“Scegliere di non far sapere, significa scegliere di non alimentare la democrazia in settori cruciali quali la giustizia e l’informazione. Se è necessario limitare le notizie per aspetti particolari si dicano quali sono e di quali tutele hanno bisogno, tappare la bocca non è mai un buon segnale. Da qualunque parte provenga questa scelta”.
Così il Segretario Generale di Anf (Associazione nazionale forense) Giampaolo Di Marco in merito alla norma che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” dell’ordinanza con cui I giudici formalizzano una misura cautelare. Si tratta di una modifica al codice di procedura penale, pensata dal deputato e responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa e riformulata dal Governo, da poco votata in aula alla Camera da una maggioranza allargata al partito di Calenda e Italia viva. La proposta è passata con 160 sì e 70 contrari tra le proteste delle altre opposizioni che hanno parlato di “Norma Bavaglio”.
Di Marco aggiunge inoltre che “anche sul tema della prescrizione occorre fare chiarezza. Da strumento di civiltà giuridica a sostanziale ‘indulto’ da lungaggini dei processi. Torna sempre la domanda: quanta giurisdizione è ancora necessaria nel nostro paese per regolare i rapporti? E di quanta ne ha ancora bisogno lo Stato per esercitare la sua potestà sanzionatoria? Senza la risposta a queste domande nessun modello organizzativo efficace potrà essere realizzato utilmente”.