C’era una volta la rigorosa distinzione tra naturale e artificiale, termini – e categorie del pensiero – che abbiamo fatto nostri in un modo così profondo da disabituarci a pensare alla vita umana come qualcosa di strettamente legato alla natura. We Are Nature, come recita il claim scelto per Terra Madre Salone del Gusto 2024, dal 26 al 30 settembre al Parco Dora di Torino, significa riconoscere che l’uomo non è qualcosa di altro rispetto alla natura, che non esiste distinzione e che non può esserci separazione. L’agire umano ha i suoi presupposti nella natura, produce cambiamenti sulla natura, ma soprattutto è natura.
Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency, Terra Madre è il racconto, attraverso le parole, le persone, i mestieri, i suoni, i rumori, i profumi e i sapori, dei modi in cui il rapporto tra l’uomo e la natura si fa esplicito e tangibile. La testimonianza, attraverso grandi nomi della scena italiana e internazionale e dei produttori, che la via della Natura è percorribile, anzi, che c’è già chi la sta percorrendo, e si trova a Torino, Parco Dora.
Le Conferenze, i consueti appuntamenti di approfondimento tematico organizzati nell’ambito della kermesse torinese, si articolano in alcuni filoni principali:
Clima e natura
Lo si legge ogni giorno sui giornali, lo si vede nei telegiornali, ma soprattutto lo si sperimenta quotidianamente sulla propria pelle: la crisi climatica, nelle sue svariate forme (dal riscaldamento globale alla siccità, dalle alluvioni all’eutrofizzazione delle acque, tanto per citarne qualcuna), è natura perché si manifesta in eventi naturali estremi, ma ha un’origine chiaramente antropica. Così come l’uomo ha posto le basi per lo stravolgimento delle condizioni ambientali attuali – e il settore agroalimentare è una delle principali cause – le scelte dell’uomo possono anche invertire l’andamento: riducendo le emissioni di gas climalteranti, innanzitutto.
Ne parlano, nella conferenza Noi, la natura e la crisi climatica: siamo al punto di non ritorno?, Filippo Giorgi, esperto internazionale nel campo della modellistica del clima e direttore della sezione di Scienze della Terra del Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP) di Trieste; Sara Segantin, scrittrice, reporter e Ambassador per l’European Climate Pact; Paola Favero, forestale, scrittrice, vincitrice Bancarella Sport per la montagna 2002, premio Marcolin 2005, alpinista, esperta di educazione ambientale e Margarita Alejandrina Antonio Matamoros, indigena del popolo Miskitu, che vive sulla costa caraibica, funzionaria dell’Unesco e consulente di organizzazioni internazionali.
Biodiversità e natura
Senza la varietà delle forme viventi la vita stessa è destinata a scomparire perché perde la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Occorre porre argini ai nostri ritmi di crescita insostenibile. Occorre farlo con urgenza. Occorre un cambiamento radicale. Ne parlano con Francesco Sottile, docente presso l’Università di Palermo, membro del board di Slow Food, autore del volume Dalla parte della natura, in Senza biodiversità non c’è vita. Senza biodiversità non c’è futuro, Gianfranco Bologna, naturalista e ambientalista, presidente onorario della comunità scientifica del Wwf Italia, full member del Club di Roma; Dave Goulson, professore di scienze naturali e ambientali all’Università del Sussex, UK, fondatore del Bumblebee Conservation Trust per la difesa dei bombi e degli insetti in estinzione;Carlos Nobre, Brasile, scienziato, metereologo, fra i primi a descrivere l’impatto sul clima della deforestazione dell’Amazzonia, e Jupta Lilian Itoewaki, attivista, amministratrice delegata e presidente della Fondazione Mulokot, che opera per tutelare i diritti degli indigeni del Suriname. La conferenza è promossa da Ricola.
Contro natura
Chi c’è dietro l’industria della carne? Dietro la diffusione di cibi ultra-processati che, secondo la rivista The Lancet, provocano più morti del fumo? In che modo il potere delle multinazionali cresce e le speculazioni finanziarie condizionano la vita di milioni di contadini e di pescatori nel mondo? E dall’altro lato, come possiamo cooperare alla realizzazione di un modello alimentare sostenibile? A discuterne in Contronatura: il potere delle multinazionali affama il pianeta sono Sabrina Giannini, giornalista, autrice storica di Report, ha ideato il programma d’inchiesta Indovina chi viene a cena; Elizabeth Atieno Opolo, food campaigner e portavoce di Greenpeace Africa; Francesco De Augustinis, regista. Il suo ultimo lavoro, Until the End of the World è stato presentato a CinemAmbiente 2024 e ha ottenuto la menzione speciale Slow Food. In collegamento dagli Usa, la biologa ed esperta di politiche alimentari Marion Nestle, autrice di best seller come Food Politics: How the Food Industry Influences Nutrition and Health e Unsavory Truth: How Food Companies Skew the Science of What We Eat.
Giustizia e lavoro
Una pianta di pomodori è natura, su questo non c’è dubbio: ma, purtroppo, è anche l’uomo che sfrutta altri uomini per raccoglierne i frutti. Sfruttamento, schiavitù, morti sul lavoro non sono danni collaterali o anomalie, ma prevedibili conseguenze di un sistema alimentare basato sul consumismo, la mercificazione del cibo e il profitto a ogni costo. Se accettiamo questo paradigma accettiamo un sistema in cui perdono quasi tutti (cittadini, contadini, lavoratori) a vantaggio di pochissimi. Servono impegni concreti sul piano normativo, serve una mobilitazione popolare a fianco dei lavoratori sfruttati, serve una cultura nuova che restituisca valore al cibo e alla vita stessa. A Terra Madre ne parliamo nella conferenza I nuovi schiavi del consumismo con Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele; Bruno Giordano, magistrato presso la Corte di Cassazione, direttore capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro; Jean René Bilongo, presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto, responsabile del Dipartimento Politiche Migratorie di FLAI-CGIL e Sara Manisera, giornalista e autrice del libro Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne.
Coscienza e natura
Nell’era dell’intelligenza artificiale, che significato assume il termine coscienza? È una proprietà che distingue l’uomo dagli altri essere viventi, come spesso si sente dire? O è una caratteristica irriducibile della natura?
A intervenire in La natura della coscienza sono Federico Faggin, fisico, inventore e imprenditore italiano, nel 2010 ha ricevuto la Medaglia per la tecnologia e l’innovazione dal presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, per l’invenzione di Intel 4004, il primo microprocessore al mondo, e Vito Mancuso, teologo, dal 2019 insegna presso il master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.
Educazione e natura
Sono sempre meno i bambini e le bambine che hanno la possibilità di vivere esperienze continuative all’aria aperta, proprio mentre si moltiplicano gli studi che spiegano quanto sia importante coltivare il legame con l’ambiente, per il benessere personale, ma anche per quello del pianeta. L’apprendimento a contatto con la natura riconnette con la Terra, suscita interesse e curiosità per l’ambiente, aiuta a ritrovare ritmi più naturali.
Approfondiscono il tema in La natura è maestra, Giuseppe Barbiero, biologo, ricercatore di Ecologia all’Università della Valle d’Aosta e membro del gruppo Didattica ed Educazione Ambientale della Società Italiana di Ecologia (SItE); Dali Nolasco Cruz, membro del board di Slow Food che in Messico lavora per la difesa e la promozione dei semi, del cibo, dei territori e della biodiversità indigena creola; Alice Waters, cuoca e saggista, attivista per l’educazione alimentare e proprietaria del celebre Chez Panisse di Berkeley, California. Nel 1996 ha creato il progetto Edible Schoolyard, un orto adiacente la cucina della scuola coltivato dagli alunni. È vicepresidente di Slow Food. Grazie a lei Michelle Obama ha realizzato nel giardino della Casa Bianca un laboratorio di agricoltura biologica.
Donne e natura
Nella società patriarcale donne e natura sono entrambe vittime di sopraffazione e prevaricazione. Ma la nostra Terra Madre è generosa ed è femmina: ed è proprio la voce del femminile che oggi deve essere ascoltata se vogliamo dirigerci verso modelli che aprano al dialogo, all’empatia e alla comprensione anziché alla competizione e alla prevaricazione sistematica dell’altro. A Terra Madre lo facciamo ascoltando le testimonianze delle dieci Donne che salvano la terra, un’iniziativa di Slow Food Italia e Regione Piemonte, attraverso voci, immagini e suoni. Intervengono nella conferenza La prospettiva ecofemminista: al degrado contrapponiamo la cura, Anna Kauber, paesaggista e regista, da anni documenta e divulga la vita e il lavoro nel mondo rurale; Larissa Mies Bombardi, docente ora in esilio in Belgio a causa delle crescenti minacce dovute alla pubblicazione, nel 2017, dell’Atlas Geografía del Uso de Plaguicidas en Brasil y Conexiones con la Unión Europea.