«Se vogliamo discutere di come andare nel futuro non possiamo non guardare al passato. La crisi dell’editoria è una crisi vera e morde ed ha una ragione nell’analisi sbagliata che gli editori, che prima avevano soltanto giornali e Tv, hanno fatto del loro mestiere negli anni ’90 credendo che quella della trasformazione digitale sarebbe stata una moda destinata a finire presto». Così Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, partecipando a Messina al corso di formazione dal titolo ‘Giornalisti ieri, oggi e domani: la professione che cambia, il mestiere che sarà’.
«Il meccanismo che gli editori stanno portando avanti è quello di fare uscire con i prepensionamenti la parte più costosa delle redazioni per riempirle di giornalisti non contrattualizzati. E mentre gli editori sono impegnati a perseguire questo obiettivo, un’altra rivoluzione incombe sulla nostra professione: quella portata dall’intelligenza artificiale, che può essere buona o cattiva in base a come si usa e che sarà la vera sfida del nostro futuro», incalza la numero uno del sindacato dei giornalisti, secondo cui l’IA «dovrà essere certamente regolamentata dal punto di vista contrattuale, pur con le difficoltà dovute alla velocità con cui mutano le innovazioni tecnologiche».
Moderati e introdotti dal vicepresidente vicario del Consiglio regionale di Assostampa Sicilia, Attilio Borda Bossana, all’incontro messinese hanno partecipato anche Tommaso Daquanno, direttore della Fnsi, Tiziana Tavella, presidente del Consiglio regionale di Assostampa Sicilia e coordinatrice nazionale della Commissione lavoro autonomo della Fnsi, il consigliere nazionale del sindacato Roberto Ginex e Sergio Magazzù, segretario provinciale di Assostampa Messina.
«Quelle che abbiamo di fronte – ha rilevato Costante chiudendo l’incontro – sono sfide che riguardano la tenuta della nostra professione, ma riguardano anche la tenuta democratica del nostro Paese, che si basa sul compito affidato ai giornalisti dall’articolo 21 Costituzione: il diritto e il dovere di informare i cittadini».