“I nuovi dati Istat sulla povertà delle famiglie italiane confermano ciò che ogni giorno vediamo lavorando in contesti di vulnerabilità, a Milano e a Napoli: il fenomeno è in aumento e colpisce con più violenza le famiglie numerose, quelle con figli minori e monogenitoriali. Gli stranieri sono i più esposti, spesso a causa di livelli inferiori di istruzione e della mancanza di reti di sostegno”, commenta Simone Garroni, Direttore generale di Azione contro la Fame, organizzazione internazionale che in Italia gestisce un programma, a Milano e a Napoli, per il contrasto alla povertà alimentare. Il programma coniuga un temporaneo aiuto alla spesa, con l’educazione alimentare e con un percorso di accompagnamento al lavoro in grado di rendere le persone autonome in una prospettiva di lungo periodo.
“Povertà significa molte cose – continua Garroni – per la nostra organizzazione significa innanzitutto FAME, perché, come sottolinea anche l’Istat, l’inflazione colpisce in modo particolare il carrello della spesa e quindi i bisogni primari, il diritto al cibo. Un diritto che inizia ad essere eroso anche nel nostro Paese, ricalcando disuguaglianze storiche, con effetti maggiori sulle fasce più vulnerabili”.
“I dati pubblicati oggi sollecitano l’urgenza di intervenire strutturalmente, attraverso politiche che non si limitino ad assistere persone e famiglie tamponando situazioni estreme, ma che vadano a creare le condizioni per un’autonomia di lungo periodo, in primis, occupazionale – continua Garroni e aggiunge – tirare fuori le persone da situazioni di povertà, che incidono anche sulla loro capacità di accedere a un’alimentazione sufficiente e adeguata, è possibile. Noi di Azione contro la Fame lo stiamo facendo e i numeri del primo anno di attività a Milano ci confermano che il modello funziona. Per questo, stiamo ampliando il progetto ad altre città, Napoli in primis, per aiutare persone e famiglie a ricostruire la propria autonomia e il proprio futuro”.