“Messina è una città invivibile. E questa, stavolta, non è una semplice lamentela soggettiva ma un dato statistico”, così il direttivo di ForuMEssina, in commento alle classifiche stilate dal Sole24Ore in merito alla vivibilità delle città italiane.
“Secondo le ultime ricerche effettuate dall’ufficio studi e analisi del Sole 24 Ore, Messina, considerando tre indici generazionali (bambini-giovani-anziani) non soddisfa i requisiti di una città decente: terzultimo posto per qualità della vita degli anziani. 105° posizione su 107 totali.
Non va molto meglio se rapportiamo i parametri all’infanzia: 83° posto per qualità della vita dei bambini; 73° per la fascia 18-35. E su quest’ultimo numero, farebbe ridere se non fosse gravissimo che la nostra città, universitaria per storia e tradizione, si collochi al 95° posto relativamente a laureati e altri titoli terziari, tanto per entrare nel dettaglio di qualche specifico aspetto.
Ma non si dica che su qualche podio non riusciamo a salire, o quasi; infatti, la città dello Stretto riesce -udite udite- a collocarsi in 4° posizione in un caso, una nota di demerito in realtà: 48.3% di disoccupazione giovanile (15/29 anni).
Quali sono gli aspetti considerati per operare queste valutazioni? Eccone di seguito alcuni: quanti parchi, quante biblioteche, che livello di smog e inquinamento acustico, aree ludico ricreative e orti urbani, insistono su un territorio, ad esempio. E il nostro è decisamente carente sotto questo aspetto.
Ci pensa il Sole24Ore ad evidenziare i meriti (nel nostro caso, per la transitiva, i demeriti), indicando le istituzioni come responsabili di un + o un -, e noi vogliamo rifarci proprio alle parole di chi ha riportato la ricerca: “ _Gli indici documentano così la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti, le relative condizioni di vita, le lacune nei confronti dei più fragili e le aspettative dei più giovani. Ne emerge un racconto che mette in luce come, da nord a sud, i divari territoriali sono purtroppo anche generazionali_ ”. E — al netto di sperequazioni palesi che lasciano il Mezzogiorno d’Italia in una condizione generale di figlio di un Dio minore — nello specifico della realtà messinese, quella capacità istituzionale, evidentemente, si traduce in maglie nere, nero scuro e nerissime.
Chiediamo dunque si inizi seriamente a pensare a come porre rimedio a questa inaccettabile situazione, dando spazio a quelle che sono le reali esigenze di una comunità e riproponendo alcune delle indicazioni che, senza pretese ma con grande convinzione, questo ForuM ha avanzato, già un anno e mezzo fa, tese proprio a rendere Messina una città NORMALE!“, concludono i membri dell’associazione ForuMEssina.