Sabato 8 e domenica 9 giugno si vota per eleggere i rappresentanti al Parlamento europeo. In questo contesto l’Uisp e il terzo settore italiano non hanno mancato di far sentire la propria voce, con documenti e proposte. Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, è intervenuto nei giorni scorsi nel webinar nazionale organizzato dal Forum del Terzo settore, dal titolo: “Per un’Europa democratica, solidale e sostenibile”.
Il presidente Uisp sottolinea il valore della partecipazione: “Sabato e domenica si terranno le elezioni Europee, inoltre, in Italia, si voterà per le Amministrative in 3.715 comuni e per le Regionali in Piemonte. Ancora una volta non possiamo che lanciare un accorato appello a cittadine e cittadini – dice Tiziano Pesce – affinché sabato e domenica si rechino alle urne, consapevoli della straordinaria e fondamentale importanza del proprio diritto nonché dovere. Attraverso il nostro voto possiamo influenzare il futuro dell’Europa e delle nostre città. Le decisioni prese dai rappresentanti eletti avranno un impatto su tutte le questioni cruciali che hanno ricadute dirette sulla nostra vita quotidiana. Dalla salute al lavoro, dall’istruzione all’ambiente, dall’economia sino al terzo settore, allo sport sociale”.
“Votare è un atto di partecipazione e di responsabilità civica – prosegue Pesce – Ogni voto conta e contribuisce a costruire una società più giusta e inclusiva. Non sprechiamo allora questa opportunità, ciascuno di noi faccia responsabilmente la propria parte per garantire democrazia; andiamo a votare consapevoli dell’assoluta necessità di un’Europa forte, solidale, che possa operare per i diritti davvero di tutti, per la giustizia sociale, per uno sviluppo che sia sostenibile, per la pace, coerentemente con quella che fu l’idea di Europa unita tracciata dai padri fondatori. Non possiamo dimenticare che dovremmo essere tutti consapevoli di recarci ai seggi anche per rispettare e rinnovare quella conquista di civiltà ottenuta grazie all’impegno e alla lotta di uomini e donne che, anche con il proprio sacrificio, ci hanno garantito libertà e quei diritti costituzionali che oggi dobbiamo contribuire a difendere e rilanciare”.
Anche Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del terzo settore, interviene alla vigilia del voto per sottolineare le priorità espresse dal terzo settore nei confronti del futuro Parlamento europeo.
“Le nostre tematiche non sono state al centro della campagna elettorale, se non a spot con alcuni candidati – afferma Pallucchi – sono state elezioni che si sono concentrate sulla politica interna e invece l’Europa deve riuscire a dare un’apertura, grazie a un progetto comune che deve riguardare soprattutto le nuove generazioni. E’ importante andare a votare per dare al nostro continente un minimo comune denominatore rappresentato da valori e politiche condivisi. Oggi c’è molto da fare a partire dalla pace, ma anche dalla fiscalità, la giustizia sociale e lo vediamo a livello globale, ma l’Europa è sempre stato il continente in cui l’innovazione, la democrazia, i diritti e la giustizia sociale sono stati al centro. Facciamo in modo che questo venga confermato, con il nostro voto e il nostro contributo”
In tema di politiche ambientali l’Europa si trova davanti a numerose sfide e nell’era dell’emergenza climatica è chiamata a fare delle scelte coraggiose perché venga recuperato il tempo perso e siano garantiti diritti e un futuro alle vecchie e alle nuove generazioni. Pallucchi è anche vicepresidente di Legambiente, con lei sono stati affrontati anche gli argomenti legati alle questioni ambientali: “La sfida principale ruota intorno all’energia e al clima, ma anche alla riduzione dell’inquinamento che colpisce i nostri territori. E’ necessario il rilancio di forme di economia diversa, alternativa, come l’economia circolare, l’economia sociale e civile, l’agroeconomia. I temi stringenti sono la sfida climatica, la mobilità sostenibile, la riduzione delle emissioni. Dobbiamo ricordare che è grazie all’Europa che i Paesi membri hanno sviluppato politiche mature su questi temi, dobbiamo tornare al green deal prefigurato dopo la pandemia, che ora è in una fase di frenata“.
a cura di Redazione nazionale Uisp