La crisi climatica e ritardi sulle politiche agricole rallentano la transizione ambientale, energetica e sociale del sistema agroalimentare. La strada da seguire per produrre cibo sano, giusto e sostenibile al V Forun Agroecologia di Legambiente.
La transizione ecologica delle filiere agroalimentari non può subire battute d’arresto. Lo chiedono i consumatori che pretendono cibi sempre più sani, liberi dalla chimica di sintesi ed etici, e lo chiede il Pianeta, costretto a fare fronte alla crisi climatica.
Per l’agricoltura italiana il raggiungimento di questo obiettivo si presenta come un percorso tutto in salita, segnato dagli impatti sempre più devastanti degli eventi meteorologici estremi e dai ritardi sul fronte delle politiche agricole.
Lo scenario attuale
In Italia, nei primi dieci mesi del 2023 sono stati ben 41 gli eventi meteorologici estremi, una media di 4 al mese, che hanno causato danni all’agricoltura con pesanti ripercussioni economiche. Emilia-Romagna con 10 casi, Veneto (6), Toscana (4) e Piemonte (4) le regioni più colpite (dati Osservatorio Città Clima). Un anno nero per l’agricoltura.
Ma non solo, a preoccupare anche il fatto che l’Italia sia in ritardo rispetto agli obiettivi europei fissati al 2030 dalle direttive From farm to fork e Biodiversity ( prevedono la riduzione del 50% dei pesticidi, del 20% dei fertilizzanti, del 50% degli antibiotici utilizzati negli allevamenti, il raggiungimento del 10% di aree dedicate a biodiversità e corridoi ecologici nei terreni agricoli e del 25 % di biologico a livello europeo); all’attuazione del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, il PAN, l’ultima stesura risale al 2014 e la sua scadenza era fissata per il 2019 e all’emanazione dei decreti attuativi della legge sull’agricoltura biologica approvata nel marzo 2022. Preoccupante anche sul fronte europeo il ritardo e le incertezze sull’approvazione del SUR, il regolamento europeo sull’uso dei pesticidi, e la posizione favorevole dell’Italia sulla proroga all’utilizzo per altri dieci anni del glifosato in Europa, su cui è necessario un deciso cambio di rotta.
Accellerare il passo
Le sfide epocali che abbiamo di fronte ci impongono un rinnovato impegno nella battaglia a favore dell’agroecologia, unica via capace di unire innovazione e ricerca, tradizione e salvaguardia di territori e biodiversità. Per un’agricoltura giusta, sana, sostenibile ed etica, serve puntare tutto sulla sostenibilità delle filiere, sullo sviluppo dell’agricoltura biologica, alzando l’asticella dell’agricoltura integrata, sulla lotta senza quartiere all’illegalità, a partire dall’approvazione del disegno di legge sulle agromafie. Sono questi per Legambiente i pilastri su cui l’Italia deve accelerare il passo, recuperando anche i tanti ritardi accumulati fino ad ora e dicendo no all’utilizzo del glifosato in Europa.
Di tutto questo e molto altro ancora si è discusso al V Forum Agroecologia Circolare organizzato da Legambiente, insieme a esperti di settore, associazioni e rappresentanti istituzionali.