Ho conosciuto Filippa Dolce senza saperlo: navigando sul web alla ricerca di una radio. La sua voce mi catturò e subito dopo i contenuti del programma. Si parlava di inchieste, giustizia negata, diritti calpestati. La prima scintilla della straordinaria bravura di Filippa era scattata. E da allora la seguo ogni volta che posso. Nel mio lavoro, di solito, parto da una idea, poi cerco di capire come gira la storia. Nel caso della nostra protagonista, direi che funziona a meraviglia.
Per raccontarla ho preso frasi, tempi e luoghi della nostra bellissima Sicilia con gli spazi che il web concede. Raccontando Filippa, racconteremo la radio e il suo universo. Questo strumento magico sta vivendo una sorta di seconda giovinezza: in troppi davano per sorpassata ma che, invece, sta dimostrando una straordinaria vitalità. Penso che la radio sia per tutti. Un mezzo molto più trasversale di quanto si possa ritenere, rivolto ai giovani e, contemporaneamente, a chi ha qualche anno in più. La radio vince in immediatezza, in facilità di ascolto, in possibilità di approfondire i temi di cui si occupa e non di darne delle visioni superficiali. Il programma radiofonico di Filippa, a mio modesto parere, aiuta l’ascoltatore a percepire l’imprevedibilità del presente; sia che tratti di argomenti profondi sia che parli di musica o di moda. In una parola accende il cervello. E alla fine non puoi non dire: cammina, respira, pensa. La vita quotidiana ci regala spesso sorprese. La speranza è una voce, una canzone, un libro da leggere. Di solito funziona così. E la radio, aiuta, eccome!
Filippa Dolce, giornalista, conduttrice radiofonica: come si vive nei panni di una che deve sempre trovare le parole giuste anche nei momenti più dolorosi di una comunità?
Si vive come un comune essere umano. A tutti capita di dover trovare parole giuste in occasioni particolari. Se, come me, bisogna farlo anche professionalmente e rivolgendosi a più persone che non conosci direttamente, ma che ti ascoltano, be’ è una responsabilità …è un onore. Noi giornalisti abbiamo un dovere nei confronti della comunità: contribuire in maniera positiva all’acculturazione. Il mio modus è raccontare fatti degni di questo dovere, quindi con contenuti utili allo scopo a cui accennavo, utilizzando una forma adeguata ed efficace. Vedi?! Un fatto può essere raccontato usando parole che possono sottolinearne certi aspetti piuttosto che altri. Personalmente credo che sia necessario andare sempre nella direzione della costruttività e non, come troppo spesso avviene, della demolizione. Inoltre credo che la Radio debba garantire una forma di comunicazione atta alla sua diffusione più ampia. La mia sfida quotidiana è quella di riuscire ad arrivare contemporaneamente alla casalinga e al professore universitario, al bimbo e al 90enne. Quindi ricerco sempre una forma fresca, leggera, semplice, colloquiale, sebbene densa di contenuti. Mi impegno a tradurre i concetti difficili o espressi in maniera tecnica da chi intervisto. Insomma tendo all’ambizioso Esperanto della Comunicazione. Riconosco comunque che questa ricerca è nella mia indole, così come i talenti della voce e della parola e il dono di scoprirli e di coltivarli che ho ricevuti dal cielo e per cui sono grata.
Che Sicilia osservi dalla tua postazione quotidiana?
La Sicilia che amo, che ho sempre amato e di cui mi innamoro ogni giorno. Ho avuto il privilegio di non essere nata nella bambagia. Ho origini umili e le circostanze mi hanno portata a vivere, per diversi anni, lontano da questa Terra in cui affondo i ¾ delle mie radici. Ho potuto fare l’esperienza di vivere in luoghi in cui non c’è la sua luce, il suo profumo, la sua gente, la sua profonda, travolgente, ma talvolta incompresa, Bellezza. Ho potuto sentirne la mancanza, ma anche la stretta al cuore quando da sopra il traghetto, nello Stretto di Messina, ne intravedevo la costa, ogni volta che ci ritornavo. Ma vedo anche tanta, troppa, della sua gente ingrata e irrispettosa. Credo che dipenda da un fatto molto umano però…danno per scontate tanta bellezza e ricchezza …dovrebbero vivere un po’ fuori da qui (“vivere” non andare in vacanza) per capire cosa intendo. Per questo amo sottolineare e promuovere la bellezza di questa Regione, e non disdegno di sottolineare i torti che le vengono fatti e chi li compie.
Qualche aneddoto curioso?
Erano gli anni ’90, lavoravo a Roma e avevo cambiato Emittente, i miei radioascoltatori affezionati riuscirono a trovarmi facendo zapping. Ricevetti diverse telefonate solo per dirmi “Che bello! Ti abbiamo ritrovata!”. Beh non me lo aspettavo, lavorando in radio non si ha la percezione della presenza del pubblico …allora non c’erano i Social… la Radio era pura e magica… era Radio.
Quanto tempo dedichi alla lettura dei giornali e quanto alla meditazione?
Non ho mai quantificato il tempo impiegato ad informarmi…soprattutto da quando con l’ausilio della rete possiamo aggiornarci costantemente e abbiamo possibilità illimitate di approfondire. Sono curiosissima e confesso che leggo tutto il giorno, nei momenti più impensabili… ma alla sera, prima di addormentarmi, e al mattino presto, appena sveglia, ti confesso che ho un rito: mi prendo un tempo per me, nel quale leggo e mi informo ma anche ascolto musica, rifletto, prego…o medito come dici tu…la differenza con la lettura fatta durante il giorno è che lo faccio quando intorno c’è silenzio e non ci sono altre distrazioni, e questo fa una grande differenza.
Io amo la radio e questa quarantena mi ha permesso di apprezzare ancora di più questo strumento: ti obbliga a riflettere, a farti domande, accende il cervello. Tu che ci vivi dentro cosa ne pensi?
Mi sono innamorata della Radio che avevo 8 anni. Me ne stavo ferma a guardarla (era di plastica verde) tenendomi il mento tra le mani e chiedendomi:” ma come è possibile? Questa voce la sento io ma la sentono anche altri, nello stesso momento, in posti diversi…la stessa voce…e da dove viene? E come funziona? E’ una MAGIA!” Per me bimba di 8 anni quella era la Magia! E oggi che ho qualche anno in più sento ancora la stessa curiosità, la stessa passione, lo stesso amore, lo stesso rispetto, la stessa “magia”. Ma sento anche rabbia a volte perché la Radio è stata offesa e umiliata negli anni, e a farlo sono stati gli editori (certi editori). La Radio ti porta in uno spazio in cui nessun altro mezzo è in grado di portarti. Dico che è “subdola” nell’accezione positiva del termine. La puoi ascoltare ovunque e non ti distrae con le (troppo spesso inutile, sciocche e offensive) immagini, anzi… e ti porta in uno spazio di riflessione, perché ti da spunti, ma lo fa toccando le corde delle emozioni, con la musica certo, ma soprattutto con le “voci”. La voce è un dono, si può modulare, si può correggere la dizione (dovrebbero farlo in molti… ahahaha) ma con una certa tessitura vocale ci nasci. La voce è però anche il risultato delle proprie emozioni e del proprio vissuto personale. La gradevolezza di una voce, il suo potere ipnotizzante dipende da tutto questo. Diciamo che è un fatto di percezioni energetiche. Una voce cattura perché dentro ad una voce c’è (a parte la fortuna dello strumento vocale) tutta la storia e l’essenza di chi la possiede, per questo non ha alcun senso essere competitivi in questo mestiere, perché a parità di format, il pubblico non sarà mai lo stesso, ogni voce ha il suo pubblico perché vibrano nella stessa frequenza. Ma questo mestiere non si può improvvisare, ci vogliono gli ingredienti detti ma anche studio e regolare approfondimento e aggiornamento di sociologia, antropologia, psicologia (…) e ci vuole esperienza, quella la si fa con l’umiltà di voler imparare. Purtroppo oggi soprattutto nelle Radio locali sento voci improponibili, con inflessioni dialettali inascoltabili e senza alcuna competenza né attenzione al ritmo, che è parte fondante per un conduttore. Per non parlare dei contenuti, pressoché inesistenti, o se vi sono, offuscati dalla incapacità di veicolarli in maniera professionale adeguata ed efficace.
Ancora ha senso di parlare di radio libera o è solo frutto della nostalgia della gioventù?
Per me lo ha, esistono ancora pochissime sparute Radio Libere degne di questo nome. Certo non sono i grandi Network, e meno che mai lo sono alcune Radio locali che scimmiottano i network. Ma sì, ci sono Radio Libere, con editori illuminati e conduttori seri e capaci.
Sicuramente ti sarai fatta le tue convinzioni su come funziona la vita dalle nostre parti: carriere, ascese politiche, boom commerciali, difesa degli ultimi, lotta alla mafia. In che cosa noi siciliani siamo carenti?
Autostima. Assoluta carenza di autostima. E non serve dire altro.
Se Filippa fosse Governatore di Sicilia e potesse cambiare qualcosa, che farebbe?
Cambierei il sistema economico attorno a cui tutto gira. Applicherei l’Economia di Comunione. Introdurrei la meritocrazia in ogni settore, soprattutto quello pubblico: se produci guadagni se no fuori, e al posto tuo avanti uno bravo e onesto. Investirei sulle risorse umane, sulla comunicazione, sul welfare e soprattutto sui bambini e sui giovani, per loro creerei corsie preferenziali. Ma ci vogliono competenze, che magari ci sono pure, ma mancano dello sguardo a un Nuovo Umanesimo, cosa in cui credo profondamente per un futuro possibile.
Nei confronti della notorietà come ti poni?
Credo che il bisogno di notorietà sia una malattia piuttosto diffusa…basta guardare l’utilizzo che si fa dei social. Per me non è tanto importante la notorietà quanto il “Successo”, che è quello che si ottiene quando si fa ciò che si ama. La notorietà la lascio a chi non ha capito che “essere famoso su Facebook è come essere ricco a Monopoli” (cit.)
Che cosa ti motiva nel profondo?
Le cose in cui credo, i valori semplici ma fondamentali che mi hanno trasmesso i miei genitori e mia nonna Antonietta (la mia radice ciociara): la gentilezza, il rispetto, l’onestà, la dignità. L’amore per i miei figli, la gratitudine, la gioia di vivere, la curiosità, la voglia di innamorarmi e re-innamorarmi sempre, di ogni cosa. Tutti ingredienti che reputo fondamentali nel mio lavoro.
Qual è il tuo eroe preferito?
Gli esseri umani onesti, quelli che tra mille difficoltà, ce la fanno. Loro sono i miei eroi, soprattutto i bimbi.
Prossima stazione radio?
Collaboro già da qualche anno con una stazione Radio del Circuito InBlu, con cui ho realizzato progetti importanti e prestigiosi. Mi piace molto, moltissimo, lavorare in questa struttura e in questo circuito. Ho risposto?