Recentemente l’On. Andrea Delmastro Delle Vedove ha presentato un’ interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiedendo conto del deteriore trattamento dei Magistrati Onorari italiani anche alla luce della sentenza “UX” della Corte di Giustizia Europea che ha riconosciuto ai Magistrati Onorari lo status di Giudici Europei e di lavoratori subordinati a tempo determinato.
A seguito di adeguata riflessione il Ministro, o chi per Lui, rispose.
Dopo il solito minestrone di argomenti triti, noncurante del cambio di paradigma richiesto dalla “UX”, ecco una perla che deve assolutamente essere condivisa , perché da sola disegna il ritratto della struttura che da decenni tiene migliaia di magistrati onorari in una situazione di sfruttamento.
E’ una parola forte “sfruttamento”? Non sembra, leggendo le frasi che riportiamo testualmente: “L’opzione favorevole alla previsione degli onorari è legata altresì alla finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della magistratura professionale”.
Quindi i magistrati onorari devono esistere perché se al loro posto venissero immessi altrettanti magistrati ordinari tale categoria perderebbe prestigio e soprattutto i singoli giudici non riceverebbero il cospicuo trattamento economico attuale.
E devono esistere perché altrimenti la produttività dei tribunali crollerebbe, e le migliaia di provvedimenti che vengono emessi “in nome del Popolo Italiano” dai magistrati onorari svanirebbero dalle cancellerie e dalle statistiche in cui vengono registrati indistintamente da quelli dei togati.
Ma è chiaro che pur accettando obtorto collo l’esistenza della magistratura onoraria, questa viene pagata poco e niente per salvaguardare gli stipendi dei giudici professionali.
Sentenze sì, perfettamente uguali nella efficacia a quelle dei togati, ma che costino due lire.
Prendiamo atto della grande considerazione che in termini apertamente offensivi ci viene riservata (perché ormai sono caduti anche i veli della buona creanza quando si parla di noi) dal Ministro o da chi per lui abbia scritto la risposta.
Ci limitiamo a sperare che l’On. Alfonso Bonafede applichi ad ogni circostanza che lo riguardi il criterio delle economie fino all’osso ( la statua di Quintino Sella sta a via XX Settembre e tutt’al più cadrà addosso al Ministro Gualtieri) e per risparmiare, mantenendo una parvenza di “made in Italy” acquisti cravatte Verzace , cinture Endi e completi griffati Armadi.
Al sostegno alle manifatture nazionali penserà la magistratura professionale coi suoi preservati guadagni.
AVV. PATRIZIA TILLI
DIRETTIVO ASSOGOT