Alessandra Scimone: da Messina a Pittsford (NY) solo andata, per realizzare la sua Little America
Questa è la storia di una donna del Sud, oggi mamma di cinque figli, che ha realizzato il suo sogno americano: essere un’insegnante di lingua inglese, con una scuola di proprietà familiare nella cittadina di Pittsford, a pochi km di distanza dalla grande Mela.
Italia, fine anni ‘90. Sin dal primo approccio con il mondo del lavoro, Alessandra capisce che le opportunità non giocano a suo favore. Nonostante una Laurea in Lingue e Letterature Straniere conseguita con la lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e due master, in Mediazione Culturale e in Traduzione Editoriale, in ogni colloquio l’accento cade sul suo forte istinto materno che, alla giovane età di 23 anni la vede già madre di Vanessa, la sua primogenita.
Questa è una realtà ancora attuale: l’esser mamma o la voglia di diventarlo, gioca un ruolo decisivo nella scelta di un’assunzione da parte delle aziende diventando un vero e proprio ostacolo alla carriera di una donna, a maggior ragione quando non nascondi di volere una famiglia numerosa, cosa che Alessandra non ha mai fatto. Una verità nuda e cruda, difficile da digerire. Passano gli anni, le generazioni si susseguono, si fanno passi in avanti in ogni settore ma parlando del gender gap professionale, l’Italia conferma la sua 63esima posizione nella classifica sull’ampiezza del divario di genere, realizzata dal WEF (World Economic Forum) in tutto il mondo.
Nonostante le diverse porte chiuse Alessandra non si scoraggia, ha un sogno, un desiderio in cui credere fortemente e che coltiva da quando trascorre la sua prima estate, da studentessa, a New York e che influisce sul suo percorso di studio, lo modifica e lo indirizza verso la prospettiva di essere pronta a lasciare l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti, diventando, un efficace e confortante ‘piano B’.
Con l’arrivo della seconda figlia, Virginia, nel 2000, Alessandra capisce che trovare un lavoro sarà ancora più difficile se non impossibile. Decide quindi di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia, senza però mai abbandonare la sua passione. Se non può utilizzare la lingua inglese nel mondo del lavoro la porta a casa insegnandola ai familiari e iniziando a dare ripetizioni ad amici e vicini. Nel 2004, l’arrivo di Veronica (la terza figlia) con una gravidanza a rischio, vede Alessandra concentrarsi sul bene della piccola, mettendo per l’ennesima volta i suoi desideri da parte.
Cinque anni più tardi la “grande occasione”. Insieme alle figlie torna in U.S.A. per un viaggio estivo dove, mentre le bambine vivono l’esperienza del campus con i coetanei americani, lei segue un corso universitario di rinforzo della lingua. Fondamentale il ruolo del suo insegnante che ne riconosce le doti e la orienta all’insegnamento, iniziandola al CELTA (Certificate in Teaching English to Speakers of Other Languages), la certificazione per l’insegnamento della lingua inglese come lingua straniera. Da qui la prima, vera opportunità di fare il lavoro che le piace. Ottenuto questo attestato inizia la sua prima avventura imprenditoriale nella città di Merate (città in cui si era trasferita con il marito Mauro dopo gli studi): un’esperienza basata su un metodo di insegnamento pragmatico che parte dai contenuti proponendo canzoni, giochi e laboratori per imparare l’inglese attraverso l’esperienza. Nello stesso periodo nasce Victoria la quarta figlia.
Nel frattempo, in Italia arriva la crisi economica e nel 2011 l’impresa familiare del marito Mauro chiude i battenti. Quello che si preannuncia essere un incubo si trasforma in un’opportunità. È questo il “momento giusto” di sviluppare il ‘piano B’ di Alessandra. Da qui nasce l’idea di chiedere al Governo Americano un visto come investitori. Per metterlo in pratica però, è necessario dimostrare il contributo all’economia americana, cosa che Alessandra e Mauro realizzano vendendo casa e tutto il vendibile e iniziando a lavorare al business plan per una nuova attività. La buona stella vede giusto l’impegno e la dedizione di questa coppia e nell’ottobre 2012 il Governo U.S.A. accoglie la proposta e lo stesso mese la famiglia si trasferisce.
Il sogno si è avverato ma ora è il momento di alimentarlo per continuare a farlo vivere, dimostrare, cioè, di valere abbastanza per poter restare negli States e all’inizio non è stato semplice ma oggi ‘Little America LLC’ (https://it.littleamerica-llc.com) è una società americana solida che offre programmi di scambio culturale situata a Pittsford, New York (USA), con una filiale italiana a Merate, LC, (Italia). L’offerta prevede: programmi online per tutte le persone che, indipendentemente dalla loro età, vogliono imparare o migliorare l’inglese e acquisire maggiore familiarità con la cultura e lo stile di vita americano, per diletto, business, per viaggiare (con il corso English for traveling), per la preparazione all’esame TOEFL per studenti che vogliono frequentare l’università in America, programmi estivi a Pittsford per bambini, ragazzi e adulti che vogliono immergersi nella cultura e nella lingua americana e un child care tra le mura domestiche per bambini dai 3 ai 5 anni e con programmi pre e dopo scuola per bambini di età scolare che, a partire da gennaio 2019, è fornitore di assistenza all’infanzia con licenza NYS.
“Nella nostra realtà non mancano e non sono mai mancati numerosi progetti. Quelli familiari hanno visto la nascita, nel 2015 proprio negli States, del nostro quinto figlio Ryan. Parallelamente, quelli lavorativi, vedono in un futuro prossimo la creazione di un Child Care Center esterno per aderire al quale ci sono già liste d’attesa, l’ampliamento delle classi online, il lancio dei Club Tematici, tutti sbocchi professionali che con impegno e costanza credo siano sicuramente realizzabili. Il Child Care Center è considerato dal Governo un Essential Business, e per questo possiamo fare affidamento su numerosi supporti dallo Stato di New York. Vorremmo inoltre metterci a disposizione di tutti i cittadini italiani che hanno il desiderio di trasferirsi in America attraverso un programma che prevede un supporto nella ricerca del business sul quale investire e metterli in contatto con un business planner e un immigration lawyer specializzati in E2 Visa (Visa per investitori) nonché aiutarli con la lingua e con il set-up, ci racconta Alessandra. Negli States viviamo con la costante consapevolezza che in qualche modo ce la faremo, perché questo è il mood della mentalità americana che si respira costantemente nell’aria di questo Paese. La Green Card sarebbe un altro sogno che si avvera, per noi e per i nostri figli. La morale che si potrebbe trarre da questa storia è che ho rischiato e ho vinto, ma il punto più importante creso sia che gli U.S.A. ci hanno insegnato a credere nei sogni”.
Un po’ come sottolinea la scrittrice americana Mary McCarthy: “Il lieto fine è la nostra fede nazionale/The happy ending is our national belief”.