IL DISCORSO CHE VORREMMO SENTIRE DAL PRESIDENTE DRAGHI

Atlantico quotidiano offre ai suoi lettori una singolare iniziativa: immagina un ipotetico discorso del presidente del Consiglio, che probabilmente non farà mai agli italiani. Cercherò di sintetizzare il singolare fondo firmato da Rocco Todero.

E’ inutile negare che il virus, il Covid 19 ci ha colti di sorpresa. Tutto il mondo è stato colto di sorpresa, nessuno era preparato per contenere la pandemia, afferma il presidente.

Pertanto nella prima fase, il Governo italiano è stato costretto, anche perchè impossibilitato di usufruire nell’immediato di acquisizioni scientifiche affidabili, di imporre una grave compressione dei diritti e delle libertà fondamentali.

«Lo choc emotivo è stato intenso e ha colpito ogni singolo italiano; mi sembrerebbe persino irriguardoso descrivere dalla mia posizione privilegiata i sacrifici economici ai quali siete stati costretti. Ma sappiate che ho piena consapevolezza delle condizioni in cui versa la Nazione che ho deciso di servire». (Rocco Todero, Libertà e responsabilità. Il discorso che vorremmo ascoltare dal presidente Draghi, 10.4.21, atlanticoquotidiano.it).

Nei quattordici mesi sono stati fatti diversi tentativi per arrestarne la pandemia, ma quasi tutti fallimentari. Il presidente del Consiglio è consapevole delle crescenti difficoltà di milioni di italiani, dei giovani studenti. E soprattutto riconosce che

«La profonda crisi economica degli ultimi mesi è la crisi dell’esistenza umana di un numero troppo elevato di italiani e abbiamo tentato di attenuarne gli effetti con soluzioni che compromettono inevitabilmente l’orizzonte futuro delle nuove generazioni. Si registrano effetti collaterali intensi nel benessere psicologico di un sempre maggior numero di cittadini e, ciò che appare sempre più evidente, la battaglia per debellare definitivamente il coronavirus non è questione di poche settimane ancora».

Il presidente fa alcune ammissioni come «Il potenziamento del sistema sanitario non è affare di poco conto e devo prendere atto che rappresenta una sfida che non abbiamo voluto affrontare, scoraggiati forse dalle grandi difficoltà che ci attendevano». Inoltre ammette che «La campagna di vaccinazione procede a ritmi non ancora del tutto soddisfacenti ed è lo Stato a essere responsabile di questo grave deficit organizzativo». Sono consapevole di tutto questo, farò di tutto per un repentino cambio di passo. Ammette anche che «i sacrifici che abbiamo imposto a milioni di operatori economici, l’impossibilità di procacciarsi i mezzi di sussistenza per molti mesi, non sono stati compensati celermente e adeguatamente con indennizzi e ristori».

A questo punto è arrivato il momento «di cambiare strategia, di guardare in faccia la realtà e di decidere di convivere col virus nel modo meno doloroso possibile. È arrivato il momento di riconoscere che lo Stato non è onnipotente e onnisciente. Non credo sia possibile andare oltre nella compressione della libertà di ciascuno di voi. Non sono tra quelli che ritengono che il Governo possa disporre a piacimento della vita dei cittadini nemmeno davanti a una prolungata crisi sanitaria».

Sono convinto che è ora di fare affidamento «alla responsabilità di ogni italiano; nessuno sa meglio di voi come gestire e come affrontare nella quotidianità il rischio di potere contrarre il virus. Conoscete le potenzialità nocive del Covid per averle osservate da vicino in questi mesi, sapete quali sono le misure di precauzione che possono ridurre sensibilmente il rischio di contrarre il virus, disponete adesso della consapevolezza delle potenzialità limitate del servizio sanitario e, allo stesso tempo, delle nuove acquisizioni della medicina. Siete tutti in lista per una prossima e speriamo celere vaccinazione».

Pertanto il presidente è convinto che «non può essere più il Governo a prescrivere a milioni di essere adulti e responsabili la condotta da tenere in ogni singolo momento della quotidianità; non può essere il Governo che rappresenta il popolo a minacciarlo, intimorirlo, scoraggiarlo, rendergli impossibile l’esistenza». Il presidente fa l’elenco dei compiti del Governo: «deve farsi carico di una campagna di vaccinazione celere ed efficace, deve garantire la continuità dello svolgimento di tutti i servizi pubblici essenziali, deve assicurare l’ordine e la sicurezza, deve forire tutte le informazioni necessarie alla popolazione in un frangente come questo».

Ecco perchè dopo un anno e due mesi dall’inizio di questa tragedia non è più disposto

«a imporre divieti e restrizioni che umiliano la vostra libertà e la vostra dignità. Il mio compito è di ricordarvi che esiste un pericolo, un rischio da non sottovalutare e che si possono adottare misure per contenerlo nello svolgimento di qualsiasi attività umana. Comprendo allo stesso tempo che la decisione sulla gestione di ogni rischio connaturato all’esistenza umana spetta a ciascuno di voi e non posso pensare che la vita non sia cara a ogni singolo cittadino».

In conclusione il presidente riconosce che a questo punto «La vera sfida adesso è quella di fare buon uso della libertà individuale di cui siamo dotati per natura nei limiti in cui non arrechiamo danni ad altri. Credo nella libertà e nella responsabilità di ogni singolo italiano. Mi accingo, pertanto, a rimuovere ogni limitazione alla libertà di circolazione all’interno del territorio nazionale e ogni restrizione allo svolgimento di qualsivoglia attività economica e lavorativa».

DOMENICO BONVEGNA

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