L’amico siciliano Diego Torre in un post su facebook nella sua ennesima riflessione (Come irretire un popolo nel tempo del covid) sulla pandemia non poteva fare meglio nel descrivere la penosa situazione che sta vivendo il popolo italiano.
E’ un dato di fatto che il coronavirus attraverso la sua scia di morte e di paura ha segnato la vita di tutti noi. Ma non solo ci sono diverse altre ferite da risanare oltre a quella economica e a quella psichica.
Una di queste che Torre pone all’attenzione del lettore, forse, tra la più pericolosa è certamente, “un’acquiescenza servile ad ogni fonte d’autorità, politica o “scientifica”. E ciò fino all’osservanza “liturgica” delle norme, non solo di quelle prescritte ma di altre addirittura auto inventate da menti suggestionate”.
Un riflesso, somministrato con il giornale unico globale, diffuso dai canali televisivi e dalle dichiarazioni degli “esperti”, la paura si è portata dietro dei corollari non indifferenti.
Non è un caso che proprio questa acquiescenza servile si manifesta tra l’altro in ambito liturgico nelle nostre chiese. Le mani che vengono igienizzate, magari offrendo il gel agli altri con tanto di sorriso prima della comunione: un rito ormai entrato nella Messa. E poi guai ad inginocchiarsi o a ricevere la Comunione sulla lingua.
Non solo ma certe norme” prescritte” sono abbastanza contradditorie come il pranzo che si può fare in ristorante e la cena invece no, fanno a cazzotti col più elementare buonsenso, ma trovano gli stessi fan furenti e convinti. Secondo Torre è “l’esito mentale di persone paralizzate dalla paura che trovano conforto nell’obbedienza cieca. Esse addirittura finiscono per amare l’imposizione del grande fratello mediatico-scientifico-politico e iniziano a odiare chi si permette, pur con prudenza e misura, di dissentire o almeno analizzare criticamente l’ammasso dei cervelli in corso”.
Pertanto, nascono così i delatori, già evocati peraltro dal ministro della salute del precedente nonché dell’attuale governo. Inoltre, la paura si tramuta in aggressività verso gli “untori”. Se le vaccinazioni saranno tante, inizierà poi la caccia ai disobbedienti ed il loro linciaggio morale.
Ovviamente il silenziamento di ogni voce critica o dissenziente viene particolarmente curato dai media che bombardano il popolo con ferali notizie, date in televisione con tale velocità che sono impossibili i confronti. A questo proposito mi viene in mente il giornalista del Tg di Canale 5, che ogni giorno a manetta, con una velocità supersonica vomita numeri su numeri senza poterli memorizzare.
I Media naturalmente danno tutto lo spazio agli allarmisti, ed escludono i possibilisti, peraltro già attaccati e minacciati, bollati come “negazionisti” perché non allineati al mainstream. E’ questa è la linea inflessibile che procede da un anno e che viene mantenuta e accresciuta anche col nuovo governo.
Anche Torre trova scandalosa l’apologia del vaccino e il contemporaneo silenzio sulla medicina del territorio, la quale bloccherebbe il contagio sul nascere ed eviterebbe l’ingorgo degli ospedali, come sta cercando di far comprendere il dottor Andrea Mangiagalli e il suo gruppo di medici milanesi. Ma i nosocomi vuoti non alimenterebbero la paura e l’accondiscendenza. Si capirebbe che il covid si può curare a casa col medico di famiglia e il nostro bel popolo, baciato dalla verità, potrebbe risvegliarsi e iniziare a porsi delle domande.
Altro passaggio importante è il blocco dei movimenti. Ormai ci stiamo adattando ai colori delle Regioni, che senza trasparenza e con velocità, possono diventare gialli, rossi o arancione. Sostanzialmente la nostra libertà di movimento è una concessione del potere. “Ammesso che oggi essa sia una necessità, perché non rimporla domani, per ragioni diverse, ad un popolo che ormai è abituato a tutto ciò?” Si interroga Torre.
Un popolo che accetta che i genitori o i nonni non vedano più figli e nipoti, in cui l’individuo è isolato rispetto alla famiglia, all’ambiente di lavoro, alle amicizie, è diventato una massa di individui atomizzati.
In questo quadro già lugubre si alternano minacce e lusinghe. I bollettini di morte, le ipotesi di lockdown, i messaggi terroristici del “comitato di salute pubblica”, che sa molto di Rivoluzione francese, i controlli disposti col dovuto cipiglio dal ministro dell’interno, del precedente nonché dell’attuale governo, deprimono le vittime. Oltre a tutto questo, ci sono le promesse per lusingare il popolino; del tipo “chiudiamo ora per aprire a Natale” come disse il premier Conte; o allentamenti parziali e momentanei delle restrizioni; aperture e chiusure di negozi e attività; e soprattutto la grande promessa: il vaccino salvatutto (frettolosamente testato e comunque poco disponibile). Così il popolo bue rimane nella paura, ma sempre grato al Grande Fratello quando gli concede qualcosa.
Concludendo il post di Torre, volutamente non dà certezze, non ci sono sicurezze se tutto questo è un fosco progetto di qualcuno che si sta tentando di realizzare con lucidità e libera volontà. Ma certamente esso è sotto i nostri occhi. Tutta una serie di riflessi negativi sono stati inoculati nelle masse e potranno essere riutilizzati in futuro per altre “emergenze”. Peraltro questa tesi era stata avanzata da alcuni editoriali apparsi l’anno scorso su atlanticoquotidiano.it, in particolare sulla questione della limitazione della democrazia.
Spezzato il morale di un popolo è facile dissolverne l’identità, annullare ogni possibilità di rappresentanza democratica e sottometterlo ad un ordine occulto. Chissà se il nostro popolo avrà la forza di svegliarsi da questo lungo torpore.
DOMENICO BONVEGNA
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