirà con lo sgretolarsi. Uno su quattro (25,1%) non si esprime in merito. Anche in questo caso, la visione maggiormente positiva appartiene alle giovani generazioni: a credere che l’Ue resisterà sono il 43% dei 18/23enni, il 46,7% dei 25/34enni: percentuale che decresce con l’innalzamento dell’età fino ad arrivare al 34,8% degli over 65.