IL VERO BUSINESS DELLA SALUTE RACCONTATO IN “SCIACALLI”

Dovresti conoscermi, dice Mario Giordano a sua figlia Camilla, sono anni che mi vedi lottare contro Sanguisughe, Pescecani, Vampiri, Avvoltoi. Ora nell’ultimo libro “Sciacalli. Virus, salute e soldi: chi si arricchisce sulla nostra pelle”, pubblicato da Mondadori (2020), Giordano racconta come viene gestita la nostra salute, da chi viene gestita, con quali criteri, in base a quali interessi, infine con quali conseguenze.

 

E’ un tema abbastanza complesso, come ammette lo stesso Giordano. “Ma la complessità non può diventare, come è spesso è stato, l’alibi per gli sciacalli, perché possano continuare a farsi i comodi loro alle nostre spalle. Sulla nostra pelle”. Giordano è ancora più chiaro: “Non possiamo lasciare che una piccola casta di scribi farmaceutici decide se, quando e come tagliare i fili della nostra esistenza, senza aver nemmeno la cortesia di avvertirci di ciò che sta succedendo”.

E’ un libro attuale, lo diranno tutti, visto che siamo in tempo di pandemia a causa del coronavirus, dopo le tante certezze sarebbe corretto chiamarlo virus del “partito comunista cinese”, tuttavia il libro, Giordano l’ha pensato due anni fa.

L’idea gli è stata suggerita da una notizia letta in internet su una ricerca di Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo. Una ricerca con un titolo scandaloso: “Curare i pazienti conviene? No, secondo Goldman Sachs: se guariscono non si guadagna più”. L’analista del servizio puntava il dito contro i farmaci “particolarmente efficaci”. Praticamente “la capacità di garantire una pronta e relativamente rapida guarigione dei pazienti costituisce un serio problema di business per la case farmaceutiche che li producono”.

Un’altra notizia che ha fatto riflettere il nostro giornalista d’inchieste è quella che arriva dalla Francia, in merito al paziente Vincente Lambert, che dopo un brutto incidente, è rimasto in un letto di ospedale, e viene nutrito artificialmente. Non si era mai espresso per l’eutanasia, ma nel luglio del 2019, gli hanno tolto il cibo ed è morto di fame e di sete, nel modo orribile. Il motivo: “tenerlo in vita costava troppo”.

Ironicamente Giordano si interroga: “si possono spendere soldi per tenere in vita uno che da undici anni non proferisce parola?” E’ una delle fondamentali questioni: “Chi è che decide chi vale la pena tenere in vita e chi no? Un anziano malato deve vivere? E un disabile che non si alza dal letto?” Sono gli interrogativi che si pongono di fronte a chi è per la liberalizzazione dell’eutanasia.

Per alcuni l’eutanasia è uno strumento etico, di civiltà, mentre chi è contrario lo vede come un modo orribile per eliminare i più deboli.

Allora a questo punto si valuta i criteri espressi dalla ricerca della Goldman Sachs: “Conviene o no curare le persone?”

E’ proprio il tema che Mario Giordano affronta in questo suo ultimo libro inchiesta, dove, come al solito, si raccontano i fatti. “Solleveremo il velo su dati, numeri, cifre, storie e situazioni. Tutto ciò che in troppi vogliono nasconderci. Tutto ciò che in troppi vogliono oscurare”. Il testo segue un filo rosso, che riguarda il nostro futuro, la nostra stessa esistenza. Rispondendo a interrogativi inquietanti: “Chi deciderà chi ha diritto a curarsi e chi no? Su quali principi? E con quale trasparenza?”

Sciacalli è un viaggio che nessuno aveva osato prima dentro questo mondo. “In molti scrive Giordano – mi avevano sconsigliato di scriverlo. Ma ciò mi ha convinto ancora di più che questo libro era indispensabile. Per rivelare dati sconosciuti, numeri segreti, scandali misteriosamente occultati”.

Il testo si compone di cinque capitoli, argomenti ben documentati, a cominciare dal primo (I farmaci servono a curare le persone o i bilanci?).

Subito Giordano si chiede: “Può il costo di un farmaco aumentare da un giorno all’altro, senza nessuna ragione, del 1540 per cento? Perché il prezzo a cui lo Stato compra pillole e flaconi è più segreto del segreto di Fatima?”. E poi, “E’ vero che ci sono in commercio 105 medicine più dannose che utili?”

Si tratta di un farmaco contro il tumore del sangue, ce l’aveva prima una casa farmaceutica, appena il brevetto viene acquistato da una società sudafricana, ha aumentato il prezzo fino al 1540 per cento. “Fate attenzione – scrive Giordano – i nuovi proprietari non hanno modificato nulla dei medicinali. Non hanno cambiato la loro formula, né hanno investito per aumentare il loro effetto terapeutico”. Praticamente tutto come prima, allora come si giustifica questo aumento? Semplicemente: marketing. Nel giro di poche ore una scatola di questi farmaci (compresse Alkeran) è passata da 5,8 a 95,1 euro a confezione. E poi ancora altri farmaci, hanno subito gli stessi aumenti, Giordano puntigliosamente ne fa l’elenco.

Peraltro Giordano fa notare che l’aumento dei prezzi si concentra proprio sui farmaci contro i tumori. Non è un caso, sono quelli da cui dipendono la vita o la morte delle persone. In Italia dice il farmacologo Silvio Garattini, “ i costi degli antitumorali son quasi raddoppiati”. Il commento a questa notizia non può che essere così chiara: “Il fatto che ad aumentare siano proprio i medicinali legati alle malattie più gravi, di fronte alle quali a tutto si pensa meno che ai soldi, la dice lunga su come la leva monetaria sia usata in modo cinico dalle aziende. Giocando sulla disperazione dei malati”.

Certo di fronte agli aumenti spropositati ci dovrebbe essere il controllo dell’Aifa (Agenzia italiana farmaco), che alla fine di fronte all’industria farmaceutica soccombe, ci sono i malati che aspettano i farmaci, quindi i margini di discussione sono nulli. Per la verità il caso delle compresse contro il tumore, alla fine dopo un’inchiesta è stata appioppata una multa di 5 milioni di euro. Ma bisogna fare inchieste per avere giustizia? E quando non succede? Tuttavia, scrive Giordano si esulta quando si riesce a fare aumentare un farmaco soltanto del 231 per cento.

Poi ci sono casi clamorosi come quello del Sovaldi negli Usa, ma ha toccato anche l’Italia, una casa farmaceutica che ha scoperto un rivoluzionario rimedio contro l’epatite C. E’ una piccola azienda rilevata da una più grande (Gilead), che sceglie un prezzo choc: 84.000 dollari per ogni trattamento. Più del doppio del precedente prezzo. La Gilead, scrive Giordano, in un solo anno, “è riuscita a guadagnare con il sofosbuvir 15 miliardi di euro (a fronte degli 11 miliardi spesi per acquistare l’azienda che lo aveva scoperto”. Si massimizzano i profitti, si può fissare l’asticella dove si vuole. Naturalmente il risultato per i malati è devastante, “non solo un prezzo così alto dissangua le casse pubbliche e impedisce di distribuire il nuovo farmaco a tutti coloro che ne avrebbero bisogno. Ma inevitabilmente trascina verso l’alto anche i prezzi degli altri farmaci simili. Quelli presenti. E soprattutto quelli futuri”. A proposito Giordano documenta anche il farmaco più costoso del mondo e della storia: 2,1 milioni di dollari (circa 1,9 milioni di euro) per un solo trattamento. “Viene utilizzato per l’atrofia muscolare spinale, malattia che colpisce i bimbi e nella sua forma più grave porta alla morte in breve tempo”. Si chiama Zolgensma, veniva distribuito da una società, poi comprata dal colosso Novartis, che tra l’altro pensava di metterlo in mercato a un prezzo più alto.

Per quanto riguarda l’Italia, le aziende farmaceutiche, “mettono in atto qualsiasi strategia per tenere alto il prezzo del farmaco. Non a caso siamo il Paese europeo che fra il 2009 e il 2017 ha affibbiato più multe contro i signori di Big Pharma: 198,5 milioni di euro, contro i 175 del Regno Unito e gli 81 della Francia”.

Sono troppi gli esempi dove le decisioni sono prese nell’interesse dei profitti e non della salute dei malati. Ma come si fa a far scendere i prezzi dei farmaci? Una strada sarebbe quella dei farmaci generici, “è stato calcolato, scrive Giordano, che, in media, quando un farmaco generico sostituisce quello originale, il prezzo cala dell’80 per cento”. Quello che conta è il famoso principio attivo, e se il principio attivo è lo stesso perché si preferisce quello che costa di più. Tutto fa brodo, anche quello di trasformare in pediatriche le malattie che colpiscono quasi soltanto gli anziani.

Il II capitolo (Così fabbricano malati, per guadagnarci su). Giordano ha intervistato per scrivere questo libro, il professore Silvio Garattini, che dà tutte le informazioni utili sulla questione farmaci. Lo Stato italiano nel 2019 ha speso per la sanità, 114 miliardi di euro, per i farmaci ben 22 miliardi, un quinto del totale. Attenzione secondo Garattini, una medicina su due è inutile.

Il “British Medical Journal”, l’anno scorso ha pubblicato uno studio di Beate Wieseler, che lavora nell’istituto pubblico tedesco per la qualità e l’efficienza della salute. La Wieseler, tra il 2011 e il 2017, ha messo sotto osservazione 216 nuovi farmaci. “Ebbene solo 54, cioè il 25 per cento, uno su quattro, hanno realmente portato beneficio. Degli altri, 125 (cioè il 58 per cento dei casi) non hanno portato alcun beneficio aggiuntivo e 35 (16 per cento) ne hanno portato uno infinitesimale o non quantificabile, e 2 (1 per cento) si sono rivelati sotto lo standard di riferimento”.

Questo significa che tre farmaci su quattro in sei anni di studio dalla ricercatrice sono totalmente inutili. Potevamo evitare di assumerli. E potevamo evitare di pagarli. Siamo invasi da farmaci inutili, c’è un mercato intasato. “Di uno stesso principio attivo esistono decine di prodotti diversi”, per certi versi dovrebbe essere meglio, invece per il professore Garattini non è così, perché il nostro servizio sanitario nazionale deve rimborsarli tutti. “Il vantaggio non è per il malato. No, è per le aziende farmaceutiche”. Allora il nostro scopo quale deve essere far guadagnare le aziende farmaceutiche oppure è quello di guarire i malati.

Interessante i soldi che buttiamo (320 milioni di euro) per la vitamina D. L’Italia, il Paese ricco di sole e di cibo sano, per avere vitamina D non bisognerebbe nemmeno passare dalla farmacia. Basterebbe fare qualche passeggiata in più. Il paradosso a leggere i dati del libro di Giordano è che la regione italiana dove si consuma vitamina D è la Sicilia, se ne vende più del Piemonte.

Giordano in questo capitolo sentenzia: prendiamo troppi farmaci che sostanzialmente sono dannosi e proprio a pagina 51 pubblica un elenco di 105 farmaci che fanno più danni che benefici, è una lista ripresa da “Prescrivere”, associazione indipendente francese, “Bilan 2020 des medicaments à ecarter”, una lista semiclandestina in Italia.

E che dire sugli antibiotici che uccidono una persona ogni ora. In Italia c’è un uso smodato e sbagliato. Nessuno in Europa riesce a fare meglio di noi. Anche in questo caso Giordano offre i dati numerici. In Italia nel 2018 le vittime causate dagli antibiotici sono 10.762. Significa che 27 persone al giorno, muore, perché “prescrivendo antibiotici quando non sono necessari, si creano le condizioni perché non siano più efficaci quando ce n’è davvero bisogno. I superbatteri resistenti agli antibiotici, infatti, si stanno diffondendo. Crescono. Si moltiplicano. Ogni anno generano, in Italia, 2,5 milioni di giornate di ricovero, che ci costano 1,5 miliardi di euro. E quel che è peggio, diventeranno entro il 2050 la prima causa di morte nel nostro Paese”.

Il III° capitolo, quello più problematico, (Tutti a libro paga delle case farmaceutiche). Tutti prendono soldi dalle grandi multinazionali del farmaco. Naturalmente Giordano fa anche nomi e cognomi di chi è stato beneficiato di questi sussidi. “E’ giusto che Big Pharma versi a i medici 550 milioni di euro l’anno, cioè un milione e mezzo al giorno, cioè 1000 euro al minuto? E’ ammissibile che prendano soldi anche i medici che scrivono le linee guida per conto dello Stato? E anche le Asl e l’Istituto superiore di Sanità”. Giordano fa il paragone: chi fa il vigile urbano non può prendere soldi dagli automobilisti, lo stesso non dovrebbero farlo i medici con le multinazionali farmaceutiche.

E poi la questione dei vaccini: i medici, “difendono i vaccini (pagati dall’azienda che produce vaccini)”. Ci sono i nomi anche qui, anche se è tutto regolare, trasparente, ci tiene a precisare Giordano. Su questo argomento il conduttore di “Fuori dal coro” pubblica una scheda per l’anno 2018, con i soldi versati dalle case farmaceutiche a medici, enti e associazioni. Li chiamano “trasferimenti di valore”.

Il IV° capitolo di interessa degli errori commessi delle varie case farmaceutiche, quando addirittura “i pazienti diventano cavie umane”. E poi c’è il lavoro dei ricercatori che a volte devono stare attenti nelle loro ricerche, possono subire anche minacce, intimidazioni. “Quel farmaco fa male? Se lo dici sei rovinato”.

Il V° capitolo (tutti quelli che mangiano sulla nostra salute), qui Giordano si occupa dello stato di salute degli ospedali che cadono a pezzi, dei soldi a palate che vanno ai consulenti privati. Consulenze che potrebbero fare le strutture pubbliche, statali.

DOMENICO BONVEGNA

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