Messina: Nel discorso del presidente Domenico Santoro una panoramica dei nodi da sciogliere: integrazione regole ufficio del processo, migliore digitalizzazione, fuga dalla professione e riforme imminenti. Secco no all’accorpamento Lipari con Barcellona e alla recente soppressione del Giudice di Pace a Tortorici…
MESSINA – Processi più veloci ed efficienti in linea con l’Europa, accelerazione sull’edilizia giudiziaria che attende risposte da anni, maggiore giustizia di prossimità dunque un secco no all’accorpamento di Lipari con Barcellona e alla recente soppressione del Giudice di Pace a Tortorici, integrazione delle regole dell’ufficio del processo, una migliore digitalizzazione alla luce del flop dello smart working in pandemia, lotta alla fuga dalla professione: sono alcuni dei temi “caldi” trattati stamane dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina Domenico Santoro nel suo discorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palazzo Piacentini. Dopo il ricordo degli iscritti venuti a mancare nel 2021, Santoro è entrato nel vivo dei problemi parlando di giurisdizione e PNRR (Piano nazionale di resistenza e resilienza), varato durante la pandemia al fine di raccogliere il sostegno economico disposto dall’Europa, a condizione di assumere precisi impegni, primo fra tutti far rientrare il tempo del processo nei tempi eurocomunitari: “Il sistema giudiziario sostiene il funzionamento dell’intera economia – ha detto Santoro – l’efficienza della giustizia è condizione indispensabile per lo sviluppo economico e per un corretto funzionamento del mercato. Dunque il PNRR deve fondarsi su una riforma della giurisdizione per riportare il processo italiano ad un modello efficiente e competitivo”. Sull’edilizia: “Il 2022 potrebbe rappresentare finalmente la svolta per superare la vergognosa condizione delle nostre sedi: come più volte detto e ricordato proprio ieri al ministro Cartabia – ha ribadito Santoro – sono già disponibili immobili idonei dell’INPS che può cederli in locazione, con un notevole risparmio economico per il Ministero, dando una risposta concreta all’esercizio dell’attività e alla stessa utenza”. Il presidente ha poi toccato l’argomento giustizia di prossimità definendo “sconsiderata” la scelta politica che in questi anni ha posto in grande difficoltà la tutela dei diritti dei consociati e ancora oggi persiste. Nonostante la netta opposizione dell’avvocatura, infatti la sezione distaccata di Lipari è stata sostanzialmente accorpata alla circoscrizione del Tribunale di Barcellona e in questi giorni la soppressione anche il Giudice di Pace di Tortorici con grave pregiudizio per tutti.
Sull’Ufficio del processo, la riforma sostiene una fondamentale innovazione che prevede di affiancare al giudice un team di personale qualificato per agevolarlo e supportarlo: “Ciò non deve sostituirsi al giudice nella decisione – ha evidenziato Santoro – l’avvocatura non è convinta che si potranno realizzare così le finalità della riforma a causa di molte criticità, come la magistratura inquirente e le evidenti incompatibilità. Molti avvocati hanno già superato le selezioni per accedere all’Ufficio, ma di recente è stata esclusa l’incompatibilità con la professione forense, senza regolarne le modalità”. Sulla digitalizzazione c’è un investimento di centinaia di milioni di euro: “E’ fondamentale lo sviluppo tecnologico per dotare la giustizia di quei necessari sostegni, in atto non ancora adeguati, evitando gli errori che hanno portato per esempio all’inefficienza dello smart working”. Santoro ha poi parlato di riforma del processo civile: ADR, negoziazione assistita, mediazione, arbitrato che affidano un compito risolutivo all’avvocatura pronta alla sfida: “Il nostro Consiglio ha accettato la scommessa e forse saranno estesi i confini dell’Ufficio delle ADR (alternative dispute resolution) anche in sede jonica del distretto di Messina, privata della necessaria sede giudiziaria già da tempo”. Infine Santoro ha delineato i punti salienti su cosa si aspetta l’avvocatura: maggiore attuazione delle attività peculiari della fase preparatoria ed introduttiva; soppressione udienze potenzialmente superflue e riduzione dei casi del tribunale in composizione collegiale; evitare la delega costante ai giudici onorari in fase istruttoria, che deve restare affidata al decidente; migliore ridefinizione fase decisoria. Last but not least… il fenomeno della fuga dalla professione: molti colleghi hanno lasciato l’avvocatura per accedere nella P.A. o al Ministero di Giustizia. Ha sottolineato il supporto dell’Ordine di Messina in pandemia: dalla possibilità di eseguire con costi a carico dell’ente tamponi molecolari e sierologici; il piano dell’offerta formativa particolarmente ricco e articolato con eventi sia fisici che misti e un’attenzione alla formazione specialistica; la raccolta di testi e banche giuridiche sempre aggiornata; costanti collaborazioni con istituzioni, università, altri enti e associazioni per rispondere alle trasformazioni del mondo delle professioni forensi.
Santoro ha voluto infine rivolgere un particolare ringraziamento al presidente della Corte d’Appello Michele Galluccio e al procuratore generale Vincenzo Barbaro, che hanno annunciato lasceranno l’incarico a breve, sottolineandone oltre le competenze professionali e i sacrifici dimostrati anche il rapporto empatico nella gestione della giurisdizione.