Messina – Il movimento dei tavolini, dissociandosi e nel condannare senza se e senza ma quanto accaduto la notte di sabato 6 giugno, è però costretto, ancora una volta, a stigmatizzare l’incomprensibile omologazione di chi ha scelto, incluse alcune associazioni di categoria, di parlare di “movida selvaggia” o cose simili.
Lo ribadiamo, speriamo per l’ultima volta anche reputavamo la cosa davvero scontata e pacifica, che gli oltre trecento imprenditori del campo della ristorazione, “battezzati” movimento dei tavolini che hanno deciso di unirsi per gridare a gran voce il disagio e le difficoltà dovute alle conseguenze della pandemia, sono interessati esclusivamente a lavorare seguendo le regole.
Se dunque verrà confermato che il responsabile di quanto accaduto sia un operatore allora è bene che lo stesso venga sanzionato così come prevede la legge.
Ad ogni modo però non è accettabile che ogni qualvolta si verifichino inconvenienti legati in modo diretto o indiretto alla nostra attività si tenti di colpevolizzare o omologare il nostro comportamento che invece è basato sull’assoluto rispetto delle norme.
Ricordiamo che oggi la decisione di riaprire le nostre attività è frutto di un atto di coraggio per provare a restare in piedi nonostante le grandissime restrizioni e cercando in ogni modo di dare dei servizi alla collettività.
Non si comprende dunque perché a tali oggettive difficoltà si debba aggiungere un’immotivata azione finalizzata a denigrare e colpevolizzare la quasi totalità degli imprenditori che invece, come è possibile verificare da tutti, hanno un comportamento irreprensibile e fanno sempre il proprio dovere.
Il portavoce
Domenico Anna