Un giorno ricorderemo questi giorni che Dio ha deciso di dare a Messina come una forte sciroccata che ha mandato in pappa il cervello di molti. Perché Messina da terra di moltitudine è diventata territorio di pochi. Chi amministra la città è un politico atipico: Cateno De Luca vuole sorprendere con i suoi sproloqui ma non incanta, semmai fa ridere.
Vorrebbe guidare il popolo come Mosè verso la terra promessa ma a conti fatti produce solo chiacchiere. La città ha bisogno di altro. per prima cosa il coraggio di cambiare, una volta per tutte, registro. Purtroppo Messina è generosa: dà fiducia anche a chi non lo merita. Ecco perché Dio le ha dato lo scirocco come identità.
Non tutto è perso. Tra i tanti volti nuovi presenti in politica c’è quello di Giovanni Caruso.
Raccontiamo la sua storia. La passione per la politica nasce dopo una serie di accadimenti che nel bene e nel male hanno segnato il suo percorso. Fra tutti la scomparsa del padre, ad appena 19 anni. Una tragedia che lo ha catapultato nella vita “quella vera” che non ti regala nulla. “Ogni ostacolo superato mi ha dato la forza per affrontare le tante difficoltà. Questa esperienza “La vita non ti regala niente” mi ha spinto insieme a tanti cari amici che ringrazio, a intraprendere un percorso politico iniziato nel 2013 con l’elezione alla quarta municipalità e che sta proseguendo dopo l’elezione del 2018 al Consiglio comunale“.
Giovanni Caruso, imprenditore, consigliere comunale, messinese: quali di queste parole la rende più orgoglioso?
Tutte e due le parole mi rendono orgoglioso perché gli attestati di stima ricevuti rispetto al mio operato in questi anni sono stati tantissimi. In tutte e due le attività metto e metterò sempre tutto il mio cuore.
Da bambino, cosa voleva diventare?
Volevo diventare come mio padre, persona che oggi dal cielo mi guida e mi aiuta. Lui era un ingegnere.
Il suo rapporto con l’informazione?
Il rapporto con l’informazione è buono. Soprattutto con la sana informazione, sempre più rara. Purtroppo le fake news sono all’ordine del giorno e spesso creano danni importanti.
Quante volte avrebbe voluto spegnere la televisione o non leggere più il giornale?
Non guardo molta televisione. Ricordo però che spensi la Tv, nell’ottobre del 2009, quando vidi le immagini dell’alluvione di Giampilieri, Scaletta, Itala, Altolia, Molino, Santo Stefano Briga, Pezzolo, Briga Superiore, Guidomandri. Non riuscivo a guardare quelle immagini. Tengo a citare ogni singolo paese perché sono rimasti scolpiti nel mio cuore.
Ognuno di noi ha una sua lista di ricordi della città: si può costruire e dare forza a un patriottismo proprio personale che collettivo, ma non per questo meno vero e appassionato, da opporre – da sovrapporre – al marcio, alla cialtroneria, che giorno dopo giorno purtroppo viene a galla?
Il marcio che negli ultimi anni è emerso amareggia tanto. Assistere a determinati fatti mi ha spinto a triplicare gli sforzi cercando di contribuire alla rinascita della nostra città. Ricordo una città allegra e cittadini sorridenti. Oggi non è più così. Mi auguro si torni presto a sorridere.
Eletto al Comune nella lista civica di centro destra “Bramanti Sindaco” si ritrova a dover dialogare con Cateno De Luca, avversario di Bramanti. Come sarebbe stata Messina con Bramanti rispetto a quella che ci regala De Luca?
La campagna elettorale è terminata. De Luca è stato eletto sindaco e con lui ho un dialogo costante che mira esclusivamente a dare risposte concrete ai nostri cittadini. Bramanti e De Luca sono due profili profondamente diversi tra loro. Amministrare è complicato: non so come sarebbe stata la città con Dino. Non posso esprimere giudizi, giudicherò invece Cateno a fine mandato e i cittadini giudicheranno me.
E’ finito tra i banchi di un Consiglio comunale un po’ ondivago: c’è chi sostiene che non brillate certo per fermezza e carattere. Cosa ne pensa?
Mi onoro di far parte di questo consiglio. L’atteggiamento dell’aula è stato sempre maturo senza mai farsi prendere da isterismi o altro. Rispondere a tono a certe provocazioni in alcuni momenti sarebbe stato semplice ma, creare il “Muro contro Muro” non sarebbe coinciso con il fare l’interesse della comunità che da noi si aspetta risposte e non polemiche.
La città giorno dopo giorno perde certezze: lavoro, commercio, sicurezza, servizi sociali, sport sono alla canna del gas. Per non parlare della salute. L’emergenza Covid 19 ha messo a nudo fragilità della macchina organizzativa che prima o poi qualcuno sarà chiamato a risponderne. Non abbiamo capito se è un problema di uomini, di politica, o di cervelli esposti allo scirocco. Lei che cosa dice?
Da tempo la città è frastornata, tantissime attività hanno chiuso; gli anni dello sport ai massimi livelli sono solo ricordi sbiaditi (Calcio e Basket in serie A). Spesso mi chiedo “Perché oggi un imprenditore dovrebbe investire in città?” L’emergenza Covid-19 ha chiaramente messo a nudo un sistema (Politico, Sanitario ecc…) che si sta rivelando fallimentare. Superato questo momento (mi auguro presto), si dovrà prevedere un serio progetto che miri a costruire una nuova classe dirigente su cui porre le basi per una immediata ripartenza.
Possibile che per bloccare e mettere in sicurezza lo Stretto c’è necessariamente bisogno del varietà del sindaco?
In generale non amo gli shows. Viviamo un’epoca in cui saper comunicare è molto importante e il Sindaco in questo è maestro. E’ fondamentale però non perdere di vista gli obiettivi e quindi la risoluzione dei problemi. Chiaramente una POLITICA FORTE avrebbe tempestivamente trovato soluzioni evitando anche momenti di tensione.
Per fortuna che il sindaco ha smesso di spogliarsi e mostrare le sue mutande. Qualcuno direbbe la libertà di scegliere di noi, non di far scegliere ad altri per noi: la coscienza cosa le suggerisce?
La politica negli ultimi anni è cambiata tantissimo, sono saltati tutti gli schemi. Show a parte “che non amo”, un politico va giudicato per i risultati raggiunti, il resto è aria fritta.
Da politico che promessa si sente di fare ai cittadini?
Non sono un politico … I politici fanno promesse… Una promessa però credo di poterla fare: continuerò ogni giorno a dare il massimo per la comunità che mi onoro di rappresentare e se vorranno, proverò a rappresentarli anche in “PALAZZI” dove le responsabilità saranno maggiori.