Le accuse mosse dalla magistratura trapanese a Razza e ai funzionari dell’assessorato regionale siciliano alla sanità, di falsificazione dei dati sui contagi, al fine di evitare la zona rossa all’isola, e addirittura di occultamento del numero dei morti, sono gravissime. Siamo in presenza di un uso disonesto del ruolo governativo ricoperto e delle cariche amministrative per un cinico calcolo di rincorsa del consenso elettorale giocato sulla vita delle e dei cittadine/i.
Le dimissioni di Razza debbono essere immediate e, a questo punto, vanno verificate in modo approfondito e senza sconti le responsabilità di Musumeci, verso il quale i magistrati spendono generosamente una nota di credito ritenendolo “ingannato”. Tutti sappiamo infatti il fortissimo rapporto di fiducia e di connubio che lega Musumeci a Razza.
La gestione della campagna di vaccinazione in Sicilia ha rivelato anomalie e percorsi inaccettabili, in quanto i vertici politici regionali hanno voluto privilegiare, rispetto alle precedenti per gli anziani e per i soggetti fragili, corporazioni e professioni economicamente ed elettoralmente più pesanti.
Auguriamo che gli sviluppi dell’inchiesta offrano un quadro esaustivo della gestione sanitaria in Sicilia, dove la chiusura della medicina territoriale, le convenzioni sanitarie, le privatizzazioni e le esternalizzazioni dei servizi pubblici sono state gli strumenti dell’arricchimento speculativo delle aziende del settore a scapito del diritto alla salute delle e dei cittadine/i.
Mimmo Cosentino, Segretario Regionale Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea