Una volta ancora tiriamo la giacca a Ennio Antoci che per nulla pentito di averci dato retta, si dimostra disponibile a spiegare da osservatore esterno, l’attuale momento politico. Perché lui? Fermo restando che questo spazio è aperto a tutti coloro che vogliono parlare di politica, etica, civiltà, meritocrazia, salute, diritti, Ennio è rispettabile nelle convinzioni, ma ancor più nelle incertezze, nelle esitazioni di chi non ha risposte preconfezionate.
L’impressione inequivocabile che viene della gestione dell’emergenza Covid 19 è un misto di anacronismo e di impotenza. Sembra di assistere a vecchi giochi ripetuti stancamente e alla un po’ ridicola pretesa di progettare l’improgettabile. I nostri governanti sono condannati a confrontarsi su programmi inesistenti perché impossibili in una quarantena che oltre a sotterrare vittime procede con una corsa inarrestabile alla demolizione dell’economia.
Da Roma a Messina l’ardimento elettorale di esporre dei programmi impossibili per il rilancio cade nell’indifferenza o nel fastidio della pubblica opinione, che si disinteressa della politica: non tanto perché la considera corrotta, ma perché dalla politica ha raccolto l’esempio di farsi gli affari suoi. Ma IMG Press il foglio elettronico il giornale più irriverente del web, modestia a parte, guarda oltre la fase ospedaliera che il virus regala di questi tempi.
Una volta ancora tiriamo la giacca a Ennio Antoci che per nulla pentito di averci dato retta, si dimostra disponibile a spiegare da osservatore esterno, l’attuale momento politico. Perché lui? Fermo restando che questo spazio è aperto a tutti coloro che vogliono parlare di politica, etica, civiltà, meritocrazia, salute, diritti, Ennio è rispettabile nelle convinzioni, ma ancor più nelle incertezze, nelle esitazioni di chi non ha risposte preconfezionate.
Al di là di quel che ci dice sul suo ritorno in campo, la nostra impressione è che stia studiando, mentre gli altri hanno già consegnato il compito, qualcuno avendolo copiato. E come non condividere chi sostiene: “da noi nessuno si vergogna di attribuirsi dei meriti che non ha, anche copiare agli esami di abilitazione professionale o peggio, facendosi eleggere grazie al voto di scambio. Perché in Italia farlo è da furbi, è un vero vanto”.
Ennio Antoci ti sei già pentito di essere tornato nella mischia?
Nessun ritorno nella mischia, è stata una piacevolissima chiacchierata con uno dei giornalisti che al tempo in cui ero nell’agone politico era tra i più pungenti e stimolanti, e ovviamente nessun pentimento, anzi una profonda gratitudine perché se ancora oggi qualcuno si ricorda di me vuol dire che, sia pur per un minimo, un ricordo l’ho lasciato.
Il commento più bello che hai ricevuto e quello più duro?
Di commenti duri non ne ho ricevuti, semmai qualcuno non ha apprezzato il mio passaggio sui “vecchi” personaggi della politica; mi riferisco alla sua domanda sugli On. Buzzanca, Lombardo e Genovese, ma al di là dei legittimi e diversi punti di vista, io rimango dell’idea che a persone cresciute a pane e politica, che nell’attuale panorama potrebbero solo giganteggiare, bisogna riconoscerne le capacità anche di fronte alla diversità di vedute. Piuttosto mi hanno stupito le innumerevoli attestazioni di stima ricevute e le tante parole, cariche di affetto sincero, provenienti da persone che mi hanno conosciuto al di fuori di quel contesto e di quell’esperienza, specie per il fato che si tratta di persone che hanno un’appartenenza politica e culturale ben lontana dalla mia. Mi piace riportargliene per intero una senza, naturalmente, dire da chi proviene: “Condivido molti tuoi concetti anche se all’epoca stavo dall’altra parte, ma quando si tratta di persone perbene come noi non conta da quale parte della barricata si sta… però non mi trovi concorde quando giustifichi dei politici che si sono fatti da sé, ma che poi hanno dato un contributo più che negativo essendo addirittura stati condannati dalla nostra magistratura. Sono certo che avresti fatto un’ottima e trasparente carriera politica. Meglio così… altrimenti non ti avrei conosciuto. Fiero di esserti accanto nella tua carriera professionale che ti contraddistingue come uno dei più seri e professionali operatori del nostro settore”.
L’emergenza Covid 19 più che renderci uniti contro il virus ha messo a nudo la fragilità del sistema sanitario, dei caratteri spigolosi, mancanza di un piano B… Ti vergogni un po’ di questo essere comunità?
Mi vergogno del “non saper essere comunità” nemmeno in una simile circostanza, ma non mi stupisco più di tanto, non siamo stati capaci di esserlo nemmeno di fronte alla tragedia de L’Aquila, di fronte ad Amatrice, di fronte al terremoto che nel 2018 ha interessato tanti comuni della zona Etnea, non sappiamo esserlo di fronte al dramma quotidiano di migliaia di italiani, purtroppo questo è uno dei limiti della nostra società
Da credente pensi che sia tutto un disegno divino?
Da credente penso che tutti quanti, io per primo, dovremmo trarre da questa esperienza dei grossi insegnamenti, dovremmo imparare a fare delle rinunzie, a godere appieno della vita che con tutte le sue difficoltà, con le sue amarezze, è e deve essere una gioia in quanto tale dopo giorno dopo giorno. Spero che si torni ad apprezzare il valore delle piccole cose, le cose vere a cui nessuno di noi è più abituato a far caso, anche una semplice stretta di mano, se sincera, è un dono della vita e oggi siamo costretti a privarcene.
Come giudichi questo uso in politica della carta bollata?
L’uso della carta bollata è l’esatto diniego della politica, la carta bollata si usa nelle aule giudiziarie, unici luoghi deputati all’amministrazione della giustizia, la Politica si fa in altre aule e con altri strumenti, agitare lo spauracchio della carta bollata in politica è da vigliacchi, sono mezzucci riservati a chi non ha altri argomenti di confronto o a chi il confronto lo rifiuta perché ha l’obiettivo di tutelare gli interessi di pochi a scapito di quelli della comunità.
Che cosa ti ha fatto più arrabbiare in questo periodo di quarantena? Siamo pronti per la fase due o è solo campagna elettorale?
L’esclusiva ricerca del palcoscenico, l’esasperata mania di protagonismo, il totale disinteresse verso i problemi veri legati a questa situazione, il tutto in barba agli interessi che invece andavano tutelati, in primis la salute. Tanto a livello nazionale, quanto a livello locale, abbiamo assistito solo a degli show personalistici finalizzati a screditare “l’altro” e mai a cercare una sincera sinergia per risolvere i problemi. La fase due, come del resto lo è stata anche la fase uno, e come lo sarà la fase tre sono spunti per una campagna elettorale di profilo parecchio basso, incapace di dare risposte ai problemi veri degli italiani, di cui probabilmente importa nulla o quasi. Qualunque cosa si dica o si proponga c’è subito qualcuno pronto a dire o proporre l’esatto contrario, solo per mania di protagonismo.
Ma la politica italiana, invece l’hai capita? Il governo traballa ma nessuno all’orizzonte …
La politica italiana è assente, anzi è la grande assente, all’orizzonte si intravedono manovre che qualcuno vorrebbe mettere intatto, penso alla ipotetica turnazione tra Conte e Draghi per esempio, in barba alla politica, calando dall’alto delle scelte che una politica mediocre, e fatta di mediocri la cui unica preoccupazione è quella di stare abbarbicati alla poltrona, finirà col subire
C’è qualche possibilità di rivederti in un Palazzo?
Non credo proprio, la politica di oggi, o meglio quella che oggi si definisce politica, cerca persone diverse da me, io ormai sono vecchio, e non solo anagraficamente, per questa presunta politica. E poi credo che la passione rimanga tale anche fuori dai Palazzi, a volte proprio stando fuori puoi dare, se richiesto, un contributo di gran lunga superiore a quello che potresti dare dall’interno. Il senso civico, l’orgoglio dell’appartenenza, il senso di comunità non si alimentano necessariamente stando all’interno di un Palazzo, quelli o li hai dentro o non li hai; se tutto è finalizzato alla ricerca spasmodica di un posto all’interno di un Palazzo vuol dire che lo fai per interessi personali che nulla hanno a che vedere con la politica.