Non è facile capire l’economia e le sue regole. O forse è difficile tenere a mente che, per quanto articolate e complesse possano essere le variabili che la condizionano, la regola di base è semplice: si fa quel che si può in base a quel che c’è e a quanto si può avere credibilmente in prestito. Il resto diventa rischio che tanto più cresce, tanto più si trasforma in azzardo. Per capire che succede col DEF del governo, con le (finte?) resistenze di Tria e con l’incessante richiesta di aumento della spesa pubblica dei partiti di maggioranza, allora, me la sono spiegata così.
Oggi esco a cena e offro ai presenti in sala. E lo farò anche domani e tra due giorni. Come il mio vicino di casa, quell’insopportabile francese. Sapesse cosa pensa del suo popolo Schopenhauer! Perché se lui lo può fare non lo posso fare anche io? L’avevo promesso qualche mese fa e lo farò. Si va be’, forse avevo esagerato, parlando di buffet illimitato, vini d’annata, ecc. ecc. ma rimedio con qualche limite qua e là, al posto del pescato del giorno il surgelato di lunga data e nessuno se ne accorgerà; tanto, basterà dire che pago e i presenti al ristorante saranno contenti, insomma per loro abituati diversamente sarà già un successo.
È vero, per farlo arriverò al limite del fido, ho già sforato un bel po’ e poi c’ho il mutuo pluriennale per la casa, il finanziamento per l’auto, le spese correnti, ma chissenefrega! Si vive una volta sola! Che, se quando andrò a pagare la carta sarà bloccata e se poi dopo iniziassero a pignorarmi tutto, allora dirò a quei gonzi dei clienti che è colpa del ristoratore cattivo e scapperò mentre c’è il caos. Perché quei boccaloni non si sono accorti che quando ho detto che gli avrei offerto la cena, gli ho fatto firmare una carta con la quale si sono dichiarati garanti di ogni mio debito. Alé!
Alessandro Gallucci, legale, consulente Aduc