L’Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione) anche nel 2023 ha predisposto le prove di rilevazione standardizzate sulle competenze di studenti e studentesse in tutto il territorio nazionale. Sono state coinvolte circa 12.000 scuole, oltre 1 milione di studenti della scuola primaria (classi seconde e quinte), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di I grado (classi terze) e oltre 1 milione di studenti della scuola secondaria di II grado (classi seconde e quinte). I test delle competenze riguardano le materie di Italiano, Matematica e Inglese (reading, listening).
Gap geografico: aumenta il divario tra Nord e Sud
I risultati degli Invalsi 2023 riportano un dato allarmante che vede una progressione crescente del divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Permane una differenza già registrata negli scorsi anni, tra le scuole e tra le classi, che aumenta nelle regioni meridionali. Le scuole del Sud (Calabria, Sicilia, Campania e Puglia) sono indietro già dalla seconda primaria, dove il divario rispetto al Nord è di 5 punti percentuali in Italiano, di 10 punti percentuali in Matematica e di 4-5 punti percentuali in Inglese. La situazione peggiora con l’aumentare dei gradi di istruzione, soprattutto nelle prove di Matematica e di Inglese nel Listening.
I risultati Invalsi 2023 riportano un’allarmante crescita del divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese
Nelle seconde primarie, il dato nazionale del 2023 ci dice che il 35% degli alunni è insufficiente in matematica, con percentuali del 32% nel Nord e del 45% nel Sud e Isole. Al termine della scuola primaria le differenze riscontrate negli esiti di matematica permangono nelle regione del Sud e nelle Isole, dove i risultati insufficienti passano dal 45% al 47%. Anche per quanto riguarda l’inglese, i risultati della quinta primaria evidenziano un divario tra Sud e Isole e Italia Settentrionale: infatti c’è una percentuale doppia nel Reading, 11% contro il 22%, mentre nel Listening siamo ad un 15% contro un 32%. La sintesi sulla scuola primaria ci dice che in partenza i livelli di apprendimento sono simili sull’intero territorio nazionale riguardo l’italiano, mentre piccole differenze si riscontrano in matematica a svantaggio del Sud del Paese. Alla fine della scuola primaria (classi V) le differenze territoriali sono più marcate in Matematica e Inglese.
I dati sulla scuola secondaria
Gli esiti registrati nella scuola secondaria di primo grado confermano che si è fermato il calo degli apprendimenti in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma non si registra ancora una decisa inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese (sia Reading che Listening) sono invece in miglioramento, mentre rimangono molto marcati i divari territoriali. Nella scuola secondaria di secondo grado le prove di Italiano non hanno registrato gap territoriali, ma si è evidenziato un calo del 3% rispetto al 2022 e ancora più lontani i dati del 2019 (- 7% nelle seconde e -13% nelle classi quinte).
Il divario territoriale per queste scuole riguarda i risultati delle prove di lingua inglese. Infatti i dati evidenziano come solo nelle due aree settentrionali gli alunni che sono in linea con i traguardi sia del Reading che del Listening hanno una percentuale maggiore rispetto a chi non li raggiunge (nel Nord-Ovest abbiamo un 65% che raggiunge il livello B2 richiesto nel Reading e 55% nel Listening, nel Nord-est il 68% raggiunge il livello B2 nel Reading e il 60% nel Listening). I dati sono negativi per il Reading al Sud e nelle Isole: si registra il 55% di alunni che non raggiungono il livello B2, ma il dato peggiore è nel Listening dove Sud e Isole raggiungo il 72% di alunni che non raggiungono il Livello B2, mentre al Centro si registrano percentuali del 58%.
Invalsi e scuola primaria: indebolimento delle performance in tutte le discipline osservate
Alle elementari in tutte le prove i risultati sono stati peggiori che durante il periodo Covid, nonostante siano passati due anni senza interruzioni o senza la Dad (Didattica a distanza). Sia in II che in V primaria, i risultati delle prove di Italiano sono in leggera flessione rispetto al 2022, ma decisamente più bassi rispetto al 2019 e 2021 (-5,9 punti percentuali per la II e -4,2 punti percentuali per la V dal 2019 al 2023).
Anche in matematica, i risultati delle due classi sono in leggera flessione rispetto al 2022 mentre decisamente più bassi del 2019 e 2021. Tra il 2019 e il 2023 si nota complessivamente un calo costante del risultato medio nazionale, siamo a -9,8 punti percentuali per la V e -9,9 punti percentuali per la II, un dato maggiore rispetto all’italiano, soprattutto negli ultimi due anni. Questo può far pensare che l’effetto della pandemia sugli apprendimenti non si è ancora attenuato. Per quanto riguarda l’inglese in V primaria, sia la prova di reading che di listening tornano ad avere dei risultati sostanzialmente uguali al 2019 e al 2021, anche se tra il 2022 e il 2023 si riscontra un calo del risultato medio nazionale (-4 punti percentuali). Questo significa che c’è stata una battuta d’arresto rispetto al trend positivo degli anni precedenti.
I dati 2023 ci dimostrano come la pandemia ha un effetto negativo nel lungo periodo, se consideriamo che la prova somministrata nel 2021, subito dopo l’inizio della pandemia, sembrava non aver fatto emergere un effetto negativo a breve termine legato al lockdown e alla Dad, i risultati medi nazionali del 2023, riferiti alle II e V primaria, in tutti gli ambiti osservati (Italiano, Matematica e Inglese) sono invece in calo rispetto al 2022.
Prove Invalsi, c’è anche qualche dato positivo
I dati 2023 per quanto riguarda le scuole secondarie di I grado e le scuole secondarie di II grado evidenziano un miglioramento nella lingua Inglese. Per le secondarie di I grado, complessivamente confrontando gli esiti dal 2018 al 2023 si nota un progressivo miglioramento del risultato medio nazionale (+9 punti percentuali), sia nel Reading che nel Listening. A differenza di quanto riscontrato per le prove di Italiano e Matematica, in questo caso sembra che dopo la pandemia, quindi lockdown e Dad, non si siano verificati problemi particolari per l’apprendimento dell’inglese.
Anche il dato sulla dispersione scolastica implicita (alunni che terminano gli studi senza le competenze base necessarie, quote di studenti fragili) che si attesta con -1 punto percentuale rispetto al 2022 (dal 9,7% al 8,7%). Il Pnrr pone come percentuale di dispersi 10,2%, oggi stimiamo circa il 10,4% quindi vicini al traguardo richiesto, anche se non è un dato del quale essere contenti, riuscire a scendere sotto il 10% dei essere un obiettivo da porsi.
Come si comportano gli altri paesi europei?
La valutazione su scala nazionale degli alunni è una procedura ampiamente praticata in Europa ed è parte integrante dell’insegnamento. La valutazione continua è quella più utilizzata nell’istruzione obbligatoria. Ogni paese somministra test nazionali, decidendo il numero di anni scolastici in cui avviene la somministrazione.
In Danimarca, Scozia e Malta le prove nazionali vengono somministrate ogni anno di istruzione obbligatoria.In Inghilterra e Francia si utilizzano ampiamente i sistemi di valutazione nazionale, rispettivamente con sette e sei test nazionali. Al contrario, paesi come Belgio, Germania, Spagna, Cipro, Paesi Bassi, Slovacchia e Irlanda del Nord, prevedono solo un test nazionale durante l’istruzione obbligatoria, in genere questo si svolge all’ultimo anno dell’istruzione primaria o secondaria di I grado. Il modello predominante in Europa resta quello della somministrazione di test nazionali in due o tre specifici anni scolastici durante l’intero ciclo di istruzione obbligatoria.
Studenti italiani a confronto con i Paesi OCSE
A livello internazionale l’OCSE promuove un’indagine, il Programma PISA (Programme for International Student Assessment), che misura ogni tre anni le competenze di studenti quindicenni in 79 diversi paesi, tra cui l’Italia. I livelli di competenze rilevati nell’indagine OCSE-PISA 2018 (ultimi dati aggiornati) riguardano la Lettura, la Matematica e le Scienze. Hanno partecipato alla prova 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali. Osserviamo i principali risultati emersi dalle prove svolte dai nostri studenti.
In Lettura gli studenti italiani si collocano tra il 23° e il 29° posto tra i paesi OCSE
Gli studenti italiani si collocano tra il 23° e il 29° posto con un punteggio di 476, inferiore alla media OCSE che è di 487. Il divario Nord-Sud si conferma, sono gli studenti delle aree del Nord ad ottenere i risultati migliori, nel Nord-Ovest ottengono un punteggio di 498 e nel Nord-Est di 501, mentre i loro coetanei delle aree del Sud sono quelli che presentano le maggiori difficoltà con un punteggio di 453 e di 439 nelle Isole. Resta nella media il punteggio degli studenti del Centro, con un punteggio medio di 484.
Matematica nella media ma si conferma il divario territoriale Nord-Sud
Gli studenti italiani hanno ottenuto un punteggio medio di 487 in linea con la media dei paesi OCSE che è di 489. Anche per la matematica è evidente un divario tra Nord e Sud. Gli studenti del Nord-Est ottengono un punteggio di 515, e quelli del Nord-Ovest di 514, rispetto agli studenti del Centro che ottengono 494, del Sud con punteggio 458 e del Sud Isole di 445.
In Scienze gli studenti italiano sotto la media OCSE
Nelle prove di Scienze i nostri studenti ottengono un punteggio medio sotto la media dei paesi OCSE, 468 contro 489. Anche questa prova mostra dei risultati che confermano le differenze tra macro-aree: gli studenti del Nord-Ovest e del Nord-Est ottengono i risultati migliori con rispettivamente 491 e 497 punti, gli studenti del Centro ottengono 473 punti, infine troviamo gli studenti del Sud con 443 punti e del Sud Isole con 430 punti.
Dopo aver analizzato tutti questi dati appare evidente l’importanza della misurazione delle performance, intesa come risultato pratico dell’agire, per poter capire e impostare le soluzioni ai problemi che affliggono la scuola nel nostro Paese. Non è da trascurare l’analisi del percorso intrapreso, che ha portato a tale risultato, se non lo si analizzasse si potrebbero perdere le caratteristiche e le criticità di un agire in cui la performance possa essere deludente o insufficiente rispetto alle attese o alle aspettative.
Elisabetta Bergamaschi – www.leurispes.it