L’INTERVENTO: IL DISCORSO PROGRAMMATICO DI DONALD TRUMP A DAVOS

Dopo il discorso di Milei, che ha scosso Davos dalle fondamenta, al World Economic Forum è intervenuto anche il neo-eletto presidente Usa, Donald Trump, ribaltando il sistema e l’ideologia globalista di Davos. (Maurizio Milano, Contro il Globalismo/2. Terremoto Trump a Davos, lancia la sua rivoluzione del buon senso, 28.1.25, Lanuovabq.it))
Il presidente americano di fronte al Forum presenta la sua svolta politica con molto orgoglio. I termini sono sempre quelli dell’insediamento del 20 gennaio scorso. Stiamo facendo la «rivoluzione del senso comune», un ritorno al buon senso dopo anni di follie ideologiche. La sua amministrazione sta lavorando con una velocità senza precedenti “per sistemare i disastri ereditati da un gruppo di persone totalmente inette”.
Trump ha subito denunciato il «caos economico causato dalle politiche fallimentari della scorsa amministrazione, dall’inflazione galoppante al debito pubblico, dal peso fiscale all’iper-regolamentazione». Ha poi indicato gli interventi prioritari l’immigrazione, la criminalità e l’inflazione fuori controllo.
Quindi l’affondo tanto temuto dai sacerdoti e profeti della religione climatista: «Ho messo fine allo sperpero ridicolo e incredibile del Green New Deal – che io chiamo il Green New Scam, la Nuova Truffa Verde -; mi sono ritirato dagli accordi sul clima di Parigi e ho eliminato l’obbligo insano e costoso dei veicoli elettrici. Noi lasceremo che le persone acquistino l’auto che vogliono. Ho dichiarato un’emergenza energetica nazionale per sbloccare l’oro liquido sotto i nostri piedi… con la rapida approvazione di nuove infrastrutture energetiche».
Inoltre ha spiegato la sua politica del più massiccio taglio fiscale nella storia statunitense. L’obiettivo è stimolare una rinascita manifatturiera negli Usa grazie all’effetto combinato della riduzione dei costi energetici, della deregolamentazione e del taglio dell’imposizione fiscale, incentivando imprese estere a spostare la produzione negli USA, anche per evitare i nuovi dazi: «Il mio messaggio a ogni business nel mondo è molto semplice: venite a costruire i vostri prodotti in America e noi vi daremo una tassazione tra le più basse al mondo».
Nei discorsi di Trump l’economia e la geopolitica, com’è inevitabile che sia, si intrecciano sempre, scrive Milano: «Se il prezzo scende, la guerra Russia-Ucraina terminerebbe immediatamente… dovete tirare giù il prezzo del petrolio. Dovete porre fine a questa guerra». Quindi Trump sta presentando un’America che si chiude, isolazionista?. Piuttosto, “è tornata ed è aperta al business”. Per Milano, “Un discorso “imperiale” che sconfessa chi auspicava, o paventava, l’inizio di una stagione di isolamento degli Stati Uniti nel mondo”. Trump affronta poi l’emergenza dell’immigrazione illegale al confine col Messico, una vera e propria invasione, dichiarandola emergenza nazionale, con blocchi all’accesso, lotta ai cartelli criminali e rimpatrio dei clandestini già presenti negli USA.
Un altro provvedimento di Trump è quello sulla libertà di parola, di espressione. «Il primo giorno, ho firmato un ordine esecutivo per bloccare ogni censura governativa», “noi abbiamo salvato la libertà di parola in America”. Ancora, Trump afferma: «La mia amministrazione ha avviato l’abolizione di ogni discriminazione senza senso in merito a diversità, equità e inclusione… l’America tornerà ad essere un Paese fondato sul merito». E poi Trump sguaina la spada, alla Chesterton, per dimostrare che le foglie sono verdi in estate: «Ho dichiarato che la politica ufficiale degli Stati Uniti riconosce soltanto due generi, maschio e femmina. Noi non avremo uomini che parteciperanno in sport femminili e le operazioni “transgender”, diventate così frequenti, torneranno ad essere molto rare».
Sulle guerre in atto, Trump sta già operando perché al più presto tacciano le armi. «I nostri sforzi per assicurare un accordo di pace tra Russia e Ucraina sono in corso…” C’è da attendersi che a Davos, soprattutto le burocrazie europee, si siano sentite gelare il sangue: “The sheriff is back in town”, la ricreazione è finita.

a cura di DOMENICO BONVEGNA