Esiste solo il vaccino per il governo ConteDraghi (così lo chiama Belpietro), le cure domiciliari inesistenti. Lo rileva lanuovabq.it con un editoriale di Andrea Zambrano. L’esclusione dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di oncologia di Piacenza, neo testimonial per il Nobel 2021 e simbolo del covid at home, è la prova evidente che questo governo non prende in considerazione l’ottima esperienza di centinaia di medici che stanno curando a casa il covid da oltre un anno.
«La strategia è chiara: il covid non va curato, bisogna usare i ricoveri per spargere paura, vaccinare e rassicurare tenendo un occhio alle vacanze. Le vacanze sì, le cure no».
Nella conferenza stampa del 26 marzo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, affiancato dal ministro della Salute Roberto Speranza, ha toccato tre argomenti: i vaccini, la ripresa post pandemica e la scuola. Si è parlato anche di vacanze e il premier ha consigliato agli italiani di prenotarle. Mentre il viceministro Pierpaolo Sileri aveva già tranquillizzato che «al mare staremo senza mascherina». A quanto pare siamo ottimisti per il futuro, ma catastrofisti per il presente.
«Una cosa è certa – scrive Zambrano – scordiamoci anche questa volta una gestione del covid incentrata sulle cure domiciliari precoci». (A. Zambrano, Non vogliono curare: escluso dal Cts il medico da Nobel, 27.3.21, lanuovabq.it)
E’ del tutto evidente il grande assente dai piani del governo, dalle domande dei giornalisti, dagli interventi di Draghi. Assente. «Così assente che per trovare qualche dichiarazione pubblica sulle cure domiciliari bisogna andare a pescare i celebri virologi da salotto, i quali ovviamente ne parlano male».
E’ paradossale che proprio ora che il Comitato dei medici che curano il covid a casa stava avendo visibilità, vengano silenziati denigrati o trattati come medici di serie B.
«Certo, per arrivare a minimizzare le cure domestiche i passaggi sono molteplici e su vari livelli».
Il passaggio più evidente è l’esclusione del dottor Luigi Cavanna dal CTS. Un fatto grave, perchè è il medico che prima di tutti ha portato avanti un protocollo di cura domiciliare precoce che ha ridotto le ospedalizzazioni al 5%. «A maggio ottenne la copertina del Time come medico eroe e la scorsa settimana è stato scelto addirittura dalla Fondazione Gorbachev come testimonial per la candidatura dei medici italiani al Nobel per la pace 2021». Anche se una candidatura al Nobel, di questi tempi, non sia indice di santità, ma è pur sempre un indizio di serietà.
L’esempio di Cavanna, con i protocolli di cura domiciliare precoce, si sono estesi a migliaia di medici che nel silenzio delle istituzioni e senza considerare i protocolli inutili del Ministero (“tachipirina e vigile attesa”), hanno creato una rete che ha curato i pazienti senza mandarli all’ospedale. A rigor di logica, è una strategia vincente, e ancora oggi, io da profano, non riesco a comprendere perchè viene trascurata. Attenzione, sull’argomento non ho nessun interesse particolare da difendere, peraltro ho ricevuto una mail (non so quanto farlocca) di una signora che mi chiedeva informazioni sui medici. Per chi è interessato c’è il sito (ippocrate.org).
La cura a casa, era ed è la strada più importante per gestire la pandemia cercando di normalizzare e non deprimere l’economia e affollare gli ospedali. Una strada fatta di cure con evidenze scientifiche via via migliorate nel tempo, con pazienza e fiducia nelle evidenze cliniche che da marzo 2020 erano già disponibili.
Pertanto secondo il giornalista de Lanuovabq.it «il fatto che nel corso dell’ultimo rinnovo del Cts non sia entrato nessuno dei medici che in questo ultimo anno ha curato a casa è indice di un disinteresse inquietante».
A maggior ragione che i medici del Comitato il 10 marzo, hanno incontrato il sottosegretario alla Salute Sileri, che gli aveva promesso il suo interessamento per il protocollo delle cure a casa. Il sottosegretario che ogni sera è presente in tv a tutti i talk show, con la sua loquacità solo“per fare cinema”, non risponde alle sollecitazioni della Bussola. Evidentemente il tema non lo appassiona, che però di fronte a certe domande ostenta il disprezzo del Marchese del Grillo.
Inoltre Zambrano evidenzia la delusione del presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, che dopo essere entrato nel Comitato, «ha smesso di prendere posizione pubblica a favore di un investimento terapeutico sulle cure domiciliari, vanificando così tutti i suoi interventi precedenti il suo ingresso nell’Aifa». Le aspettative erano altre.
Nel frattempo i virologi demoliscono più che possono le cure domiciliari. Come ha fatto recentemente i vari professoroni sempre presenti a sentenziare nelle reti televisive. Per loro la strategia vincente è vigile attesa e paracetamolo «e basta».
Insomma, «gli unici che parlano in tv di cure domiciliari sono i medici ospedalieri che non curano i pazienti a casa. E questo fa capire la confusione che regna sul fronte della strategia di cura del covid, i ritardi e il fallimento della strategia ospedaliera con gli affollamenti in terapia intensiva, usati come spauracchio per chiuderci in casa ancora un po’».
DOMENICO BONVEGNA
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