La consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, celebrata dal regnante Pontefice Francesco il 25 marzo 2022, solennità dell’Incarnazione, ha riportato all’attualità il ciclo di apparizioni e di rivelazioni mariane avvenute a Fatima, in Portogallo, fra il maggio e l’ottobre del 1917, ciclo rimasto alquanto in ombra nei decenni successivi al Concilio Ecumenico Vaticano II.
Alleanza Cattolica e, in particolare, il suo fondatore Giovanni Cantoni, hanno sempre considerato il Messaggio di Fatima come centrale per capire la storia del mondo nel Novecento, in particolare il dilagare del comunismo, per risalire alle origini della crisi dell’organismo ecclesiale e per leggere i pontificati di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
In coincidenza con il gesto del Papa, il Capitolo Nazionale di Alleanza Cattolica, propone una raccolta di articoli e di documenti ufficiali (“La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria alla luce del Messaggio di Fatima. Testi e documenti. Pag.241, e. 10; 2022) e auspica che questo Messaggio trovi ascolto e che si possa giungere presto a una pace fra i due popoli fratelli, l’ucraino e il russo, affinché il mondo capisca finalmente dove porta l’apostasia, si converta e possa instaurarsi il dolce regno del Cuore Immacolato della vergine, che, nella storia, non potrà che avere connotati di una nuova, rinnovata e ancor più splendida cristianità.
Il gesto è stato ripreso da molti vescovi nelle rispettive diocesi, ma è passato abbastanza inosservato sui media, che faticano a cogliere il legame soprannaturale e la storia degli uomini, immersi come sono in una totale secolarizzazione della vita pubblica e, spesso, anche privata. Il gesto del Pontefice è di grande e fondamentale importanza, aiuta certamente a riprendere il contenuto del Messaggio di Fatima, che non si è concluso e non riguarda solo il passato, come ha detto il Papa emerito Benedetto XVI. Il Messaggio di Fatima era stato per decenni un pilastro dell’apostolato sociale e religioso del fondatore di Alleanza Cattolica, Giovanni Cantoni.
Il Messaggio era indirizzato a tutti gli uomini per chiedere la conversione e sia allora che oggi si sarebbe scongiurato il flagello della guerra. Sia allora come oggi, presuppone da parte nostra la preghiera e la penitenza, nonché la pratica riparatrice dei primi cinque sabati consecutivi del mese, come richiesto da Maria ai pastorelli di Fatima.
Tuttavia chiarisce l’associazione cattolica che “il Messaggio ha anche un’evidente dimensione dimensione pubblica e politica – nel sensos nobile e alto del termine -, che riguarda tanto la Russia comunista, la quale ha diffuso i suoi errori in tutto il mondo nel corso del Novecento, quanto la Russia odierna, e quindi la guerra scoppiata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo”.
Se Papa Francesco ha fatto questo passo, muovendosi in una prospettiva di teologia della storia ben precisa, questo significa che la guerra in Ucraina “non può essere letta soltanto in una chiave geo-politica, ma deve anche essere inquadrata necessariamente nel contesto del dramma dell’uomo ‘moderno’, un dramma che sembra giunto a un tornante epocale, dai risvolti imprevedibili”. Dopo quattro mesi ancora non si è visto nei vari talk show televisivi, una rappresentazione simile.
A questo punto il saggio offerto da Alleanza cattolica afferma: “E’ sempre difficile stabilire quando una guerra è giusta e inevitabile, soprattutto a partire dall’epoca moderna, quando le ragioni e i torti sono spesso presenti in entrambi i fronti e dove quasi sempre i protagonisti appartengono a partiti ideologici o non, diversi e contrapposti”.
Al tempo di Napoleone Bonaparte (1769-1821) era più facile attribuire ai popoli aggrediti, il diritto di reagire e di combattere, così come, “dopo la Rivoluzione russa del 1917, era difficile negare ai ‘russi bianchi’ il diritto di cercare di rimuovere dal potere il partito bolscevico,, il quale, una volta vinti i ‘bianchi’, avrebbe provocato decine di milioni di morti nel Paese e altrove”.
Finita l’epoca delle ideologie (1914-1989), tutto è diventato complicato, i “buoni” e i “cattivi” non sono più così facilmente identificabili. Anche nella guerra in corso fra Ucraina e Russia si riscontra la stessa difficoltà. Tuttavia c’è una verità sotto gli occhi di tutti: esiste un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina, che ha il sacrosanto diritto alla legittima difesa. Quello che sta subendo l’Ucraina è un’invasione militare immorale, quali che fossero i legittimi timori del presidente Putin. In questo panorama siamo consapevoli che i Paesi confinanti con la Russia temono di essere anche loro aggrediti, inoltre, teniamo conto che esiste un Occidente guidato da classi dirigenti corrotte (escluse quelle polacche o ungherese) che sono corresponsabili della corruzione morale di quella che è stata – e ora non è più – la civiltà occidentale e cristiana. Un Occidente, una Europa, che è arrivata a odiare se stessa, come ha più volte sostenuto Joseph Ratzinger.
Secondo Alleanza Cattolica bisogna essere chiari: la maggioranza dell’Occidente è “rivoluzionato”, corrotto, esiste un “piccolo resto” che ancora crede in Gesù Cristo, che si riconosce nella Prima Roma e che rivendica le radici cristiane dell’Europa. Pertanto, l’Occidente, non si salva, “abbracciando un’ideologia anti-occidentale, pseudo-’evoliana’ di ritorno, che in nome di un tradizionalismo ambiguo non pone la Tradizione della Chiesa, dalle origini a oggi, al centro della propria proposta e rievoca lo slogan ‘terzaforzista’, ‘né Usa né Urss’ di una certa ‘destra’ degli anni della Guerra fredda, contro cui Giovanni Cantoni ha passato buona parte della vita a metterci in guardia”.
E comunque non si salva l’Occidente cristiano diventando ortodossi, auspicando e favorendo il progetto della “Terza Roma”, in contrapposizione alla Roma dei Pontefici. Occorre stare molto attenti, vigilare sugli accadimenti, avere sempre il “quadro” davanti. Il militante controrivoluzionario deve essere attento nel valutare realtà e uomini che si presentano come risolutori di una crisi, consapevole che il modello di civiltà che intendiamo restaurare è quello cristiano, “che implica la preservazione dei valori peculiari di ognuno, e la convivenza fraterna di tutti”. A questo punto, possiamo giudicare la politica di Putin come autenticamente controrivoluzionaria, anche se lui si opponga a qualche aspetto della crisi? “Si può dire che il suo programma sia quello di restaurare le radici di una cultura e di una civiltà che hanno accomunato e reso fratelli tutti i popoli dell’Europa?”. Naturalmente la risposta è negativa.
Per Alleanza Cattolica Putin, è un nazionalista che vuole soltanto espandere la Russia, che rivendica orgogliosamente tutto il passato russo, compreso quello comunista staliniano.
Per quanto riguarda poi l’Occidente occorre prendere atto che non possiamo “salvarlo”, insistendo sulla strada del laicismo, “che per secoli ha corroso dall’interno la nostra cultura e ha ridotto l’Europa a un aggregato di nazioni unite da un progetto senz’anima, fatto solo di interessi materiali”. Una Europa, “che ha voltato le spalle alle comuni radici cristiane e alla missione civilizzatrice del continente: un’Unione Europea che è stata il principale alfiere di un progetto di ‘pacificazione mondialistica’ e che ora vede nel conflitto russo-ucraino il suo ‘1989’, la sua implosione, forse definitiva, e segna il timido riaffiorare di valori che sembravano scomparsi, come la patria e la famiglia, che alcuni dimostrano di voler difendere fino al supremo sacrificio della vita”.
DOMENICO BONVEGNA
dbonvegna1@gmail.com