Deve essere un virus che gira e colpisce il M5S e la Lega. Ricordiamo il “gombloddo” (così è stato definito a Roma) evocato dalla sindaca Raggi per i frigoriferi lasciati in strada: secondo la Raggi qualcuno, di notte, scaricava in strada questi elettrodomestici per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale che non riusciva a tenere pulita la città; informiamo che Roma, dopo due anni e mezzo di mandato pentastellato, è ancora sporca.
Sull’argomento “gombloddo” si esercita Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che dichiara: a fine agosto i mercati ci attaccheranno; i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. In Europa, ha spiegato, il governo populista non è tollerato. La vecchia classe dirigente italiana ed europea vuol far abortire questo governo per non alimentare precedenti populisti. Si aggiunge una dichiarazione del vicepremier, Luigi Di Maio: qualcuno vuole usare i mercati contro di noi, ma non siamo ricattabili.
Insomma, la colpa è dei mercati, degli investitori e dell’Europa.
In verità, Giorgetti cioè la Lega, e il M5S, si stanno preparando alle elezioni europee del prossimo anno, scaricando la colpa delle difficoltà economiche dell’Italia su soggetti finanziari e politici.
Di fronte a previsti attacchi, cosa fa il sottosegretario Giorgetti? Si arma di scudo o offre il petto al nemico?
Il gioco è fin troppo smaccato, l’importante è che il popolo ci creda.
Vediamo di capire, semplificando al massimo.
Il nostro paese ha un debito di 2.300 miliardi, il secondo in Europa, formatosi prevalentemente prima dell’entrata in vigore dell’euro. Considerato che, le entrate statali non riescono a pagare il debito, lo Stato emette titoli il cui valore dovrà essere restituito con gli interessi. Chi compra i titoli italiani? Il mercato, vale a dire i risparmiatori, cioè il popolo, e gli investitori. Il tutto si tiene se il mercato ritiene che i soldi saranno restituiti con gli interessi; quando iniziano a sorgere dubbi sulla restituzione, il mercato reagisce o non comprando più titoli pubblici o vendendo quelli che ha in portafoglio. L’affidabilità dei nostri titoli pubblici è connessa al cosiddetto spread: più è alto più sorgono dubbi.
Se la politica economica di un governo porta all’aumento del debito pubblico, i dubbi di cui sopra aumentano per un ragionamento semplice: un forte debitore, che aumenta il suo debito, non è molto credibile.
Il governo Lega-M5S nel “Contratto” ha previsto un aumento del debito per circa 117 miliardi, cioè spese senza copertura, e i dubbi iniziano a farsi consistenti. L’Europa non c’entra per niente, come insegna la recente crisi della Turchia, dove non ci sono regole europee e non c’è l’euro.
La responsabilità di eventuali attacchi speculativi è tutta della politica economica di spesa senza copertura, che questo governo ha scritto nel “Contratto” e che ripete voler fare ogni giorno. I mercati reagiscono non perché sono “cattivi” ma perché questo governo semina dubbi.
Non c’è nessun “gombloddo”, c’è, invece, l’incapacità del governo Lega-M5S, che ha promesso ciò che non poteva promettere. Purtroppo, a pagare sarò il popolo.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc