LETTERA APERTA DELL’ “ASSOCIAZIONE GOT non possiamo più tacere” Al Presidente del Parlamento Europeo, On. David Sassoli

Onorevole Presidente,

qualche giorno fa, commentando la clamorosa decisione della Corte Costituzionale polacca, lei ha affermato che “la sentenza di oggi in Polonia non può restare senza conseguenze. Il primato del diritto UE deve essere indiscusso. Violarlo significa sfidare uno dei principi fondanti della nostra Unione. Chiediamo alla Commissione europea di intraprendere l’azione necessaria”.

Come cittadini europei del tutto favorevoli ad una U.E. coesa e forte, e desiderosi di veder affermati i principi fondanti dell’Unione in ogni Paese membro, concordiamo pienamente con le sue parole, e con le analoghe odierne dichiarazioni della Presidente von der Layen.

E tuttavia, da magistrati onorari che da anni esercitano stabilmente la giurisdizione in Italia, privati di ogni diritto economico e previdenziale, non possiamo non avvertire un senso di profondo imbarazzo per l’ipocrisia di una enunciazione di principio che stride platealmente con la realtà dei comportamenti.

L’Italia predica bene, ma razzola male.

Non solo la Polonia, ma anche il nostro Paese infrange i principi stabiliti dal diritto comunitario e ignora le sentenze interpretative della CGUE.

Ne è esempio l’inaudito caso che ci riguarda.

La sentenza interpretativa della CGUE cd. “UX” del 16.07.2020 ha chiarito che i magistrati onorari italiani (GOT, Giudici Onorari di Tribunale, VPO, Vice Procuratori Onorari e GDP, Giudici di Pace), da anni in servizio in ogni ufficio giudiziario, che trattano e decidono oltre la metà delle cause nazionali civili e penali, sono organi giurisdizionali secondo il diritto europeo, e che ad essi deve essere senz’altro riconosciuto lo status di lavoratori.

Secondo la normativa comunitaria, richiamata nella decisione, per il principio di non discriminazione i magistrati onorari hanno quindi pieno diritto di vedersi applicato il medesimo trattamento economico e previdenziale dei lavoratori comparabili (che la CGUE individua nei magistrati di ruolo).

Ed invece, malgrado le chiarissime enunciazioni della sentenza, dopo oltre un anno lo Stato italiano continua a non riconoscere ai magistrati onorari i diritti e le tutele fondamentali.  Facendo prevalere un punto di vista “domestico” ed invero assai bizzarro, continua infatti a sostenere che non di “lavoratori” si tratta, ma di “volontari”, così negando qualsiasi prerogativa giuslavoristica e addirittura perseverando nel compensarli con pagamenti a “cottimo puro”, sistema abiurato e vietato da ogni trattato internazionale[1], peraltro senza avere neppure la decenza di rivalutare gli esigui gettoni di presenza, congelati da oltre vent’anni.

La politica, le istituzioni e i giudici italiani si trincerano dietro una norma della Costituzione e non si accorgono che trattando i magistrati onorari come “volontari” calpestano clamorosamente almeno una decina di articoli di quella stessa Costituzione, oltre a violare la Carta Sociale Europea.[2]

Pur di ostacolare il percorso di riconoscimento dei diritti, che sulla scia della sentenza UX si era finalmente avviato in una direzione inevitabilmente positiva, anche nelle sedi giurisdizionali, si è giunti ad una dilatoria impasse : le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dichiarato che competente a decidere delle controversie tra magistrati onorari e Ministero è il giudice amministrativo (ordinanza n. 21986 del 30.07.21) e dopo appena un mese il TAR Lazio ha deciso in senso opposto (Sentenza n. 9484 del 01.09.21).

Il Paese che condanna chi “mette in dubbio il primato del diritto dell’UE”, cerca (e trova) il modo di disapplicare quello stesso diritto, reo di dar ragione ai magistrati onorari.

Negli scorsi anni il Parlamento europeo aveva già espresso viva preoccupazione per la condizione dei magistrati onorari, condannando il loro sfruttamento lavorativo e chiedendo al Governo italiano, nelle persone dei Ministri della Giustizia in carica, l’adozione di immediate misure correttive.

Sono stati così personalmente interpellati e chiamati ad una opportuna ed urgente interlocuzione ben due Ministri, i quali a quanto ci risulta non hanno mai risposto, almeno pubblicamente.

In particolare, con lettera del 23.03.2017 la Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, On. Cecilia Wilkstron, rivolgendosi al Ministro Andrea Orlando ha denunciato una situazione “allarmante” rappresentando che “al dibattito in Commissione sono intervenuti Deputati europei sia italiani che stranieri appartenenti a diversi gruppi politici. Si è assistito a una straordinaria convergenza di opinioni e proposte affinché il Governo Italiano ponga fine, senza remore, alla palese disparità di trattamento sul piano giuridico, economico e sociale fra Magistrati togati e onorari”, e concludeva con queste parole, rimaste purtroppo inascoltate: ”la prego di promuovere provvedimenti e misure che Lei ritenga più opportuni e tempestivi, mantenendo aperto il dialogo con i servizi competenti della Commissione europea, che è stata incaricata dai Membri della nostra commissione di accelerare i tempi per risolvere in modo equo la situazione critica dei Giudici di Pace”.

Più di recente la Presidente della stessa Commissione, On. Dolors Montserrat,  aggiornando l’udienza del 24 novembre 2020 in ordine agli sviluppi  delle numerose denunce presentate dai magistrati onorari italiani[3], ha deciso di tenere aperte le petizioni inoltrandole alla Commissione per le valutazioni, e di “inoltrare una lettera al ministro della Giustizia italiano affinché spieghi come intende dare attuazione alla sentenza “UX” in relazione “all’eventuale incompatibilità in Italia delle condizioni di lavoro dei giudici onorari, compresi i vice procuratori onorari” precisando che “la Corte ha confermato che i Giudici di pace devono essere considerati lavoratori ai fini del diritto del lavoro dell’Unione. La Commissione sta analizzando la sentenza UX e la sua rilevanza per le altre categorie della magistratura onoraria nell’ordinamento giuridico italiano”.

Lo scorso 15 luglio, ad oltre cinque anni dalla chiusura negativa del caso EU-Pilot  (7779/15/EMPL – DPE 0007062 P-4 22.17.4.5 del 10.6.2016) la Commissione europea ha inviato una durissima lettera di messa in mora al Governo italiano, aprendo una procedura d’infrazione (n. 2016/4081) che scredita pesantemente le nostre istituzioni, procedura che oltre a comportare onerose sanzioni, potrebbe mettere a rischio persino i fondi del PNRR, che come sappiamo sono condizionati alla risoluzione delle criticità strutturali della Giustizia, specie in ambito civile.

Per tutta risposta il Parlamento italiano e l’attuale Governo non hanno trovato di meglio che prorogare il vergognoso trattamento dei magistrati onorari, vigente da oltre venti anni, oggetto delle drastiche censure e delle nette pronunce di condanna sin qui evocate[4].

Onorevole Presidente, siamo certi che condividerà che il primato del diritto UE va affermato sempre, in ogni Paese membro, e che se non vogliamo ridurlo ad una formula vuota, dovremmo avere la coerenza di applicarne i principi anche concretamente.

Nella massima considerazione dell’Alto Consesso da Lei presieduto, Le chiediamo un urgente incontro per esporre e discutere la nostra questione, divenuta ormai insostenibile, nel solco del diritto comunitario e della leale collaborazione tra i cittadini, le loro rappresentanze e le Istituzioni.

Vorremmo infatti continuare a credere che l’Europa non sia l’ostaggio impotente delle burocrazie, dei formalismi e delle combines politiche o economiche, ma sia anche la patria dei diritti e delle tutele.

Il Direttivo AssoGOT

1 Raccomandazione CM/REC(2010)12 del Comitato dei Ministri agli Stati membri del Concilio d’Europa su “I giudici : indipendenza, efficacia e responsabilità” che per espresso richiamo, si applica anche ai Giudici Onorari (art. 2): “[…] devono essere evitati sistemi che facciano dipendere dalle prestazioni gli elementi essenziali della retribuzione, in quanto essi possono creare difficoltà all’indipendenza dei giudici […]”;

2 –   La violazione della Carta Sociale Europea è stata accertata dal CEDS (Comitato dei Diritti Sociali) con decisione del 5.07.2016 sul ricorso n. 102/2013, ll Collegio di 14 membri, presieduto da Giuseppe Palmisano, ha concluso  all’unanimità, affermando che la normativa e i comportamenti concreti posti in essere dalla Repubblica italiana nei confronti dei magistrati onorari violano l’art. E in combinato disposto con l’art. 12§1 della Carta sociale europea e dei suoi Protocolli, ossia con gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia che recepiscono, tra l’altro, il principio di non discriminazione tra lavoratori (“PQM il Comitato conclude all’unanimità per la violazione dell’art. E in combinato disposto con l’art. 12”).

3 – Petizioni n. 1328/2015; n. 1376/2015; n. 0028/2016; n. 0044/2016; n. 0177/2016; n. 0214/2016; n.0333/2016; 0889/2016; n. 1184/2016; n.1202/2016; n.0757/2017; n.0778/2017; n.0779/2017 ecc.

4 – Proroga introdotta  dall’art. 17-ter del D.L. n. 80/2021 conv. con mod. dalla Legge n. 113/2021.