Nel bagaglio di argomenti che stanno caratterizzando la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale in Emilia Romagna, sono tanti quelli che hanno poco a che fare con i poteri delle Regioni. Sono tanti i commentatori politici che lo hanno fatto notare. Oggi ci hanno particolarmente colpito una serie di brevi interventi su una materia, droghe illegali, che finora era rimasta sopita in un angolino. A sollevarli è stato il segretario della Lega Matteo Salvini: come sempre brevi frasi, grossomodo slogan, senza un’argomentazione che non sia legata al “fa male”, secco e non argomentato.
Ci ha colpito quanto l’ex-ministro dell’Interno, prima di andare in processione alla comunità di San Patrignano (luogo privilegiato di chiunque voglia manifestare le proprie intenzioni di peggiorare l’attuale normativa italiana, e non solo), ha detto in un comizio nella vicina cittadina di Imola: grossomodo “ragazzi è meglio farsi una bottiglia di Lambrusco che farsi di droga”.
La foga elettorale probabilmente fa brutti scherzi, ché chiunque (anche Matteo Salvini, crediamo) sa che bersi una bottiglia di vino fa molto più male di un paio di spinelli. E nel contempo, sempre il solito chiunque (Salvini incluso, continuiamo a credere) sa che, per esempio, mettersi alla guida di un veicolo dopo essersi bevuto una bottiglia di vino o essersi fatto una canna, oltre che potenzialmente fare male a se stessi, è altamente probabile che faccia male anche ad altri.
Un messaggio anti-droga dato in questi termini da una figura istituzionale di rilievo, con un paragone del genere, agevolato dal fatto che la bottiglia di Lambrusco chiunque (ufficialmente con più di 18 anni) la può acquistare dovunque, crediamo sia decisamente soggetta ad effetti contrari (per chi potrebbe darvi credito) rispetto ai desiderata di chi lo lancia: forse potrà servire a far desistere qualcuno che sceglie di indirizzarsi sul vino piuttosto che sulla canna, ma certamente non contribuisce a far venire meno gli effetti e le conseguenze dell’alterazione che ne deriverebbero dopo il consumo, del vino come della canna. Alterazione, specie per l’alcool che non per le canne, è una delle prime cause di incidenti sulla strada.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc