On. Presidente del Consiglio dei ministri
On. Ministro della Giustizia
On Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro
Le scriventi associazioni di rappresentanza dei magistrati onorari esprimono apprezzamento per l’impegno profuso dal Governo, rilevando però alcune gravi criticità della proposta normativa diffusa nei giorni scorsi.
Chiedono pertanto alcune fondamentali modifiche, volte a rendere efficiente il sistema giudiziario nel rispetto di magistrati che svolgono le funzioni giurisdizionali da decenni, in assenza dei più elementari diritti.
Nel 1974, a Costituzione vigente, i vicepretori onorari, con soli tre anni di servizio, vennero rapidamente stabilizzati e inseriti nei ruoli della magistratura ordinaria: nessuno scandalo e nessuna violazione della Costituzione vennero allora prospettate.
É noto che sui magistrati onorari grava attualmente circa il 70% del contenzioso di primo grado, con la previsione di un ulteriore significativo ampliamento nel prossimo anno. I giudici onorari di tribunale emettono migliaia di sentenze, decidendo questioni di ingente valore economico ed elevato rilievo sociale; i giudici di pace, in aggiunta al settore civile e penale, gestiscono ambiti delicatissimi come la sicurezza stradale e l’immigrazione; i viceprocuratori onorari sostengono l’accusa nella quasi totalità dei processi dinnanzi al giudice monocratico.
Chi nega o minimizza questi dati di fatto dimostra di non conoscere la giustizia italiana o pecca di disonestà intellettuale.
A ruoli e responsabilità di così alto spessore si accompagna tuttavia, inspiegabilmente, un regime giuridico illegittimo e lesivo non solo della dignità dei magistrati onorari ma anche del decoro dell’istituzione ove essi operano. La loro condizione, oggetto di dura reprimenda da parte dell’UE, disvela malcelati intenti punitivi ad opera di settori ministeriali che nutrono una profonda avversione verso chi, negli ultimi decenni, ha servito la Giustizia senza risparmiarsi, nonostante fosse privato di ogni diritto e sottoposto a un esasperato sfruttamento lavorativo.
Le scriventi associazioni fanno espresso richiamo all’intesa raggiunta con il Ministero il 22 febbraio 2023, che recepiva le indicazioni della Commissione Europea ed era in linea con il programma e le proposte sostenute in campagna elettorale dall’attuale compagine governativa, nonché con le pubbliche dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni e dal Sottosegretario alla Giustizia, On. Andrea Delmastro.
Chiedono, in sintesi:
1) Il riconoscimento formale dello status di lavoratore secondo il diritto eurounitario quale “magistrato di pace con funzioni giudicanti e requirenti”.
2) L’abrogazione immediata e con effetto retroattivo della norma (art. 29, comma 5, d.Lgs n. 116/2017) che ha imposto ai magistrati onorari, per evitare il sostanziale licenziamento in tronco, la iniqua, immorale ed incostituzionale rinuncia ad ogni diritto di qualsivoglia natura conseguente al rapporto onorario pregresso, con riammissione in servizio non solo di chi non ha presentato la domanda ma anche di chi ha rifiutato di sostenere la prova;
3) L’eliminazione del previsto “monte ore”, con determinazione peraltro lasciata all’arbitrio dei Capi degli uffici, trattandosi di modalità incompatibile con la funzione giurisdizionale e che è stata infatti sempre esclusa dall’Organo di autogoverno. L’imposizione di un orario lavorativo svilisce la figura e il ruolo del magistrato, in quanto non valorizza l’impegno d’udienza, di per sé imprevedibile ed indeterminato, né il tempo dedicato allo studio dei fascicoli e all’attività di aggiornamento e ricerca che, come per i magistrati di carriera, non è a priori quantificabile. Inoltre il richiamo a un orario medio di 40 ore settimanali (per gli esclusivisti) è in contrasto con il limite di 36 ore previsto per i dipendenti pubblici;
4) L’eliminazione delle valutazioni quadriennali con finalità esclusivamente punitiva e non anche premiale (come previsto per i magistrati di carriera). Con tali valutazioni verrebbe eluso il principio di gradualità delle sanzioni meritoriamente introdotto dal nuovo DDL, con un ritorno al passato che dopo il superamento della prova valutativa e il conseguimento della conferma risulterebbe ancor più inaccettabile;
5) L’ incremento delle retribuzioni di esclusivisti e non esclusivisti, in conformità con quanto stabilito sia negli emendamenti concordati e confluiti nella proposta Delmastro-Meloni, sia nell’incontro svoltosi a Ministero nel febbraio scorso (cd. 12 punti), con conferma dei nulla osta già rilasciati ai magistrati onorari dipendenti dalle rispettive amministrazioni;
6) La modifica dell’art. 15-bis d.l. n. 75/2023 nella parte in cui prescrive anche per i magistrati onorari non esclusivisti l’obbligo di iscrizione e versamento dei contributi previdenziali alla gestione separata INPS, anziché alla Cassa forense;
7) Il riconoscimento della previdenza pregressa, che costituisce un obbligo del datore di lavoro e un diritto irrinunciabile e costituzionalmente garantito al lavoratore;
8) La previsione di trasferimenti possibili non solo nell’ambito del distretto ove si presta servizio ma sull’ intero territorio nazionale;
9) Il ripristino della nomina del Coordinatore scelto tra i giudici di pace in servizio nella sede giudiziaria
10) La promozione di transazioni con i magistrati onorari del contingente ad esaurimento che lo richiedano, con previsione di somme adeguate alla gravità delle violazioni dei diritti pregressi e alla durata del rapporto, da corrispondersi a titolo risarcitorio dunque esentasse e con le dovute maggiorazioni per interessi e svalutazione.
Confidano in un riscontro ed augurano un buon e fattivo lavoro, nell’interesse della Giustizia.
Rossella Barone – Coordinamento Magistratura Giustizia di Pace
Silvio Bolloli – Associazione Nazionale Magistrati Onorari (“ANMO”)
Barbara Cerminara – Coordinamento Nazionale Giudici Onorari di Tribunale
Vincenzo Crasto – Associazione Italiana Magistratura Onoraria (“AIMO”)
Tiziana D’Ecclesia – Libera Associazione Nazionale Giudici e Procuratori di Prossimità (L.A.N.GI.PRO.P.)
Pino Finamore – Magistrati Onorari Uniti (“OUMO-MOU”)
Massimo Morgia – GOT non possiamo più tacere (“ASSOGOT”)
Salvatore Ronsivalle – Associazione Nazionale per la Tutela dei Magistrati Onorari
Nadia Scucugia – Associazione Nazionale Giudici Onorari di Tribunale (“ANGOT”)