Rho – Adattamento dei territori ai cambiamenti climatici, ma anche informazione e formazione. Tre le parole chiave emerse all’incontro “Protezione civile: dalla prevenzione alla gestione dell’emergenza“, cui sono intervenuti il 23 novembre 2023 a Villa Burba il climatologo Andrea Giuliacci insieme con Emiliana Brognoli , assessore alla protezione civile del comune di Rho; Sara Bettinelli, consigliera di Città metropolitana delegata alla Protezione Civile; il geologo Nicolò Orlandi; Fabrizio Pregliasco, past president Anpas nazionale e presidente di Rho Soccorso; Dario Pasini, presidente del Comitato del Volontariato di Protezione Civile di Milano. A trarre le conclusioni, al termine, il sindaco Andrea Orlandi che ha sottolineato la necessità di tenere desta l’attenzione sulle allerta meteo e sui progetti per ridurre le isole di calore del territorio.
Presenti la Protezione civile del Comune, numerosi volontari del Cor, di Alpini e Rho Soccorso ma anche tanti cittadini pronti a porre domande su anticiclone delle Azzorre, scioglimento dei ghiacci, effetti di nubifragi e alluvioni. Una serata davvero ricca di informazioni, diffuse con un linguaggio alla portata di tutti.
L’assessore alla Protezione civile Emiliana Brognoli ha ricordato l’origine della serata: “I Piani di prevenzione di protezione civile hanno lo scopo di mettere in campo tutti gli accorgimenti utili perché eventi atmosferici importanti abbiano il minore impatto possibile su territorio e persone. Due anni fa abbiamo iniziato un percorso, portando in piazza la campagna “Io non rischio”, che rappresenta un processo collettivo e collegiale da portare avanti tutti i giorni con volontari che hanno un ruolo fondamentale. Ringrazio COR, Rho Soccorso, Associazione nazionale Alpini e faccio appello a chi volesse dedicarsi a un impegno attivo. Questa è l’occasione di domandare a se stessi se si possa attivare un di più di partecipazione, andando incontro a occasioni di formazione professionale e alla conoscenza di persone davvero speciali che fanno un lavoro eccezionale per la nostra città”.
Sara Bettinelli, consigliera di Citta Metropolitana per la Protezione civile ha ricordato come quello cui appartiene sia l’organo delegato da Regione Lombardia per favorire formazione e prevenzione, al fine di evitare l’esposizione al rischio per i cittadini: “L’istituzione – ha detto – deve compiere un percorso parallelo al volontariato. “Io non rischio” nasce per rendere le persone consapevoli della necessità di tutelare se stessi e i propri cari. Occasioni come questa sono un arricchimento, perché negli ultimi 4 anni si vive in una costante emergenza, iniziata con la pandemia e proseguita con numerose emergenze climatiche. Non è che ci si trova impreparati, il fatto è che sono eventi davvero anomali, che riguardano tutti quanti: se pensiamo a questa estate, i nubifragi hanno coinvolto ben 125 comuni sui 133 di Città Metropolitana”.
Andrea Giuliacci ha fornito, con un linguaggio semplice e chiaro, importanti informazioni: “Il clima – ha detto – sta cambiando rapidamente, ma riscaldamento globale non significa che tutti i giorni dell’anno faccia caldo. Le persone se ne rendono conto quando la grandine distrugge l’auto o si allaga la cantina, noi cerchiamo di formarle a capire che i cambiamenti si possono in qualche modo contrastare con comportamenti corretti. Più che di mitigazione credo si debba parlare di adattamento: dobbiamo prendere atto che non possiamo più pensare al territorio come 40 anni fa. In passato si è studiato il territorio per un clima che non c’è più. Comunicarlo non è facile ma abbiamo bisogno di cittadini consapevoli, che evitino i pericoli in momenti di emergenza. Annunciare una previsione con allerta meteo è un avviso di potenziale pericolo, purtroppo ancora la gente non se ne rende conto. In America sanno bene che quando si annuncia un tornado ci si deve proteggere. Qui non siamo abituati a queste comunicazioni”.
Giuliacci si è detto ottimista per le prossime generazioni, visto il lavoro che si fa nelle scuole, ma ritiene che servano soluzioni per i prossimi 10-15 anni e che ogni informazione vada comunicata in modo corretto. Secondo il meteorologo, la sfida maggiore sarà la trasformazione delle città: “Se anche da domani non venissero più emessi gas inquinanti, se non si usassero petrolio e carbone, le temperature continuerebbero a salire, perché continuano a operare i gas che sono già in atmosfera. Tutte le proiezioni climatiche dicono che farà ancora più caldo, più in città che nelle aree rurali. E l’inquinamento favorisce temporali più violenti. Servono soluzioni, a volte semplici come quelle adottate in Arizona dipingendo i tetti di bianco e usando asfalto chiaro, per abbattere il calore del 50 per cento. Dovremo prestare attenzione alle zone troppo impermeabili e ai corsi d’acqua, alle piogge forti e alla siccità prolungata. La parola chiave sarà adattamento”.
In quest’ottica Giuliacci ha apprezzato i progetti rhodensi per i parcheggi “spugna”, con asfalto maggiormente drenante, e per le vasche di laminazione per contenere le piene del Bozzente.
Il geologo Nicolò Orlandi ha illustrato come accadono le esondazioni in realtà molto urbanizzate, con ridotta capacità di assorbire sia l’acqua piovana sia l’aumento di intensità dei fenomeni atmosferici. Ha spiegato come a Rho, dove il terreno è adatto a filtrare grandi quantità di acqua, siano state realizzate numerose opere negli ultimi 10-15 anni per prevenire danni.
A Fabrizio Pregliasco il compito di raccontare come sia nata la campagna “Io non rischio” a partire dal 2011 e come sia fondamentale integrare il lavoro delle istituzioni con quello dei volontari: “Tutte le persone che intervengono devono sempre essere in protezione, tutto va coordinato e Rho è un magnifico esempio di collaborazione grazie a istituzioni attente – ha precisato – Occorre poi fare memoria, dimenticarsi dei terremoti passati vuol dire non far tesoro dell’esperienza, la comunicazione diventa elemento importante. Occorre mitigare e adattarsi”. Dario Pasini, per la Protezione civile di CM, ha evidenziato un aspetto fondamentale: “In situazioni di emergenza, l’importante è portare a casa la pelle. Evitare di pensare ai beni da salvare, ma salvare la propria vita: allontanarsi ed evitare, in caso di esondazione, i piani bassi. E se c’è una tromba d’aria mi metterei al riparo evitando di riprendere tutto in diretta Facebook. Noi abbiamo un programma di coordinamento metropolitano, lavoriamo con le scuole. Seminiamo, ma c’è tanto da fare. E servono azioni preventive, come il controllo di tutte le piante per evitare possibili cadute”.