E’ il famoso detto “chi semina vento raccoglie tempesta” che può essere usato per cercare di capire perché solo il 5,1% (393 su 7.914) dei Comuni abbia attivato lo scorso anno l’attività di contrasto all’evasione fiscale. Una attività che avrebbe portato più soldi nelle case delle singole amministrazioni (premiate alla bisogna) ma che, invece, ha fatto anche diminuire il gettito complessivo raccolto: 11,4 milioni, in calo del 14,1% rispetto all’anno precedente.
Sono i dati del ministero dell’Interno di agosto 2019 dell’anno 2018 che, elaborati dal sindacato Uil ci danno questa fotografia.
Se pensiamo che le politiche di tutti i governi hanno sempre al primo posto la lotta all’evasione fiscale, la notizia ci lascia ancor più perplessi, oltre a convincerci che probabilmente i metodi che vengono adottati per la cosiddetta lotta all’evasione fiscale non sono quelli giusti: premi per chi evade e premi per chi scova gli evasori.
La politica dei premi,l quindi, ha oggi registrato l’ennesimo fallimento!
I premi per chi evade sono i condoni (o rottamazioni, come vengono chiamate nel nuovo lessico politico), mentre i premi ai Comuni sono quanto dovrebbe essere da questi ultimi trattenuto per questa attività. E se pensiamo che ogni giorno tutti i Comuni si lamentano per la mancanza di introiti, soprattutto per le ridotte entrate che arrivano loro dallo Stato centrale, la vicenda appare con una luce ancor più sinistra.
E questo accade in un Paese che paga chi non lavora e tassa chi lavora. Sintomatico? Sembra proprio di sì!
Da questo mix di sostentamento a chi non lavora, condoni/rottamazioni, periferia dello Stato che sembra non interessata a nuovi introiti che porterebbero loro giovamento diretto ed indiretto, tasse sul lavoro che stentano ad essere minuscole per incentivare offerte e creazione… da questo mix sembra più che scontato il tradizionale “chi semina vento raccoglie tempesta”.
Sappiamo che i nostri governi e le nostre amministrazioni sono abituati e si formano per navigare in tempesta… ma visti i risultati, forse sarebbe il caso di creare situazioni di bonaccia. Certo, va ripensato e riscritto tutto, ma perché no? A nostro avviso, più che continuare coi fallimentari premi per evasori e controllori, il problema andrebbe affrontato alla radice, cioè abbattendo le tasse e la burocrazia il più possibile. Parole? Certo! Ma continuiamo a sbagliare?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc