Ci sono frasi che ti porti dentro per una vita e analizzandole, a distanza di tempo, le rivaluti e le reinterpreti, non perché ne sia cambiato il significato, ma perché sono cambiati gli occhi con i quali vengono lette… Se Giacomo Sereni fa il suo dovere. Non è un eroe, è un buon carabiniere, un siciliano onesto.
Però, se oggi in Sicilia e in Italia fare il proprio dovere per lo Stato significa essere un eroe, allora sì: Giacomo Sereni, è un eroe! Ultimo di trentamila: 167 pagine appena, che si leggono con una sensazione di crescente angoscia, anche per il momento particolare in cui ci arriva: tra cronaca e noir, romanzo di formazione e duro affresco sociale, Ultimo di trentamila – Il romanzo di un eroe dello Stato (Elledilibro) è un grido di protesta, la storia di una fuga disperata che è l’unica arma a disposizione di chi ha perso tutto, anche sé stesso.
La vicenda del Capitano Ultimo e i grandi processi di mafia fanno da sfondo alla parabola di Giacomo, un uomo “nato con la divisa”, schiacciato tra la logica di interessi e sospetti che domina le stanze del potere e il dolore intimo per la morte della moglie. sotto l’impressione delle stragi di mafia, dei relativi funerali e di quanto si va ripetendo a proposito di mafia, dei suoi rapporti con il potere in generale, e con gli uomini politici dell’isola. Avrà inizio per lui una discesa vertiginosa verso l’annullamento di sé, fino a sparire letteralmente, diventare invisibile tra gli invisibili, parte dell’esercito dei trentamila dispersi che, secondo i dati ufficiali, popolano come fantasmi le vie delle nostre città. Perché a volte toccare il fondo sembra l’unica via per tentare la risalita.
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