“La riforma Cartabia entrerà in vigore così com’è: ci potrà essere qualche ulteriore slittamento di qualche sua piccola parte, ma non si può pensare di ritrattare la normativa con la Commissione Europea: abbiamo già avuto tranche di finanziamento”. Così il Viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervenendo nel corso di Italia Direzione Nord – A True Event, in corso al Palazzo delle Stelline a Milano. Giunto alla diciassettesima edizione, l’evento è promossa dall’Associazione Amici delle Stelline, dalla Fondazione Stelline e da Inrete in collaborazione con Cenacolo Artom e gode del patrocinio di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.
La scelta di procrastinare l’entrata in vigore al prossimo 30 dicembre, ha detto Sisto è dovuta al fatto che “non eravamo ancora pronti: c’erano situazioni ordinamenti e logistiche da sistemare. Perché una buona norma possa essere efficace, è necessario che la struttura sia pronta ad applicarla”.
Tra i punti più dibattuti della riforma Cartabia, le nuove norme che disciplinano la cronaca giudiziaria e affida ai capi delle procure la decisione su quali notizie possano essere rese note alla stampa. “La riforma ha avuto un pregio: ha avvicinato processo alla Costituzione ha detto il Viceministro. L’articolo 21 è un pilastro della democrazia, ma gli articoli 3, 24, 25, 27 non sono meno importai. Non c’è un bene costituzionale più importante degli altri: bisogna metterli tutti insieme e trovare una mediazione tra diritto di cronaca, la riservatezza e la presunzione di non colpevolezza”.
“Quel decreto è doveroso perché viene dall’Europa”, aggiunge Vinicio Nardo, Presidente Ordine degli Avvocati di Milano. “Penso sia qualcosa di civile che porterà a un ridimensionamento dei modi e dei costumi e che possa incidere anche sull’aspetto culturale”.
Di tutt’altro avviso Edmondo Bruti Liberati, magistrato ed ex procuratore della Repubblica di Milano, che, pur condannando gli eccessi, ha ricordato che “l’informazione sulla giustizia è un elemento della democrazia. È interesse pubblico che la stampa possa conoscere cosa avviene ed eserciti il suo dovere di critica verso chi esercita il potere giudiziario”.
Nel corso dell’incontro Sisto ha risposto alle critiche sul decreto anti-rave affermando che si rivolge chiaramente alla tutela dell’ordine pubblico e della salute pubblica. “È indirizzato a beni giuridici che non possono essere scambiati con scuole o manifestazioni in piazza. Io sarei per una modifica che preveda l’inserimento nel testo dell’uso indiscriminato di sostanze stupefacenti per chiarire ulteriormente ed evitare che qualcuno possa applicarlo al di là dei contesti appropriati”.
Quanto alla lunghezza dei processi: “Nella manovra di bilancio abbiamo indicato delle priorità come le assunzioni di personale, sia nella polizia penitenziaria sia negli uffici giudiziari”, ha detto Sisto. Da questo punto di vista, secondo Dario Bolognesi, Fondatore Studio Bolognesi – Avvocati Penalisti d’Impresa, un aiuto potrebbe venire da una norma contenuta nella Riforma Cartabia: “l’istituzione di un’udienza predibattimentale nei processi che vanno a giudizio con citazione diretta. Apparentemente è un istituto in più, ma potrebbe portare un grande vantaggio, poche il giudice del predibattimento avrà il fascicolo del pm e potrà assolvere. Visto che un 40% di cause si fermano in udienza preliminare, potremo avere trovato una soluzione”.
Un’altra ipotesi è quella “di un’amnistia circoscritta”, ha detto Guido Camera, Presidente Associazione Italiastatodidiritto. “Circa il 30-40% dei procedimenti sono cadaveri che camminano, se ne potrebbe parlare”.